sabato 26 aprile 2014

GLI ITALIANI NON SONO COMUNISTI, MA CERTO NEMMENO LIBERALI


Sono sempre stato contento di registrare che in Italia, la Sinistra, quella vera, e quindi quella in salsa comunista e massimalista, era folta ma stabile minoranza. Quando andava male(dal mio punto di vista, ovvio), arrivavano al 35%, un italiano su tre. Tanti, però gli altri due erano decisamente ANTI. E quindi andava bene così.
Però oltre ad avere le idee chiare nell'essere decisamente anticomunista, filo occidentale, lieto dell'ombrello Nato e ostile al blocco sovietico., avevo anche, e per fortuna, un'ideale positivo (che essere solo "anti" qualcosa, non lo è) che era ed è quello Liberale.
Oggi è una parola nobilitata, ed il merito è di un uomo che autenticamente liberale non è : Silvio Berlusconi. 
Abilissimo imprenditore certo, e come tutti, solo in teoria favorevole al mercato aperto, alla piena concorrenza, che è assai più vantaggioso se si conquistano posizioni egemoniche fino al monopolio. 
Resta il fatto che da adolescente votavo il PLI di quel gran galantuomo che era Valerio Zanone , e che forse avrà preso in una elezione di gran successo (!?!)  il 3% dei voti - che comunque era il triplo di FID, Fare per Fermare il declino, che ho votato alle ultime...- e ho continuato a farlo fino al 1992, con percentuali che non sono mai granché migliorate. Nel 1994 Forza Italia si presentò come il partito della rivoluzione liberale e ovviamente del fronte anti sinistra. Prese il 21%. Mi piacerebbe pensare che fossero tutti voti liberali ma sbaglierei. Figuriamoci il 29% del 2001, o il 23 del 2006 ( il 37% del PDL del 2008 non conta, perché si erano fuse FI e AN). No, in quei voti c'era tanto anti comunismo, trasformatosi in anti sinistra, e nel corpo di Forza Italia c'erano gli stessi liberali che all'epoca votavano DC per ragioni di "voto utile". 
Quanti saranno veramente i liberali in Italia, quelli che sognano meno Stato, meno Tasse ma per questo disponibili anche ad avere meno servizi gratuiti , meno assistenzialismo ?
Io penso pochi purtroppo.
Questi tristi pensieri mi sono venuti in mente leggendo i tanti articoli che in questi giorni si susseguono sulla crisi del centro destra, coincidente con il declino (ennesimo : siamo al quarto in 20 anni ; però forse stavolta, se non altro per limiti di età, può essere quello vero. Del resto, prima o poi, a forza di dirlo, si si azzeccherà per forza !) del loro leader, Silvio Berlusconi. Tra questi, ha spiccato per veemenza - insolita, per il personaggio - quello di Ernesto Galli della Loggia, che abbiamo riportato nel link : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/04/galli-della-loggia-tra-ragione-e.html

Ha commentato una cara amica, Caterina Simon, con parole appassionate ma anche lucide :

Ho riletto con attenzione per due volte l'articolo ma devo dire che non vedo maramalderia. Noto semmai una forte, fortissima irritazione e, dal mio punto di vista, totalmente condivisibile. Forse sottovaluti, non avendogli creduto nel 94 (e il tempo ti ha ampiamente dato ragione) la rabbia di chi invece, come me, aveva creduto nella possibilità, attraverso di lui, della nascita in Italia di una destra moderna, non più quel partito Dio Patria e Famiglia, reazionario, antiprogressista omofobo e retrivo a cui non solo il movimento sociale ma anche la dominante vulgata dell'egemone cultura di sinistra lo aveva costretto; un partito che di certo non mi sarei mai sognata di votare. Che ne ha fatto Berlusconi di questa possibilità? Dopo vent'anni di leadership cio' che resta della destra è peggio di un cumulo di macerie, non ha saputo creare un'élite culturale nè tantomeno politica,pur avendone la possibilità e comprendendone la necessità non ha cambiato in senso liberale la mentalità di un Paese che vede ancora nell'assistenzialismo la migliore soluzione ai suoi problemi, la dirigenza politica della destra è costituita da da un gruppo di cortigiani e cortigiane che passano il tempo ad accoltellarsi a vicenda e a mettere in salvo i propri interessi prima della disfatta totale. Persone come Martino e Biondi, per dirne due, sono stati completamente marginalizzate a favore di mediocrità quali Di Girolamo, Toti o Lorenzin per fermarci alla mera mediocrità. Il risultato di tutto cio' è che la Destra italiana è di nuovo di là da venire, una tabula rasa di pensiero e personalità, tanto che siamo costretti a sperare in Renzi che alla fine rappresenta una sinistra DC seppure riformata e modernizzata e con i molti condivisibili dubbi che tu quasi quotidianamente esprimi su questo blog. Noi invece l'occasione di dare vita ad un pensiero nuovo, innovativo, alternativo alla sinistra, lei si culturalmente conservatrice, quella ce la siamo persi. E di tutto questo una grande, grandissima responsabilità ce l'ha Berlusconi. Percio' sai cosa, Galli della Loggia c'è andato ancora con la mano leggera!
 
