Dunque, una nonna, una madre, due zie, una cugina e due fidanzate insegnanti, a coprire ogni ordine e grado della scuola italiana. Più quanto osservato sia da studente sia da compagno di madri con figli in età scolare e, da due anni, come padre del mio. Insomma, qualche contatto col mondo della scuola l'ho avuto, quel tanto che basta per essere per una volta d'accordo con un sindacalista, Luciano Lama, leader storico della CGIL, che definì i professori "impiegati a mezzo servizio". Ovviamente non è sempre così, quelli che si dannano con passione, che si aggiornano veramente ci stanno e chissà, forse sono anche una folta minoranza. Ma tanti altri no.
Mi ricorderò sempre mio padre che voleva che prendessi giurisprudenza, possibilmente per seguire le sue orme (era magistrato), ed era contrarissimo che, seguendo la mia passione per la storia e la politica, mi iscrivessi a Scienze Politiche, col timore che poi non trovassi alcun lavoro (io volevo fare il giornalista...).
"Meglio allora Storia e Filosofia, che almeno se non entri in un giornale, prima o poi un posto a scuola lo trovi".
Certo, le responsabilità sono diffuse, non solo del corpo docente, se la situazione della scuola italiana è quella non brillante descritta dalla bravissima Paola Mastracola (prof. pure lei) nel suo bello e desolante .
"Togliamo il disturbo" . Se poi scuole come quella polacca o irlandese (non parliamo dell'est asiatico), sono molto più avanti della nostra con meno risorse, qualche domanda "diversa" toccherà anche farsela.
Renzi adesso la riformerà e fa bene. Parla addirittura di merito, roba che farà venire l'orticaria a non so quanti di questi docenti che tanto avversano gli invalsi proprio nel terrore di un sistema che li valuti (insieme ai loro discenti) e promette che dal 2016 non si entrerà più senza un concorso.
Questo è il FUTURO, che chissà se vedremo veramente.
Per il presente, una bella infornata di 150.000 precari assunti senza merito e senza concorso.
Elimineremo i supplenti...e ci mancherebbe pure che con una intruppata come questa, vedremo come distribuita ed organizzata, ci fosse anche bisogno dei supplenti !!
Già oggi avevamo più insegnanti noi della Germania, come media studenti, figuriamoci dopo questo maxi condono.
Io cercherei di digerirlo questo nuovo rospo bello grasso che Renzino mi propone, però a qualche condizione, tipo l'immediato numero chiuso in facoltà come Lettere e similari, in modo che non arrivino nuove migliaia di dissennati aspiranti insegnanti senza cattedra che poi si mettono a premere e piangere per essere assunti, che realmente si entri solo per concorso e questi vengano indetti per coprire ruoli vacanti, altrimenti NADA.
Insomma, un'amnistia che azzeri tutto il marcio - TANTO - che ha caratterizzato la scuola italiana e che prometta che tutto questo non accadrà mai più.
Ecco, in questi termini potrebbe essere accettabile, anche se è ingiusto rispetto a tutti gli altri.
E già perché quando QUESTO governo beneficia qualcuno, finora non si è sbagliato MAI : dipendenti, meglio se pubblici, meglio ancora se professori...
Io non ce l'ho con Renzino : fa bene il suo (sporco) lavoro. Ce l'ho con Alfano, che gli fa da stampella, in una politica finalizzata ad accarezzare solo il proprio elettorato. Monti in questo non ha tutti i torti : almeno lui con la previdenza e l'IMU aveva scontentato TUTTI, senza figli e figliastri.
Scuola, in rete le linee guida della riforma: assunzione per 150 mila professori precari
Gli scatti saranno basati sul merito e non sull’anzianità. Renzi: rivoluzione in un anno
ANSA
Matteo Renzi in un fermoimmagine del videomessaggio
Nessuna imposizione, insiste il premier: «Vi propongo un patto, un patto educativo, non l’ennesima riforma, non il solito discorso che propongono tutti i politici». Perché, ed è questa la sostanza dell’intero pacchetto, occorre ripartire dalla scuola per far ripartire il Paese: «È la scuola il cuore di tutto», sottolinea Renzi. È lo stesso presidente del Consiglio a elencare alcuni dei cardini del piano: «Noi diciamo basta ai precari e alla “supplentite”, ma ci vuole anche il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e che gli scatti di stipendio devono essere sulla base del merito e non dell’anzianità». Per fare tutto questo, a partire dall’assunzione di 148.100 precari a settembre 2015, le risorse saranno nella legge di Stabilità.
PIANO ASSUNZIONI DA 3 MILIARDI DI EURO
Per assumere i quasi 148.100 professori precari - spiega Renzi - «saranno necessari circa 3 miliardi di euro». Per l’esercizio finanziario 2015 - primo anno di attuazione del piano - sarà quindi necessario impegnare un miliardo, relativo ai primi 4 mesi dell’anno scolastico corrispondenti con gli ultimi 4 mesi dell’anno solare (da settembre a dicembre). La cifra «potrà essere inferiore, anche in maniera significativa, proporzionalmente alle risorse che verranno risparmiate grazie all’abolizione delle supplenze». Una stima “cauta” parla di un risparmio che potrebbe arrivare «a 300-350 milioni all’anno». Ogni 3 anni 2 docenti su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più «grazie a una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola». I nuovi «scatti di competenza» coinvolgeranno due terzi (66%) di tutti i docenti di ogni scuola (o reti di scuole). Si tratterà di quei docenti che avranno maturato più crediti nel triennio precedente». Saranno legati all’impegno e alla qualità del proprio lavoro.
Ecco i 12 punti chiave della riforma:
- MAI PIÙ PRECARI NELLA SCUOLA - Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie a Esaurimento.
- DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO - 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più “liste d’attesa” che durano decenni.
- BASTA SUPPLENZE - Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.
- LA SCUOLA FA CARRIERA: QUALITÀ, VALUTAZIONE E MERITO - Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie a una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.
- LA SCUOLA SI AGGIORNA: FORMAZIONE E INNOVAZIONE - Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi.
- SCUOLA DI VETRO: DATI E PROFILI ONLINE - Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.
- SBLOCCA SCUOLA - Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.
- LA SCUOLA DIGITALE - Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.
- CULTURA IN CORPORE SANO - Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia.
- LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI - Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano «Digital Makers» nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.
- FONDATA SUL LAVORO - Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.
- LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA - Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.
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