mercoledì 12 febbraio 2014

NEMMENO LA PEGGIORE DC


Non vedo niente di male nel fatto che un uomo politico sia ambizioso, anche molto, anche moltissimo. E Renzi è un uomo politico, anzi un leader. Non vedo nemmeno nulla di male che un politico dica bugie, o faccia sperticate capriole sostenendo un giorno bianco e uno nero. Vi dirò di più, per me il politico può anche approfittare del suo ruolo privilegiato, facendo stare bene sé, la famiglia e gli amici,  possibilmente senza esagerare (per quantità e ostentazione). Quello che vorrei da lui è che sia CAPACE di governare ciò che gli viene affidato: un partito, un ministero, un governo.
Quindi non mi straccerò le vesti perché Renzi sta per fare una porcata a Enrico Letta, che con la faccia di tolla sale a Palazzo Chigi senza voto elettorale - dopo aver sostenuto in non so quante trasmissioni televisive che questa brutta usanza andava eliminata per sempre - oltretutto facendo fuori uno dei suoi. E non griderò allo scandalo quando farà lui quello che era "ridicolo" avesse provato a fare Bersani dopo la sconfitta (Renzi l'ha sempre chiamata così, senza l'edulcorazione della "non vittoria". Anzi, andava giù piatto "hai perso sbagliando un rigore a porta vuota". Carino no ? Bersani felicissimo non se l'è più dimenticato), e cioè fare un governo di sinistra confidando di reclutare i grillini che servissero alla bisogna (quando avverrà, e Alfano verrà scaricato, mi piacerà vedere la faccia del piccolo giuda, che ieri ha sbarcato il Cavaliere, oggi Letta e domani toccherà a lui e ai suoi "bravi").
Tutto assolutamente lecito, Un po' di voltastomaco, ma niente che con un alka seltzer non passi.
Letta ha continuato nella mediocrità assoluta di Monti (abbrivio iniziale escluso dell'Unto del Signore) e non c'è nessun motivo di rimpiangerlo.  Avrei però preferito che a noi italiani fosse data la possibilità di rivotare visto che gli scenari politici erano mutati e così anche la legge elettorale. 
Renzi è il nuovo salvatore della patria ? Benissimo. Però possiamo deciderlo noi, a maggioranza ?. 
La Boschi è graziosa, anche garbata, un altro mondo rispetto alla Moretti per dire (non parliamo della Bindi, finalmente scomparsa dallo schermo) , però è un ventriloquo del suo segretario. Ieri, a Porta a Porta, ripeteva come un pappagallo la questione dell'investitura popolare di Renzi alle primarie....E' stato facile per Toti, il nuovo consigliere di Berlusconi, osservarle che non è che il presidente del Consiglio sia espressione delle primarie PD... Certo, attualmente, in un parlamento drogato da una legge oggi dichiarata incostituzionale, i democratici sono maggioranza relativa, quindi spetta a loro proporre l'uomo per Palazzo Chigi. Ma secondo le primarie del 2012 e quindi il candidato premier del 2013, quest'uomo era Pierluigi Bersani.  
Che c'entra Renzi ? Così come Letta del resto. 
 Ho letto gli editoriali di Sorgi (Stampa) e Polito (Corriere) e ho avuto la conferma che tra i due c'è un abisso, a favore del secondo.  Sorgi paragona il Renzi di oggi al Cavaliere del 1994. Sicuramente ci sono degli aspetti simili (che infatti molti a sinistra gli contestano), però c'è una non piccola differenza : nel 1994 Berlusconi vinse le elezioni NAZIONALI, e NON le primarie di partito (che, come dice giustamente Diego Bianchi, in arte Zoro, sono le uniche che il PD è sicuro di vincere..., che già in quelle di coalizione gli schiaffoni si sprecano).
Polito invece, più intelligentemente, fa una domanda semplice semplice.
Perché Renzi, con QUESTO parlamento, dove al senato c'è una maggioranza risicata comunque la si giri (se non fai un governo di larga intesa, imbarcando Berlusconi o Grillo), dovrebbe fare meglio di Letta ?
E' veramente solo una questione di manico ?
Domanda mi sembra molto pertinente. Pare che da lunedì potremo verificare la risposta.


