Non ho simpatia per Camilleri, anzi, per quello che leggo delle sue esternazioni, tendo anche a stimarlo poco. Come scrittore, bisogna dargli atto di aver azzeccato un personaggio vincente, il Commissario Montalbano. Solo quello, ché gli altri suoi libri nemmeno col traino dell'uomo di Vigata riescono a vendere decentemente.
Tra i personaggi marginali ma quasi sempre presenti nelle storie di Montalbano, c'è il PM Tommaseo, irrimediabilmente "rattuso", espressione che nel sud sta per morboso.
Ecco, la cronaca di oggi sulle indagini della vita sessuale della moglie di Massimo Bossetti, l'unico indagato per la morte di Yara Gambirasi, mi hanno fatto pensare a quel personaggio, immaginando che la "rattusità" abbia contagiato anche gli inquirenti di Bergamo. Sarebbe interessante poter domandare loro che c'entrano le eventuali relazioni extra coniugali di Marita Comi con il fatto che il marito abbia ucciso la giovane ragazza.
Che ci azzecca ? Ma potremmo sentirci rispondere come mi disse a me un Pretore all'inizio della mia carriera forense "non ha importanza che lei capisca".
Speriamo che almeno si capiscano da soli.
Due uomini dai pm
«Siamo stati amanti
di Marita Bossetti»
Si indaga sul privato dei coniugi
I due uomini non la raccontano giusta? Per la procura sono credibili: non si sono fatti avanti loro, anzi non avrebbero mai voluto raccontare fatti così personali, ma li hanno individuati carabinieri e polizia. Trapela ora, dopo che Marita ha raccontato la sua vita familiare a «Gente» mentre, successivamente, davanti al pm Letizia Ruggeri, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere perché l’avvocato Claudio Salvagni, che l’ha accompagnata e che difende il marito, è stato lasciato fuori dalla porta.
Perché tanto interesse degli inquirenti per le faccende personali? La loro insistenza sul rapporto tra marito e moglie la dice lunga su quanto ritengano sottile il confine tra inchiesta e vita privata. Non a caso è al centro anche delle più recenti attività d’indagine.
Il 6 agosto, quando il magistrato ha interrogato Bossetti, gli ha chiesto delle relazioni di sua moglie. Lui, secco, ha smentito: «Impossibile. Sento il suo amore, ho piena fiducia e rispetto di lei». E il 23 luglio, quando gli investigatori avevano perquisito la casa di Mapello per l’ultima volta prima di togliere i sigilli, fra i 34 reperti hanno sequestrato anche un biglietto d’amore che Marita ha scritto al marito per San Valentino, una fotografia di famiglia e il dvd con le foto del loro matrimonio.
E, ancora, quando mercoledì scorso hanno sentito la suocera del carpentiere si sono concentrati sulle abitudini dei coniugi e sulle persone che frequentavano la loro casa, nello stesso stabile in cui vive lei. Probabilmente avrebbero voluto fare molte domande anche a Marita, il giorno dopo, ma lei ha scelto il silenzio.
La sfera privata ha rilevanza? Sì per la procura, secondo la quale il movente dell’omicidio è di natura sessuale. Scava quindi anche nelle pieghe più intime della relazione tra marito e moglie, per capire se andava tutto bene ed era tutto così «normale» come sostengono i coniugi. Non che il contrario significherebbe che una persona è capace di uccidere. Ci mancherebbe. Se il contesto fosse un altro, sarebbero fatti personali senza rilievo. Ma con una bambina uccisa e il Dna del carpentiere isolato sui leggings e sugli slip della vittima, ogni dettaglio viene ritenuto utile per ricostruire la personalità e il contesto di vita dell’indagato.
«Non entriamo nella vita privata dei coniugi che deve rimanere tale nel momento in cui non ha rilevanza ai fini dell’inchiesta», obiettano gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti. Decide Marita di smentire le due testimonianze: «Nessuna relazione extraconiugale», dice tramite gli avvocati. Che rimarcano: «Bossetti non è un assassino, chi gli restituirà la sua vita distrutta?».
Una vita che marito (interrogato cinque volte, per due si è avvalso della facoltà di non rispondere) e moglie (sentita il giorno del fermo e il 23 giugno) descrivono sempre nello stesso modo: lui è un uomo tutto casa e lavoro, che la sera stava con la sua bella moglie e che stravede per i suoi tre bambini; lei è una donna che gli crede, che trova sicurezza nella «banalità della nostra esistenza, una banalità felice». Lei va sempre a trovarlo in carcere. Lui resiste. Intanto gli avvocati Salvagni e Silvia Gazzetti stanno preparando l’istanza di scarcerazione al gip.
Giuliana Ubbiali
Nessun commento:
Posta un commento