Tra la miriade di balzelli che si vanno ad aggiungere all' IRPEF che non è certo l'UNICA tassa che noi cittadini siamo tenuti a versare ( che sarebbe già uno sconto non piccolo) , uno dei più odiosi perché ormai assolutamente anacronistico e irritante (per l'uso più frequente che poi si fa di questo cd. servizio pubblico) è il Canone Rai.
Notoriamente in Italia tra i vari referendum ignorati vi è quello che aveva stabilito che la RAI venisse privatizzata ( e quindi cessasse la ragione del canone), tenutosi nel 1995 ( il Camerlengo ha scritto vari articoli sull'argomento, da ultimo : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/10/facciamo-un-nuovo-referendum-per.html ) . In altri casi per aggirare l'esito referendario e truffare i cittadini votanti si fecero leggi ad hoc, come abolire il finanziamento pubblico dei partiti istituendo però i "rimborsi" (più alti !), o stabilire , nel caso della responsabilità civile dei magistrati, che è lo Stato a rispondere per i loro errori e quindi semmai lui a rivalersi (successo meno di 10 volte nei lustri).
Nel caso della privatizzazione RAI invece nemmeno questo tentativo di mascheramento, semplicemente si è fatto finta di nulla. Tant'è che molti se ne sono dimenticati e così tanti paladini difendono la "fortezza pubblica" senza nemmeno sapere che la maggioranza dei loro connazionali l'hanno bocciata.
E' cosa notoria che in tanti hanno combattuto questa tassa chiedendo di farsi sigillare i canali RAI, non so con quanta fortuna.
Oggi Libero dà la notizia che uno di questi ha VINTO, ottenendo che la Commissione Tributaria del Lazio annullasse la cartella esattoriale notificatagli proprio per il mancato pagamento dei canoni.
Motivazione : la RAI aveva ignorato la richiesta del cittadino, possessore di televisore, di vedersi oscurato i canali dell'Ente in questione. Siccome questa richiesta è uno dei casi per i quali si può non pagare, il cittadino non può essere penalizzato per l'inerzia interessata dell'emittente.
Ora, come possa sussistere la pretesa di un balzello del genere in un mondo dove ci sono centinaia di canali televisivi, gratuiti e anche a pagamento (per libera scelta dell'utente) è veramente un esempio di prepotenza crassa.
Adesso un percorso di fuga, peraltro già conosciuto, viene legittimato da dei giudici.
Ma vedrete che ci saranno dei colleghi che presto "rimedieranno all'errore".
Che se veramente anche la Cassazione - che lì vedrete finirà la cosa - confermasse tale pronuncia, per la RAI sarebbe il terremoto, e sarebbero tante, troppo le boccucce improvvisamente rimaste orfane.
Ecco comunque l'articolo di Libero.
Rai, non pagare il canone si può
Aveva chiesto alla tv di Stato di oscurare i canali e non versava più il canone. Viale Mazzini non ha mai risposto. E ora un giudice...
Marrazzo, Floris, Berlinguer, Littizzetto
Inutile sprecare parole sull’inadeguatezza di un decreto littorio a disciplinare la materia, poiché oggi anche un cellulare riproduce trasmissioni televisive. L’Italia però, non sguazza solo nell’arretratezza legislativa e nella prevaricazione del pubblico sul privato, ma anche e soprattutto nell’incertezza giurisprudenziale. Mai dire mai, perché si trova un Giudice o una Corte che, emulando Oscar Luigi Scalfaro, «non ci sta». I magistrati sono chiamati ad applicare le leggi anche quando siano palesemente ingiuste, ma talvolta fanno obiezione di coscienza. Agiscono motu proprio e sparigliano le carte. Se il Parlamento in 80 anni non ha messo mano al decreto fascista del ’38 (quando si tratta di tassare i connazionali fa brodo anche Mussolini), allora ci pensa la Commissione Tributaria del Lazio. La sentenza 597/2013 ha, infatti, accolto l’istanza di un contribuente che si era opposto alla cartella esattoriale di riscossione del canone tv, producendo la domanda di richiesta di oscuramento inviata alla Rai.
Ovviamente l’amministrazione televisiva non aveva risposto e il fisco aveva proceduto all’emissione della relativa cartella, impugnata poi dal contribuente. Questi, dopo la soccombenza innanzi alla commissione provinciale, non si è dato per vinto e ha proposto opposizione in secondo grado, trovando finalmente ragione con una decisione destinata non solo a far discutere, ma soprattutto a diventare una via di fuga dalla tassa del monopolio televisivo di Stato. Secondo i magistrati laziali la cartella è nulla, anche se il cittadino ha continuato a usufruire dei servizi tv. È sufficiente, infatti, che egli abbia fatto denuncia di oscuramento alla Rai e questa non abbia risposto.
La norma di recesso dal canone è assurda, perché risalente a un periodo storico in cui c’era una tv ogni 50 utenti e gli unici canali erano quelli Rai, ma è stata superata da una pronuncia di una Commissione con un anelito di libertà. Attendiamo che il Parlamento (nelle democrazie le norme dovrebbero innovarle deputati e senatori e non i magistrati) ratifichi un principio sacrosanto: la libertà di guardare e pagare la tv che si desidera. Purtroppo, però, la Rai è controllata dai partiti i quali difficilmente legiferano contro i loro interessi. Non rimane quindi che ringraziare i giudici tributari del Lazio per il gentile pensiero natalizio a tutti gli abbonati...
X essere precisi da canone tv si é passati ad una tassa su possesso dell' apparato.....come x le auto, le moto, ecc. non si paga il bollo di circolazione.....ma una tassa sul possesso di tali mezzi.....pertanto gira e rigira.....tocca pagá....poi c'é quella non risposta ke lascia tanti dubbi. Comunque sarebbe opportuno ke la rai mettesse in vendita un proprio decoder.....kosí finirebbero queste polemike sulla rai.....ma poi se non vi fosse una vendita di modem ke x lo meno conguaglia le entrate attuali kosa succederebbe?!?! Altre tasse x compensare le scarse entrate.. E allora ke si fa?!?
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