Mi sono sentito di rispondere così :

Cara Caterina
scrivi molte cose giuste - come di solito - e ricordi una cosa verissima che altri invece dimenticano : io non ho mai votato il Cavaliere se non in una occasione, nel 2008. Dopo il governo dell' "Unione" di Prodi avrei votato anche Assad !!!
Quindi non sconto, come te, la classica e umanissima "rabbia" di chi è stato deluso, tradito. Francamente, ho sempre pensato che, nella migliore delle ipotesi, Berlusconi, entrato in politica per difendere la propria famiglia, le proprie aziende, i propri interessi, potesse fare qualcosa di buono in senso anti statalista. In realtà ha preso l'eredità del pentapartito, che ancora nel 1992, nonostante la brutta aria di tangentopoli, che non aveva però prodotto i suoi effetti distruttivi nei confronti di Tutti i partiti della prima repubblica, tranne gli eredi del Pci (.........), aveva conquistato la maggioranza in Parlamento, con il PDS al minimo storico del 16% !
E del resto, gente come Scajola, Verdini, Cicchitto, Schifani, Tremonti che hanno e che avevano di liberale ? O Fini e i suoi colonnelli. I vari Urbani, Martino e Biondi erano in realtà minoranza. Perché minoranza noi liberali siamo nel paese, mia cara e bella amica. Se è vero che i comunisti e i loro successori della sinistra più statalista e sindacalista sono chiara minoranza nel paese, noi liberali sono tristemente convinto lo siamo ancora di più. In compenso anche noi ci dividiamo in tante sigle che consentano una miriade di distinguo...No, in Italia la maggioranza è "moderata", vale a dire persone non ideologizzate, non appartenenti ad una idea identitaria, che rifuggono gli estremismi, di ogni genere. Per cui no all'economia di Stato ma nemmeno al liberismo. No ad uno stato etico, che ci dica come vivere, ma sì ad uno stato protettore. No alle tasse ma sì ai servizi gratuiti.
La DC, e poi anche il PSI, furono bravissimi a dare casa a questo elettorato. Ora ci prova Renzi, partendo dalla parte opposta. Il bello è che chi poi riesce a conquistare la maggior parte di questo elettorato che è stabile al CENTRO, poi cerca di utilizzare quei voti per i PROPRI fini, pagando immancabilmente lo scotto alle elezioni successive. Nell'Italia dell' "alternanza", nessuna coalizione ha vinto due tornate elettorali di seguito...
Tutto questo per dire che no, nemmeno nel 1994 mi ero illuso, e se speravo meglio, non sono rimasto basito di fronte ad uno che alla fine il potere l'ha gestito per tirare a campare, come dagli anni 70 in poi ho per lo più visto accadere.
Quello che critico dell'articolo di Galli della Loggia Caterina sono i toni, che l'uomo avrebbe ben potuto utilizzare già dal 2006, che dopo 10 anni, e il quinquennio governativo, erano già evidenti le cose che scrive oggi, trascorsi altri 8 anni.
Non che Galli della Loggia sia iscrivibile ai peones berlusconiani che oggi si "pentono", per carità. Però nel criticare aveva sempre conservato un certo aplomb, come del resto altri, tipo Panebianco.
Ecco, quest'ultimo l'ha conservato.
Io lo preferisco.


Nessun commento:

Posta un commento