In una giornata di tensione prevedibile dopo la morte tragica di Davide, il ragazzo di 17 anni ucciso da un colpo di pistola partito dalla pistola di un carabiniere, accidentalmente, secondo la versione ufficiale, abbiamo dato voce ad un napoletano sensibile e verace, l'amico e collega Antonio Visconti, nato, cresciuto e residente nei quartieri spagnoli . Il suo commento lo trovate nel link http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/09/davide-muore-17-anni-meglio-far-parlare.html .
In questo post, ascoltiamo invece gli "sbirri", quelli di ACAB (all cop are bastard...tutti i poliziotti sono bastardi...), il "nemico".
Non è facile vivere a Napoli, per nessuno.
Ho appena finito di leggere l'ultimo libro (In fondo al tuo cuore" ) di Maurizio Di Giovanni, napoletano e inventore del commissario Ricciardi, che nei suoi romanzi descrive magistralmente la Napoli degli anni '30. Ad un certo punto c'è il dialogo tra un brigadiere e un guappo : "voi la dovete smettere di trattarci sempre come dei nemici !", esclama il primo all'ennesima dimostrazione di malevola diffidenza. E l'altro gli risponde "brigadiè, se accade sempre, come dicite voi, e forse una domanda ve la dovete fare".
“Noi, agenti di frontiera nei quartieri più difficili dove la divisa è un nemico”
LAPRESSE
L’assalto a un’auto della polizia in borghese durante il corteo di ieri nel quartiere Traiano a Napoli
antonio e. piedimonte
napoli
«Gli errori o le cattive condotte, quando sono state messe
in essere, vanno punite e anche severamente, ma il problema a Napoli è di ben
più vasta portata: questa è una frontiera, qui per tanti lo Stato è solo un
nemico». A parlare è un graduato, un «uomo dello Stato», come preferisce essere
indicato, che conosce bene la realtà napoletana per averci lavorato a lungo.
Non vuole entrare nel merito di quanto accaduto l’altra notte a Soccavo – «È
una triste tragedia sulla quale farà chiarezza la magistratura» – ma accetta di
parlare delle condizioni in cui operano tutti i giorni gli uomini di delle
forze dell’ordine. «Questa non è una città come le altre – spiega – qui diventi
il collettore di tutte le storture e le ingiustizie della società. E le
reazioni sono spesso violente». Si riferisce ai tanti episodi di aggressione
che si scatenano quando c’è un fermo o un arresto e la folla prende di mira gli
uomini in divisa? «Accade continuamente e in tanti quartieri. Scendono dalle
case per un assalto finalizzato a consentire la fuga del fermato». Molti
ricordano la rivolta che si scatenò in piazza Ottocalli… «Era stato preso uno
spacciatore. Decine di donne e bambini dai balconi lanciarono di tutto, dalle
suppellettili alle bottiglie ghiacciate, un agente finì in ospedale con la
mandibola fratturata». E non sempre si tratta solo di lanci. «Solo qualche mese
fa in via Gianturco furono fermati tre ragazzi a bordo di uno scooter,
spararono contro gli agenti e un assistente capo fu colpito al torace. Qualche
settimana fa altri colpi di pistola, esplosi da ragazzi a bordo di uno scooter,
hanno sfiorato una pattuglia nei Quartieri Spagnoli. Ecco questo è il clima nel
quale si opera a Napoli».
Un quadro confermato anche da un sindacalista della polizia, il
segretario generale per la provincia di Napoli Giulio Catuogno: «Le
aggressioni alla polizia? Nell’ultimo mese sono state almeno una
decina». Clima difficile, per usare un eufemismo. «Da questo punto di
vista dobbiamo registrare un primato nazionale negativo. Ma, purtroppo,
non è il solo. Pensi solo all’incredibile record di veicoli (scooter e
auto) che circolano senza assicurazione. Per giunta, una volta bloccati,
ci tocca restituirli ai proprietari, i quali riprendono subito a
usarli». Le zone più difficili? «Tutti i quartieri, in un modo o in un
altro, sono coinvolti da vari fenomeni. Ma tra le questioni centrali,
come è noto, c’è anche l’applicazione della legge: qui spesso il
delinquente torna a casa prima del poliziotto che l’ha arrestato. Le
pare normale?». Poi ci sono le carenze strutturali. «È un’altra
emergenza: in città e provincia un qualsiasi ufficio operativo
(commissariati, ecc.) ha una carenza di organico superiore al 40%. E non
le faccio tutto il solito di elenco, quello che comincia con la
mancanza di carburante per le auto di servizio. Anche per questo il
lavoro diventa enormemente pesante e problematico e ci sono tanti
colleghi che cercano di farsi trasferire al Nord. Ma, attenzione, non
scappano dalla polizia ma solo dalla invivibilità di Napoli, quella
generale e quella lavorativa».
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