Tutto è riformabile...meno la Giustizia. Certo, tutti sanno che non funziona più, e da decenni, ben prima dell'avvento del Berlusca. La lentezza incredibile dei processi era problema già grave quando divenni avvocato, ormai 25 anni fa, ora non si può più parlare di gravità....ma di decesso avvenuto. Al problema del numero dei procedimenti (specie civili, sei milioni pare.....!!!!) e della lentezza inaccettabile dei processi, si è aggiunta - e non se ne sentiva il bisogno - la politicizzazione dichiarata di vasti settori della magistratura. Ora, ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita sociale, di dare un suo fattivo contributo. E se qualcuno ritiene di avere idee buone e doti innovative e organizzative può anche pensare di entrare in politica e partecipare alla formazione delle leggi.
Ma deve farlo vestendo i panni di "Legislatore" , o del Politico, NON di GIUDICE, che le leggi le APPLICA anche se non gli piacciono. Ad un interessante convegno sulle intercettazioni, di cui parlerò a parte, un esponente dell'Associazione Nazionale Magistrati dichiarava che a loro la riforma che si delinea non piace, e che è loro diritto criticarla, dopodiché non saranno loro a sostituirsi al legislatore...Ma era in chiara difficoltà a dire queste cose, sapendo benissimo come l'ala dura della sua categoria NON si limiterà a "criticare"....
Intanto si parla di sciopero...come lo hanno proclamato gli avvocati contro l'introduzione della mediazione civile. E infatti, esattamente come per gli avvocati, si tratta di interessi di "bottega"....
Solo che per gli avvocati è LEGITTIMO in quanto noi NON siamo un potere dello Stato ma una categoria come tante altre. I Giudici NO. Sono uno dei TRE poteri Costituzionali, e il loro contrapporsi ad un altro tra questi (governativo e/o legislativo) crea la famosa crisi istituzionale. A differenza dei cittadini "qualunque" la Magistratura può parlare direttamente col capo dello Stato che ne presiede il Consiglio Superiore, può interloquire col Ministro di Giustizia, in un confronto tra PARI. Insomma, il diritto di sciopero non è stato immaginato per soggetti del genere, infatti non si è mai visto lo sciopero del Governo o del Parlamento. Gli strumenti di confronto, anche molto critico, sono altri (da ultimo, LA Corte Costituzionale).
" ...spettacolo indecoroso quello di un potere dello Stato che minaccia di contestare il processo de jure condendo e, poi, persino il principio de jure condito, degli altri due poteri come un qualsiasi sindacato di lavoratori dipendenti o una qualche corporazione di lavoratori autonomi che difendono i propri interessi. Forse certi magistrati dovrebbero decidersi cosa vogliono essere : un potere dello Stato, dipendenti pubblici o lavoratori privati ? .....Qui non è in gioco la riforma della giustizia , quali che ne siano i contenuti, comprese le eventuali distorsioni delle quali si occuperanno la Dottrina e gli Organi costituiti alla bisogna ; qui è in discussione la credibilità dello Stato Costituzionale. ..... una democrazia costituzionale retta, bene o male, da un sistema di pesi e contrappesi , e non una democrazia commissariata da un potere giudiziario che, per ragioni sue proprie, categoriali o politiche che siano, rischia di porsi fuori dalla Costituzione. ....ammesso che la riforma del centrodestra sia "incostituzionale" , chi lo deve stabilire " L'Associazione Nazionale Magistrati ? - un sindacato di categoria , che scende in piazza bloccando , con uno sciopero , l'esercizio della Giustizia nel Paese - ovvero il Presidente della Repubblica , col rinvio alla Camere, o , infine, la Corte Costituzionale ? " Così Piero Ostellino sil Corriere di oggi.
Ma stesse a diventa fascista il Corrierone ?
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