Non che non lo si sapesse, però adesso il Corriere della Sera ci dedica un'inchiesta vera e propria : i professori non rilasciano mai la ricevuta per le ripetizioni che impartiscono agli studenti italici.
Un' affare importante, perché c'è qualcosa che non va nella nostra scuola se le lezioni private, il doposcuola a pagamento, sono divenuti la REGOLA. Francamente, ai miei tempi - anni 70 - alle ripetizioni non erano in molti a ricorrervi, e se accadeva era solo alle superiori. Oggi c'è chi addirittura ci va alle elementari !! (va bene, sono mosche bianche, bambini con problemi, però ci sono). Alle medie già il numero cresce e alle superiori diventano pressoché regola per buona parte della classe. Che è accaduto ?
Sicuramente la scuola è diventata più difficile (io l'ho attraversata, obiettivamente, nel periodo più agevole...il post 68 e gli anni del "Movimento". Difficile che ti boccissero...e all'Università resisteva ancora il 18 politico...pensa come eravamo ridotti). Alla maggiore difficoltà della scuola NON è seguita la crescita professionale degli insegnanti e l'organizzazione didattica. I risultati sono quelli dei dati OCSE, con L'Italia risalita a metà classifica (eravamo finiti agli ultimi posti ! ) ma sempre dietro a paesi come Sud Corea, Vietnam e, in Europa, Polonia ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/02/questa-scuola-non-serve-imparare-dalla.html ). Paesi certamente non più ricchi di noi, anzi, ma che hanno una scuola decisamente migliore. Forse allora non è un problema di tagli ma di COME i soldi vengono spesi.
Il risultato è che i ragazzotti da soli, con le spiegazioni in classe e lo studio a casa, NON ce la fanno. Ed ecco il mercato nero delle ripetizioni (ma è fiorito anche un settore di scuole di sostegno, dove le ricevute vengono rilasciate). Non dò retta alla cifra monstre , 850 milioni di euro, che quando si parla di sommerso ognuno la può sparare grande come vuole tanto chi può smentire ? (ma nemmeno provare ! ). Però sicuramente il fenomeno descritto esiste. Io non mi scandalizzo, che la popolazione degli insegnanti che danno ripetizioni è per lo più costituita da neo laureati senza lavoro, da precari che passano da una supplenza all'altra senza avere mai la cattedra assegnata, un contratto a tempo indeterminato, insomma gente che si arrangia. I professori titolari che fanno anche le ripetizioni sono una folta minoranza, e poi, se arrotondano qualcosa, con gli stipendi che prendono, non vedo lo scandalo. Evadono ? Lo Stato in teoria (che le tasse dei dipendenti pubblici sono un discorso particolare...c'è chi la definisce una "partita di giro contabile" ) li tartassa già abbastanza.
Quanto alle famiglie che pagano, non è che potrebbero scaricarsi quei costi che si sa che il fisco non ama le detrazioni, e sicuramente se il mercato "emergesse" anche i costi delle ore di lezione lieviterebbero.
La cosa che mi piace evidenziare è un'altra. La stragrande maggioranza della classe insegnante, titolare o precaria che sia, appartiene all'area di sinistra che tuona contro l'evasione fiscale ....
Ma con che faccia ??? Che appena hanno l'opportunità la ricevuta la ignorano quanto e più del solito idraulico ?
L'obiezione la conosco...questa è evasione di sopravvivenza, loro denunciano l'evasione dei ricchi...
E qui sta l'errore, che intanto quella tipo Armellini - se verrà dimostrata nelle sedi deputate - è roba non tanto frequente, e poi i ricchi sono pochi (e Hollande in Francia si è accorto che non gli basta prendersela con loro per pagarsi il welfare). Se è vero che l'evasione italiana arriva alla cifra di 120 miliardi, una discreta fetta è costituita da quella minore ma capillarmente diffusa.
Allora forse il problema, cari i miei prof che di mattina gridate all'evasore e di pomeriggio date ripetizioni in nero, è l'esosità fiscale (come i dati storici da sempre testimoniano), figlia anche degli sprechi e della spesa pubblica fuori controllo.
Ah, un'ultima cosa, che ammetto subito essere una provocazione : non è che lo fate apposta a spiegare male di giorno per garantirvi le lezioni private la sera ?
Ecco l'articolo del Corriere della Sera
SPECIALE RIPETIZIONI
Il business d’oro delle lezioni in «nero»
Il settore vale 850 milioni di euro all’anno. Tutti senza ricevuta
LE ALTERNATIVE AL NERO - In teoria ci sarebbe il meccanismo dei voucher, i buoni lavoro prepagati che dal 2012 possono essere utilizzati per saldare (regolarmente) i cosiddetti lavoretti. Quasi nessuno lo sa ma anche le ripetizioni rientrano in questa categoria. Sono i datori di lavoro, cioè i genitori, che li devono comprare nelle sedi Inps o nelle tabaccherie per poi girarli agli insegnanti. Nei dieci euro di un buono sono compresi i contributi a carico dell’Inps e dell’Inail, cioè pensione e assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Ma non le tasse, che in questo caso non vanno pagate. Anche perché per l’utilizzo dei buoni c’è un tetto di 5 mila euro l’anno per singolo lavoratore. In ogni caso, nella scuola nessuno li usa. In teoria ci sarebbe un’altra strada. Nel 2007, quando si tornò ai vecchi esami di riparazione, l’allora ministro Giuseppe Fioroni aveva previsto che fossero le stesse scuole ad organizzare, gratuitamente, i corsi per quei ragazzi che dovessero recuperare debiti formativi. Ma la realtà è molto diversa dalle intenzioni e quei corsi sono una rarità. Restiamo fedeli al fai da te, con i singoli insegnanti che al pomeriggio danno ripetizioni nel tinello di casa. C’è chi si fa pagare poco, chi troppo. Chi aiuta davvero gli studenti a recuperare, chi pensa più che altro ad arrotondare lo stipendio. Ma – tolta qualche rarissima eccezione ¬– l’intero settore fa parte integrante della nostra economia sommersa. Possibile che non si riesca a trovare una soluzione?