"Congresso infinito" 
 
Sarà anche l’alba della Terza Repubblica, ma assomiglia molto a un déjà vu del Ventennio. In tutti questi anni ogni volta che Berlusconi ha perso il governo, il centrosinistra ha dato una prova di divisione e di caos tali da farlo rimpiangere. E infatti anche stavolta, in un solo anno, il Pd è riuscito a produrre tre premier: uno solo incaricato, Bersani, che voleva governare con i grillini; uno subito azzoppato, Letta, al quale non è bastato battere in Parlamento il nemico di sempre per guadagnarsi la riconoscenza del suo partito; e uno in pectore, Renzi, cui probabilmente tra qualche ora dovremo fare gli auguri di buon lavoro, se riesce il pressing che lo vuole portare a Palazzo Chigi.
Il congresso del Pd, cominciato subito dopo la sconfitta elettorale, non è insomma mai finito. Il partito di maggioranza relativa ma senza una maggioranza ha così esportato sulle istituzioni le sue convulsioni interne. Spiace dirlo, ma il paragone con la Dc non è appropriato. La Dc era in grado di garantire la governabilità nonostante le sue divisioni. Al Pd, invece, è finora accaduto l’opposto.
Anche la soluzione del doppio incarico a Renzi, se a questa si arriverà alla fine di questi giorni caotici, è gravata da molti interrogativi. Il primo riguarda proprio la tenuta del partito che sta per mangiarsi l’ennesimo premier, e gli strascichi di vendette che si porterebbe dietro. È vero che il giovane leader ha vinto le primarie (per la carica di segretario), ma le aveva vinte anche Bersani (per la carica di premier), e anche Prodi, e anche Veltroni, e non è bastato a salvarli. Il secondo dubbio riguarda gli alleati: non sarà facile per il Nuovo Centrodestra entrare in un governo organico di centrosinistra, dovrà digerire tutto o rompere presto. Il terzo riguarda la ragione stessa della staffetta.
Ciò che gli italiani hanno capito, infatti, è che Renzi vuole fare il premier e che Letta non vuole cedergli il posto. Ma nessuno ha capito in che cosa il governo Renzi potrà essere diverso, oltre che nell’energia cinetica del premier, che pure non è poca cosa. Dov’è quel contratto di programma promesso entro un mese? Il Jobs Act è qualcosa di più di una conferenza stampa? Il nuovo premier disporrebbe forse di una maggioranza parlamentare più ampia?
Purtroppo la risposta a queste domande è che noi non sappiamo perché il Pd voglia cambiare la via che fino a ieri definiva maestra. Può essere ovviamente che sia per il meglio. Un’iniezione di novità e di freschezza non può certo far male a un Paese quasi ipnotizzato dalla sua crisi. Ma il treno delle riforme istituzionali verrebbe così messo su un unico binario con quello del governo, dove correrebbero due maggioranze diverse, una con Berlusconi e una contro Berlusconi. È un funambolismo ad alto rischio. Speriamo funzioni.
Altrimenti Firenze perderà un buon sindaco e l’Italia un’altra occasione.

2 commenti:

  1. PAOLO CAVUTO

    Stefano, io elettore Pd, sto per cedere..ho accettato Letta nella ingenua speranza di vedere una qualche piccola riforma almeno abbozzata, mentre il Parlamento avrebbe avuto tutto il tempo di modificare la legge elettorale; ho accettato Renzi (che come sai, non stimo particolarmente) segretario perchè credo nel confronto e nella scelta democretica delle primarie: avrei anche accettato la prosecuzione del governicchio attuale per il tempo necessario alla riforma della legge elettorale che sembra finalmente sui binari giusti; ma la staffetta no, è troppo e temo sarebbe la fine del pd, ingiustificabile davanti a tutti gli elettori, non solo quelli del pd. Spero sinceramente sia solo dietrologia e ricostruzioni di retroscena tanto cari ai giornalisti italiani, anche se so benissimo che qualcosa di vero ci deve pur essere. Ma io sto per cedere.

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  2. GIOVANNA SILVANI

    Bravissimo Stefano Quanto non sia affidabile e orrendo come persona Renzi lo scopriremo solo vivendo .

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