Su FB su qualche profilo di "amici" mi imbatto ogni tanto in confronti interessanti, per quanto spesso viziati da una prevalente impermeabilità al dubbio e all'ascolto altrui.
In questi giorni di speculazione borsistica , oggi a Piazza affari quasi - 4%.....scoppia la polemica tra i liberisti, quelli che sostengono come le speculazioni siano l'effetto e non la causa, e gli "anti" finanza, che non accettano che attraverso questo meccanismo si possa condizionare la vita politica e sociale dei paesi.
Proprio stamane riportavamo un articolo tratto dal blog diretto da Oscar Giannino , il Chicago.it , dove appunto si sosteneva la prima tesi, e nel pomeriggio mi sono trovato di fronte ad uno scambio vivace tra Giacomo Zucco, brillante e intelligente esponente del gruppo Tea Party Italiano (evidentemente ispirato all'omonimo gruppo americano, rappresentante la parte repubblicana che potremmo definire più "ortodossa" e radicale nel suo liberismo) e un un suo interlocutore che auspicava una dura azione nei confronti dei cinici operatori di borsa.
Dell'interlocutore di Zucco francamente non apprezzavo toni vagamente spregiativi nei confronti per esempio di Oscar Giannino, però un pensiero mi ha colpito e l'ho riporto qui testualmente :
"L'Istituto. Bruno Leoni, come tutti i liberisti al parossismo, sono convinti che la mano invisibile di A. Smith sistemi ogni situazione economica, ma trascurano il fatto che mentre la mano si muove, molto, molto lentamente, i più deboli soccombono e non hanno la possibilità di attendere".
Francamente mi trovo a condividere questa considerazione. Il mio essere liberale non mi porta ad essere del tutto liberista. Certo, ritengo che gli individui devono essere liberi, e questa libertà si deve poter esprimere anche nel campo della iniziativa economica. Ma siccome non sono solo, la mia libertà trova limiti in quella altrui (banale) e la competizione che normalmente nasce nel confronto sociale non può essere evidentemente senza regole (banale), ispirata solo ad una naturale prevalenza del soggetto "più forte". Credo ai migliori e al premio per essi. Ma credo anche nella solidarietà, nell'aiuto ai più deboli, ad una società che cerchi di dare a tutti il modo di vivere con dignità (che è cosa ben diversa dal lusso, dalle vacanze chic, dalla macchina figa, dal cellulare , IPAD, IPHONE, e tutte quelle COSE che è bello, utile, piacevole avere, ma non certo ESSENZIALE ).
Insomma ci sta che chi è più bravo abbia di più, con buona pace degli altri meno bravi ( i "socialmente invidiosi" che sono TANTI ) e si, anche meno fortunati (anche se l'utopia liberale vorrebbe l'uguaglianza dei punti di partenza, proprio per privilegiare il MERITO e diminuire lo spazio alla FORTUNA) . Ma NON ci sta che si possa pensare che chi ha meno qualità, meno mezzi, naufraghi. Non si può.
Tornando alla mano di A. Smith, un altro grande pensatore, considerato l'economista più importante del 20 secolo, Keynes, vide bene che nel 1929, ai tempi della GRANDE DEPRESSIONE, la cosa NON funzionava, o forse, come suggeriva l'interlocutore di Zucco, ci stava mettendo troppo tempo.
Per questo, ispirandosi probabilmente anche al New Deal Roosveltiano, elaborò una teoria rivoluzionaria per i tempi in contrasto con la teoria economica neoclassica, sostenendo la necessità dell'intervento pubblico nell'economia con misure di politica fiscale e monetaria, qualora una insufficiente domanda aggregata non riuscisse a garantire la piena occupazione.
Ovviamente sono passati 80 anni e il mondo è cambiato totalmente.
Pure la distinzione tra un capitalismo più "puro", liberista tout-court, e uno "inquinato" da istanze di tipo sociale (il welfare europeo del dopoguerra così inviso agli USA) , è attuale ,
E anche io ho detto la mia nella "conversazione" accennata prima scrivendo che il liberismo troppo spinto ha costi umani non sostenibili. Anche ammettendo che economicamente le sue leggi siano corrette, il che nemmeno sembrerebbe del tutto, è una medicina a volte troppo "forte", che uccide prima di guarire. Non credo Keynes fosse un socialista, penso che ritenesse che il capitalismo fosse un buon sistema ma andasse "sorvegliato" e del caso corretto. Apprezzo molte cose degli USA, l'amore per la libertà innanzi tutto, ma non mi piacerebbe vivere li. Preferisco il nord europa, forse la Germania...almeno per come la vedo da qui. Abbiamo volato troppo alto, e atterrare sarà brutto. Ma se ci "abbassiamo" un po' tutti, non nello stesso modo, ma ognuno un po' (forse stavolta sarà necessario "un bel po' ") accettando di farci comunque carico delle persone VERAMENTE più deboli e meno fortunate, magari ci accorgiamo che si vive lo stesso.
E saremo rimasti umani.
ADAM SMITH |
JOHN MAYNARD KEYNES |
"...sostenendo la necessità dell'intervento pubblico nell'economia con misure di politica fiscale e monetaria."
RispondiEliminaKeynes sostenitore di politiche monetarie? Bizzarro.