sabato 2 luglio 2011

QUOTE ROSA ? SAREBBE BELLO CHE LE DONNE DICESSERO "NO GRAZIE"

A me piace Filippo Facci. Certo non è un "moderato", nel senso di modesto, pacato, aperto al confronto. Dal suo modo di porsi in tv, invitato ai programmi di "approfondimento" , e nei suoi articoli è palese una scoperta assertività e una forte insofferenza per le opinioni diverse dalle sue. E' netto, con nessun dubbio.
Beato lui, si potrebbe dire. E invece no, perché i dubbi sono utili (se non diventano paralizzanti ovvio).
FILIPPO FACCI
Fatta questa premessa veniamo al tema trattato oggi dal "nostro" : le quote rosa.
Personalmente, quando uscì la notizia anni fa, credo ormai 5-6, sull'introduzione in Norvegia di questa cosa, trasecolai....Possibile mai che una qualsiasi posizione venga assegnata per LEGGE e non per MERITO ???
Eh ma bisogna fare i conti con la realtà, con le donne vessate e sfavorite nell'accesso al mondo del lavoro.
Che è una realtà, ma per fortuna in progressiva riduzione. E comunque il problema va risolto continuando a migliorare i sistemi di accesso alla "corsa", non falsando il risultato finale. Partono in 100 poi, come va va, tra i primi 10 ci devono essere 5 donne !
E veniamo all'articolo che farà urticare le mie amiche di un certo colore...
" .....1) che questa legge è copiata da un'altra della Norvegia (2006) che da allora, secondo il SOle 24 ore ha visto crollare le performance della borsa norvegese  2) che le quote rosa, in generale, riguardano solo le professioni più fighe : nessuna donna le pretende nei cantieri, nelle cave, nelle miniere, nelle fonderie e nei poziz petroliferi 3) che in Italia il 97 % dei morti sul lavoro restano uomini 4) che a questo punto si attendono quote per omosessuali, extracomunitari, interisti ecc. 5) che in molti lavori (magistrati , avvocati, medici) le donne hanno già raggiunto la parità da sole 6) che l'Italia, settima economia mondiale, è però la 76ma per pari opportunità 7) che nelle nostre società quotate le donne sono il 2,1 per cento 8) che la stima per raggiungere la parità in tutte le professioni , da noi, è stimata in oltre 110 anni...." Chiude l'articolo con "...le attuali donne del PDL, aspettando le quote, credono di essere state elette per merito ?".
Ora, a me pare evidente, al di là della premessa sul carattere e lo stile giornalistico di Facci , che si tratta di una PROVOCAZIONE, e come tale va presa.
La riflessione credo che possa venire da alcuni dati che sono sotto gli occhi di tutti : Magistrati donna sono ormai tanti quanto i colleghi uomini (pensate al Collegio che giudica Berlusconi sul caso Mills : solo donne), avvocatesse tantissime, dottoresse non ne parliamo con assoluta prevalenza in determinati settori (ginecologia in primis).
Se queste donne ce la fanno, perché le altre no ? L'accesso è più serrato ? O è perché le più brave, o determinate, per il momento si sono indirizzate su QUESTE professioni e non su altre ?
Quante donne conoscete seriamente interessate di problemi economici - imprenditoriali ? Certo ce ne sono (io ho avuto una cliente che era definito uno "squalo" dai  suoi interlocutori in affari, e un'amica cara che si appassiona di commercio e imprenditoria), ma quante ?
Sicuramente c'è un problema di pari opportunità, la famosa uguaglianza dei punti di partenza che è cosa MOLTO diversa dall'eguagliare i punti di ARRIVO !!!.
E quindi asili nido, doposcuola, insomma tutte quei sostegni per le lavoratrici madre che in Italia sono carenti.
Ma c'è e resta anche un problema di SCELTE, culturali , psicologiche e , perché no, antropologiche.
Avevo letto tempo fa uno studio che accertava (cosa piuttosto nota tra l'altro) come le ragazze fossero studentesse assolutamente migliori. Migliori voti, maggiore velocità nel completamento degli studi...POI, superati i 25 anni, andando verso i 30, le donne (molte) hanno un mutamento di rotta....e l'idea di una famiglia, dei FIGLI soprattutto, diventa prioritaria e comunque fortemente condizionante. E il lavoro, la carriera, vengono scelte in funzione di questo aspetto. Ricordo che l'articolo parlava addirittura di una sostanza chimica che si accende nel soggetto femmina proprio per "spingerlo" in questa direzione, a garanzia della conservazione della specie. Aveva un nome ma francamente non lo ricordo, magari qualche lettore me lo suggerirà. Resta che tanti 110 e lode finiscono per volare "basso" ma c'è una scelta alla base, non per la società cinica e bara. Se no come si spiegherebbero l'esercito di professoresse che dagli anni 60 hanno invaso le scuole, e gli altissimi numeri di giudici, legali e medici ?  Insomma, SI PUO'.
E senza posti "garantiti".
A prezzo di maggiori sacrifici rispetto agli uomini ? Cerchiamo di eliminare e/o ridurre questi sacrifici.
Giorni fa ho letto la posizione di una donna che stimo molto - ancorché criticamente - EMMA BONINO.
Ovviamente contraria alle quote rosa, e per i motivi bene espressi nella dichiarazione di voto che riportiamo integralmente in altro post. 
Insomma che ci sia da fare non c'è dubbio ma le quote rosa sembrano altro.
Un po' come i posti che la legge già riserva nelle imprese alle persone "diversamente abili".
Non lo trovo granché gratificante.

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