L’INTRAMOENIA - Tempo fa uno dei sindacati degli insegnanti, lo Snals Confsal, aveva proposto di estendere alla scuola il sistema dell’intra moenia, oggi utilizzato dai medici che lavorano in ospedale. Le ripetizioni verrebbero date dagli insegnanti direttamente a scuola, naturalmente non agli studenti della propria classe ma incrociando le sezioni far loro. Il prezzo diventerebbe controllato. E la somma andrebbe divisa fra i professori che decidono di aderire, e che dovrebbero aggiungerla nella loro dichiarazione dei redditi, e la scuola che avrebbe più costi dovendo allungare l’orario di apertura. I soldi che il fisco otterrebbe in più potrebbero essere trasformati in detrazioni per la famiglie, che potrebbero scaricare le ripetizioni dalle tasse. Ipotesi tutta da costruire, quest’ultima, visto che proprio gli sconti fiscali (i rimborsi che arrivano a luglio per le spese mediche e il mutuo, per capirsi) potrebbero essere tagliati per il solito problema di far quadrare i conti pubblici. L’idea resta, però. Naturalmente anche questo modello ha i suoi rischi. L’intra moenia ha i suoi problemi negli ospedali, dove la sovrapposizione pubblico e privato ha portato qualche zona grigia. Probabilmente ne avrebbe anche nelle scuole. Ma non sarebbe meglio del buco nero assoluto di adesso?
Figlio di insegnante, fratello di insegnante, marito di insegnante, amico di moltissime insegnanti mogli di miei amici, erano tutte borghesi signore, mogli di ben piazzati professionisti e tutt’altro che di sinistra.
RispondiEliminaSeconda considerazione: sembra che solo quelli di sinistra si scandalizzino per l’evasione fiscale per poi essere i primi ad esserne artefici. Credo che, per fortuna, esistano molte persone di destra altrettanto e giustamente scandalizzate per l’abnorme fenomeno dell’evasione. Sarebbe un ben triste primato della destra se non fosse vero.
In fine, anche la provocazione finale non mi sembra affatto all’altezza dello spirito, della profondità e dello humor che di solito riscontro nel Camerlengo e questo senza nulla togliere alla serietà dell’argomento trattato. UNCLE
Per quanto tu ti possa applicare zio, ti ci vorrebbe un'altra vita per accostarti alla conoscenza del mondo della scuola che ho io. A parte che l'ho frequentato più di te a livello personale, a parte i parenti, molti dei quali comuni, poi ci devi aggiungere la pletora di fidanzate ed amiche, che sono o hanno fatto le insegnanti. Negare che la classe insegnante sia un serbatoio elettorale solido della sinistra è come negare che il sole sorge la mattina.
EliminaSeconda considerazione. Non entri nel merito della questione : i professori, che, ripeto, sono per la maggioranza di sinistra, evadono. Non lo dico io, lo dice l'inchiesta. Ed in una proporzione bulgara : 9 su 10. Io non mi scandalizzo, tu si, che se avevi 50 anni di meno saresti sicuramente stato tra gli indignados di Plaza del Sol. Semplicemente contesto a lor signore l'ipocrisia da salotto o da tavola (quella che in passato, convintamente, ho contestato a te).
Terza considerazione. Una battuta è una battuta. Può non piacere - senza bisogno per farlo di ricorrere alla captatio benevolantiae - e amen. Quello che resta è che la nostra classe insegnante è mediocre come la nostra scuola, e questo lo dicono anche quelli di sinistra (Andra Ichino ci ha scritto non so ormai quanti articoli ed è da leggere il libro della signora Ricolfi, la bravissima Paola Mastrocola, "Togliamo il disturbo"). Quando in Italia avremo combattuto sprechi e clientele, quando il sud non sarà occupato dalle mafie (che ora si sono spostate a nord), quando non ci saranno centinaia di migliaia di stipendi regalati, allora parleremo seriamente dell'evasione fiscale.
OK, d'accordo su tutto e passi anche la battuta ! spero comunque che anche quelli di destra si indignino, magari ipocritamente, per l'evasione fiscale. Per le fidanzate sono sconfitto senza nessuna possibilità di confronto. Sorriso
RispondiEliminaEppure i mezzi li avresti avuti...Non ti sei applicato. Sorriso
EliminaNon è questione di destra sinistra ecc. È che chi fa ripetizioni (io ne ho fatte un po' in gioventù, ora da molti anni non più) arrotonda mediamente di due trecento euro al mese quando va bene e se dovesse aprire una partita iva ci rimetterebbe. Bisognerebbe dunque trovare un qualche sistema pratico e non esoso. Per parte mia proporrei le ripetizioni intra moenia come per i medici ospedalieri. Al di là di questo giustissimo discorso (non va giustificata l'evasione di nessuno), l'attenzione del Corriere al fenomeno è chiaramente sospetta e tendenziosa perché va a colpire una delle categorie oggettivamente più malpagate e disprezzate del pubblico impiego e quindi serve per sollevare un po' di polvere davanti a porcate fiscali molto più scandalose e imponenti.
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