Pistorius è bianco, il giudice, la signora Thokozile Matilda Masipa, è nera, ma non si è fatta influenzare evidentemente dal colore del primo, avendo avuto la serenità e la freddezza necessarie per respingere l'accusa della procura dello Stato fondata su prove non ritenute sufficienti a superare il muro del "ragionevole dubbio". Come si vede nei film americani, sempre, mentre non nei nostri. Da noi è un'argomento pressoché inutile perché la (non) cultura dominante, ancorché non conclamata normativamente (ma dalla prassi avoglia !!), è quella che è chi si difende che deve sgombrare i dubbi sorti su di lui.
Dopo i confini così delineati dal Giudice di Pretoria, non è più possibile una pronuncia di omicidio premeditato o comunque volontario, ipotesi per le quali è stato stabilito che NON ci sono prove bastanti. Resta l'opzione tra assoluzione o omicidio colposo (più probabile questa seconda ipotesi, visto che sempre il giudice ha biasimato l'uso dell'arma da fuoco, anche se sul punto il ragionamento, forse non ben riportato nella traduzione, non convince.
Non sarebbe ragionevole armarsi se ci si sente in pericolo...ma allora quando ? No, deve ver detto qualcosa di diverso sul punto.
Il Giudice ha poi affermato che " i testi dell'accusa non hanno superato la prova di indipendenza dalle ricostruzioni dei media. Non ne terrò conto!". E a questo punto il collega (e amico FB) Francesco Antono Maisano, a cui debbo la segnalazione, ha giustamente e amaramente commentato : da noi sarebbe FANTASCIENZA (in verità l'aveva già detto pensando alla severa applicazione del principio basilare del "ragionevole dubbio").
Peraltro, osservo, tra i plastici di Porta a Porta e lo starnazzare di non quanto talk show di genere ormai presenti nelle nostre tv, più la rete, e dove si troverebbero più dei testi indipendenti ?? Si fanno andar bene quelli che hanno.
Pistorius , il giorno della sentenza. Il giudice: “non ci fu dolo nè premeditazione”
L’atleta potrebbe essere accusato di omicidio colposo. La corte ha scartato due testimoni-chiave dell’accusa: “Inaffidabili”
AFP
Oscar Pistorius nell’aula del tribunale di Pretoria
Escluse le ipotesi di dolo e premeditazione, rimangono in piedi
due possibili esiti per il processo a Oscar Pistorius, accusato della
morte di Reeva Steenkamp: l’assoluzione l’omicidio colposo. Nel secondo
caso l’atleta potrebbe essere condannato a una pena massima di 15 anni.
A leggere il verdetto, un documento di più di 4mila pagine, è il giudice monocratico Thokozile Matilda Masipa, una donna 66enne originaria di Soweto. Pistorius è entrato nel tribunale di Pretoria, tra la folla di giornalisti e cameraman, senza dire una parola, a labbra strette e pallido in volto.
L’omicidio della modella Reeva Steenkamp è avvenuto nella notte del 14 febbraio 2013. Il velocista sudafricano aveva sparato quattro colpi attraverso la porta del bagno uccidendo la fidanzata 29enne. Secondo la difesa, Pistorius aveva sparato temendo che dei ladri si fossero introdotti nell’abitazione. Secondo l’accusa, invece, l’omicidio di Reeva Steenkamp era stato intenzionale e dovuto a un recente litigio tra i due.
Le motivazioni della corte
Il giudice Masipa ha escluso l’ipotesi di omicidio doloso. Poco prima di annunciare la sospensione della seduta per la pausa pranzo, ha affermato che le prove dimostrano che Pistorius, nel momento in cui sparava contro la porta del bagno, era convinto che la fidanzata si trovasse nel letto. Secondo il giudice non è possibile che l’accusato abbia visto la persona a cui sparava da dietro la porta. Poco prima era stata esclusa anche l’accusa di omicidio premeditato, che avrebbe portato a una condanna all’ergastolo per Pistorius. «Lo stato (l’accusa nel processo contro Oscar Pistorius, ndr) non ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che l’imputato è colpevole di omicidio premeditato. Semplicemente non ci sono abbastanza fatti per sostenere una tale conclusione» ha affermato il giudice Masipa leggendo il documento contenente la sentenza.
Il giudice: Pistorius prese la pistola consapevolmente
Oscar Pistorius non ha avuto vuoti di memoria nei momenti cruciali: l’imputato «ha deciso consapevolmente» di prendere la pistola e dirigersi verso il bagno per sparare. Lo ha detto il giudice Thokozile Masipa leggendo la sentenza nel processo contro l’ex campione paralimpico. Il giudice ha anche criticato l’uso di un’arma da parte di Pistorius: «Non penso sia ragionevole» armarsi quando ci si sente in pericolo in quanto si è una persona vulnerabile, ha dichiarato». Secondo il giudice Pistorius voleva sparare, anche se questo non implica che volesse uccidere.
Gli elementi dell’accusa respinti dalla sentenza
Molti gli elementi dell’accusa giudicati irrilevanti dal giudice Masipa. La corte ha scartato nel suo verdetto due testimoni-chiave per l’accusa, che contraddicevano la versione dei fatti data dall’atleta. Ma per il giudice i due non sarebbero «affidabili». Si tratta di una coppia, Michelle Burger e suo marito, Charl Johnson, vicini di casa dell’atleta: i due hanno raccontato di aver udito delle grida di terrore, provenienti dalla casa di Pistorius, precedenti ai rumori che loro interpretarono come spari nella notte del fatto.
