sabato 6 agosto 2011

PAESE A SOVRANITA' LIMITATA

A seguito delle bacchettate sulle dita ricevute un po' ovunque e al ricatto finanziario - no tu bravo no noi soldini a te - Berlusconi ha riconvocato in fretta governo e parlamento e ha dichiarato che il pareggio del bilancio sarà anticipato al 2013.
Lo scrivo da diverso tempo : quello che avviene in Italia di serio, nel bene o nel male, non si decide più QUI, ma a Bruxelles, a Berlino...
E mi fanno sinceramente pena Bersani e Di Pietro che continuano ad abbaiare alla luna, come se loro , al posto di Berlusconi. potrebbero veramente decidere chissà che.
A parte questa considerazione di un paese a sovranità ormai MOLTO limitata (pensate alla Libia !!!!!!! stiamo a fare una guerra che nessuno di noi vuole, né a destra né a sinistra , contro ogni evidente interesse nazionale !!!) , sono assolutamente interessanti le considerazioni fatte oggi da DAvide Giacalone su Libero , passando in rassegna i sei punti elaborati dai rappresentanti dell'Italia che produce e che lavora (sindacati , imprese...).
Vediamoli :
1) Costituzionalizzare il pareggio di bilancio. Porre cioè un vincolo invalicabile alla spesa pubblica. Va bene. MA come si fa senza cambiare la struttura della spesa pubblica e del welfare ? vale  a dire toccare gli interessi vivi e reali dei dipendenti pubblici e dei cittadini assistiti? Solo provare a farlo, è sempre scoppiato il finimondo. Non succede solo da noi. In Francia, per elevare l'età pensionabile Sarkozy ha dovuto sorbirsi non so quanti mesi di scioperi....ma non ha ceduto e la legge è passata...Da noi il Governo prima non ha avito il coraggio e ora non avrebbe più la forza.
2) Diminuire i costi della politica. Giusto ma se si fanno solo tagli di facciata, per quanto comunque utili psicologicamente (bé se dobbiamo stringere la cinghia, iniziassero loro) non risolvono un granché. Bisognerebbe anche in questo campo toccare interessi più forti. E quindi abolire le province non vorrebbe dire solo abrogare i carrozzoni , il personale politico (che già comunque sarebbe qualcosa) ma anche eliminare il personale di questi enti ritenuti da tutti (tranne chi ci sta dentro ovvio) superflui.
3) Privatizzare e liberalizzare.  Certo a due mesi dal referendum sull'acqua fa ridere. Bersani e Di Pietro che hanno da dire al riguardo ? Lasciare alle regole del mercato quel che oggi è coperto dalle regole della spesa pubblica, favorire il profitto e tagliare la rendita. Non lo ha fatto il governo Berlusconi della "rivoluzione liberale" (risata), lo fanno Bersani Vendola e Di Pietro? (doppia risata )
4) Sbloccare gli investimenti pubblici e privati. Giustissimo. Mandiamo i carri armati contro i No TAV? La polizia non pare che basti.
5) Pubblica amministrazione semplificata, digitalizzazione. Bello, ma anche qui...sburocratizzare significa "snellire", gente "a casa"....Chi lo fa ?
6) Modernizzare le relazioni industriali. Fiat ci sta provando, e abbiamo visto come Fiom ma anche CGIL siano moderni. Le imprese devono essere alleggerite da una pressione fiscale e previdenziale divenuta insostenibile. Per arrivare a questo bisogna tornare al punto di partenza : meno spesa pubblica e meno welfare (meno...non per niente..intendiamoci bene amici del Tea PArty...)
Chiude Giacalone, con assoluta ragione : "il governo nel dire che queste riforme non le ha potute fare a causa dell'opposizione dice una cosa meschina ",  che non si può sentire.
Ma pensare che le stesse cose ritenute necessarie dalla cosiddetta parte produttiva del paese possano farle quelle forze che concettualmente le rifiutano (o direttamente o per costrizione della maggior parte del loro elettorato) come si fa?
Ma non vi preoccupate. Se quelle ricette sono condivise a Bruxelles, prima o poi, indignados o no, scioperi o no, prima o poi ci toccheranno. E allora farà più male.

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