martedì 12 luglio 2011

QUANDO SCALFARI BRINDAVA PER L'ACCORDO CON BERLUSCONI

CARACCIOLO E SCALFARI
L'altro giorno mi sono occupato del LODO MONDADORI, scrivendo come ritenessi che ci siano poche cose da commentare sulla sentenza d'Appello e il famoso risarcimento di 560 milioni. La corruzione di un Giudice c'è stata (almeno per la legge processuale è così, e noi, fino alla prova contraria che emergesse da una revisione del processo,  dobbiamo prenderla per buona, altrimenti salta TUTTO),  i giudici hanno logico motivo di ritenerla decisiva ai fini della sentenza poi resa (è vero che erano tre, e uno il corrotto, ma non a caso era il giudice relatore, cioè quello che di fatto studia più approfonditamente il caso, lo espone agli altri e quindi ha buone possibilità di tirarli dalla sua ) , e quindi questo è.

Certo, c'è la Cassazione, quindi l'ultima parola non è detta, ma per ora le cose stanno così e non c'è tanto da gridare allo scandalo come fa Marina Berlusconi.
Detto questo, scrissi anche che il Lodo Arbitrale impugnato da Fininvest davanti al Tribunale di Roma, quello che poi lo annullò, non sembrava così perfetto...Insomma anche senza corrompere Metta poteva finire con l'annullamento dello stesso, ma bisognava fidarsi, non truccare le carte per essere SICURI di vincere. E' stata scelta la strada più autoctona, italy doc, e non sempre va bene.
Oggi leggo la ricostruzione di alcuni passaggi del tempo, quando la guerra di Segrate, così era definita, era al centro della polemica nazionale, e ho la conferma di quanto detto : il Lodo Mondadori non venne visto come una verità violata, e ai tempi l'accordo transattivo con Ciarrapico mediatore fu salutato di buon grado soprattutto dalla parte di De Benedetti . Direte : grazie, la sentenza di Metta gli toglieva tutto, l'accordo gli ridava Repubblica e L'Espresso. Giusto, ma non mi riferisco alla sostanza, bensì ai COMMENTI.
Ripercorriamoli insieme.

Nel 1983 Carlo De Benedetti possedeva il 13% dell'Editoriale L'Espresso (nel quale era compresa Repubblica ) Nel 1988 l' Ingegnere acquistò quote importanti della Mondadori, e quindi la maggioranza del gruppo L'Espresso. Caracciolo e Scalfari gli vendettero il resto col risultato che De Benedetti aveva una concentrazione editoriale che oggi sarebbe fuori legge, e Scalfari divenne un uomo ricco....
E fin qui tutto bene ovviamente perché stanno vincendo i "buoni".
Nel dicembre 1989 però Luca Formenton vende le sue quote di Mondadori a Berlusconi Fininvest che prendono la maggioranza societaria nella cui pancia ci sono tra l'altro i gioielli di famiglia (Espresso e Repubblica).
La concentrazione editoriale che andava bene sotto De Benedetti, diveniva un attentato alla libertà di stampa sotto Berlusconi.  Da noi funziona così, e questo ancora prima che il Berlusca divenisse il Caimano.
Da sottolineare che a quel tempo Scalfari NON contestava la legittimità dell'acquisto di Berlusconi in sé, in quanto rientrava, la compravendita, nella logica di un libero mercato.
In un articolo del 3 dicembre 1989 il FAraone del giornalismo italiano scriveva : " Non è compito mio ocucparmi delle motivazioni che possono aver indotto la famiglia Formenton a questo giro di valzer. Se ci sono. Si tratta comunque di motivazioni legittime , visto che in un'economia di mercato il valore di scambio predomina largamente sul valore d'uso e che tutto si può vendere e comprare : beni immobili, titoli, opere dell'ingegno e perfino prenotazioni per ballare un valzer".
Il problema era il RISULTATO, vale a dire la concentrazione che ne era derivata (con lo strabismo sopra denunciato).
Quando il Lodo Mondadori fu quindi annullato a Scalfari non sembrò una decisione GIURIDICAMENTE scandalosa, non sospettò corruzioni o trame, continuando a farne una questione politica : tv, giornali, libri nelle mani di un uomo solo ( e ci sta).
DE BENEDETTI E BERLUSCONI 
Dopo l'accordo patrocinato da Andreotti e condotto in porto da Ciarrapico, Scalfari il primo maggio 1991 scriveva soddisfatto : " Si è concluso finalmente dopo sedici mesi di contrasti e polemiche il duro conflitto che ha opposto dentro la Mondadori due schieramenti azionari rivelatisi inconciliabili se non nella spartizione delle attività dell'azienda".
BArbapapà, come i giornalisti lo chiamano, era soddisfatto, le sue creature erano tornate in mani amiche.
Il Lodo Arbitrale messo nel nulla dalla sentenza poi rivelatisi "corrotta", non era questo moloch violato.
Oggi scrive cose diverse, ma come dicevano i nostri pur mediocri professori "verba volant, scripta manent".

Nessun commento:

Posta un commento