Irrilevante anche la tesi del conflitto tra Oscar e Reeva. L'accusa, per sostenere la tesi del litigio come movente dell’omicidio, aveva portato come prova alcuni messaggi scambiati tra Pistorius e la Steenkamp su WhatsApp. Una prova che, nella sentenza, il giudice Masipa ha scartato a causa dell’incapacità della corte di giudicare se la coppia fosse effettivamente in crisi.
Secondo il giudice Masipa, inoltre, gran parte dei testimoni ascoltati durante il processo (in totale sono stati 37, ndr) ha fatto confusione tra ciò che sapevano per esperienza diretta, ciò che avevano appreso da altre persone e ciò che avevano sentito attraverso i media. Per questo motivo, ha spiegato, nell’elaborazione della sentenza si è preferito fare affidamento su elementi probatori di più affidabili, come i tabulati telefonici acquisiti agli atti.
A leggere il verdetto, un documento di più di 4mila pagine, è il giudice monocratico Thokozile Matilda Masipa, una donna 66enne originaria di Soweto. Pistorius è entrato nel tribunale di Pretoria, tra la folla di giornalisti e cameraman, senza dire una parola, a labbra strette e pallido in volto.
L’omicidio della modella Reeva Steenkamp è avvenuto nella notte del 14 febbraio 2013. Il velocista sudafricano aveva sparato quattro colpi attraverso la porta del bagno uccidendo la fidanzata 29enne. Secondo la difesa, Pistorius aveva sparato temendo che dei ladri si fossero introdotti nell’abitazione. Secondo l’accusa, invece, l’omicidio di Reeva Steenkamp era stato intenzionale e dovuto a un recente litigio tra i due.
Le motivazioni della corte
Il giudice Masipa ha escluso l’ipotesi di omicidio doloso. Poco prima di annunciare la sospensione della seduta per la pausa pranzo, ha affermato che le prove dimostrano che Pistorius, nel momento in cui sparava contro la porta del bagno, era convinto che la fidanzata si trovasse nel letto. Secondo il giudice non è possibile che l’accusato abbia visto la persona a cui sparava da dietro la porta. Poco prima era stata esclusa anche l’accusa di omicidio premeditato, che avrebbe portato a una condanna all’ergastolo per Pistorius. «Lo stato (l’accusa nel processo contro Oscar Pistorius, ndr) non ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che l’imputato è colpevole di omicidio premeditato. Semplicemente non ci sono abbastanza fatti per sostenere una tale conclusione» ha affermato il giudice Masipa leggendo il documento contenente la sentenza.
Il giudice: Pistorius prese la pistola consapevolmente
Oscar Pistorius non ha avuto vuoti di memoria nei momenti cruciali: l’imputato «ha deciso consapevolmente» di prendere la pistola e dirigersi verso il bagno per sparare. Lo ha detto il giudice Thokozile Masipa leggendo la sentenza nel processo contro l’ex campione paralimpico. Il giudice ha anche criticato l’uso di un’arma da parte di Pistorius: «Non penso sia ragionevole» armarsi quando ci si sente in pericolo in quanto si è una persona vulnerabile, ha dichiarato». Secondo il giudice Pistorius voleva sparare, anche se questo non implica che volesse uccidere.
Gli elementi dell’accusa respinti dalla sentenza
Molti gli elementi dell’accusa giudicati irrilevanti dal giudice Masipa. La corte ha scartato nel suo verdetto due testimoni-chiave per l’accusa, che contraddicevano la versione dei fatti data dall’atleta. Ma per il giudice i due non sarebbero «affidabili». Si tratta di una coppia, Michelle Burger e suo marito, Charl Johnson, vicini di casa dell’atleta: i due hanno raccontato di aver udito delle grida di terrore, provenienti dalla casa di Pistorius, precedenti ai rumori che loro interpretarono come spari nella notte del fatto.
Irrilevante anche la tesi del conflitto tra Oscar e Reeva. L'accusa, per sostenere la tesi del litigio come movente dell’omicidio, aveva portato come prova alcuni messaggi scambiati tra Pistorius e la Steenkamp su WhatsApp. Una prova che, nella sentenza, il giudice Masipa ha scartato a causa dell’incapacità della corte di giudicare se la coppia fosse effettivamente in crisi.
Secondo il giudice Masipa, inoltre, gran parte dei testimoni ascoltati durante il processo (in totale sono stati 37, ndr) ha fatto confusione tra ciò che sapevano per esperienza diretta, ciò che avevano appreso da altre persone e ciò che avevano sentito attraverso i media. Per questo motivo, ha spiegato, nell’elaborazione della sentenza si è preferito fare affidamento su elementi probatori di più affidabili, come i tabulati telefonici acquisiti agli atti.
MARIA MANN
RispondiEliminaprocesso interessante non solo sotto il profilo giuridico questo...
(ad esempio) l'aspetto sociale, in un Paese che sta cercando di superare anche la sua storia , il giudice di colore, il quartiere per bianchi, le armi in casa per difendersi da chi più povero potrebbe assalire il bianco ricco ... il portatore di handicap grave divenuto uno sportivo di fama internazionale, eroe internazionale che si scopre invece persona preda di mostri interiori, ..... insomma è una storia molto complessa sotto molteplici aspetti