martedì 21 gennaio 2014

NOMINATI O CLIENTI ? IL DILEMMA SULLA QUESTIONE DELLE PREFERENZE


Mi sembra normale che le preferenze siano in teoria una buona cosa : l'elettore sceglie direttamente l'eletto, tra i candidati. E, sempre in teoria, controllerà l'operato di quell'eletto, decidendo la volta successiva se rivotarlo o meno. Tra l'altro, in questo modo, l'eletto magari si adopererà per mantenere almeno qualcuna delle promesse fatte in campagna elettorale, non preoccupandosi solo di essere gradito al suo capo bastone.
Dopodiché sappiamo che attorno alle preferenze ci sono anche molti commerci illeciti. Peraltro, eliminate dalle elezioni nazionali, sono rimaste in quelle locali, ed è curioso perché , a detta di molti, sono queste ultime a funzionare meglio (come sistema elettivo), o meno peggio. Le liste bloccate introdotte col Porcellum, e dichiarate incostituzionali dalla Consulta, dovevano servire a fidelizzare i deputati e i senatori al Partito che li sceglieva.
Dalle transumanze viste in questi ultimi 3 lustri - prima erano minori, ancorché mai assenti dalle aule del PArlamento - non mi sembra che abbia funzionato un granché.
Dopo aver sentito per 7 anni 7 la sinistra sbraitare per il parlamento dei "nominati", ecco che è il neo segretario del PD a convergere con il Cavaliere per conservare quel sistema, camuffandolo quel che si pensa possa bastare per canzonare i giudici costituzionali.
Una cosa però non mi torna...si battono per le preferenze personaggi come Alfano, Quagliarello...brave persone che però, senza il sistema delle nomine, io dubito fortemente sarebbero stati mai eletti...Curiosa questa battaglia per un principio altrui.
Di seguito l'appunto di Facci sull'argomento, che in buona parte condivido, senza peraltro stracciarmi le vesti sulla questione.



le vere clientele

Chi si oppone alle preferenze è di solito un nominato. E chi dice che favoriscono i voti clientelari, dimentica che il problema vero sono le segreterie di partito...

 
Facci: i nemici delle preferenze, la mafia militare e quella elettorale 

Tanti nemici delle preferenze sono solo dei nominati che non raccatterebbero tre voti, lo sappiamo tutti, ma anche gli argomenti triti e ritriti che sparacchiano in tv - cioè che le preferenze portano alle clientele e al voto di scambio - valgono davvero poco. Anzitutto, un mix di preferenze e indicazioni uninominali è già ampiamente usato nelle elezioni comunali e regionali ed europee: e funziona. Quando si paventa il rischio di clientele, in secondo luogo, forse non è chiaro che le segreterie dei partiti sono considerate proprio questo: delle clientele, degli avventori al servizio di un venditore unico che si chiami Berlusconi o Renzi o altri ancora. Senza contare che, diversamente dai capibastone della Prima Repubblica, certi nominati le preferenze non sarebbero nemmeno capaci di andarsele a prendere: non saprebbero proprio come si fa. Poi ci sarebbe un terzo argomento, questo: i voti di scambio e le clientele sono una minoranza estrema, ed è assurdo che una maggioranza di italiani non possa esprimere una preferenza per via di un’estrema minoranza. Questa non è una nazione interamente di clientele, e tantomeno lo è il Sud. In qualsiasi caso l'erba cattiva si cerca di estirparla, mica si sospende tutto il raccolto. Abbiamo sconfitto la mafia militare, un giorno sconfiggeremo anche quella elettorale.

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