venerdì 26 agosto 2011

SEMPRE AFFOLLATO IL CARRO DEI VINCITORI

sempre affollato....
Per una volta non sono d'accordo con Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, già direttore del riformista e senatore PD nella passata legislatura. Succede e non è un dramma, anzi è una cosa positiva.
L'argomento è la Libia.
Devo dire che Polito su questa cosa si era espresso poco e moderatamente agli inizi, a differenza di Pierluigi Battista, altra penna "nobile" del Corrierone, che invece aveva incrociato la penna con vis polemica robusta con coloro che a questa guerra erano contrari.
Ora , a cose fatte (quasi), Polito si prende il gusto di stigmatizzare questi ultimi, sia politici che osservatori.
Potrei dire meglio Battista allora, che la faccia ce l'ha messa subito tutta. Ma al di là di considerazioni assolutamente soggettive, cerchiamo di vedere meglio il merito.
Polito osserva che dobbiamo ringraziare il Presidente Napolitano e le diplomatiche ma ferme pressioni esterne se alla fine abbiamo fatto la cosa "Giusta" e cioè combattere contro Gheddafi ed aver contribuito alla sua caduta.
Così non fosse stato oggi saremmo esclusi dal processo di "national bulding" e avremmo aggiunto un altro mattone alla nostra collocazione marginale nello scacchiere europeo anche in una situazione geopolitica che ci vede in prima linea (le coste libiche le vediamo dalle nostre coste siciliane).
Spero di essere stato sufficientemente fedele nel riportare il pensiero di Polito.
Personalmente ritengo :
1) La posizione dell'Italia era particolarmente delicata. E non per cavolate : a) in Libia abbiamo fatto 100.000 morti in un paese che allora ne aveva 800.000 b) da poco avevamo firmato un trattato di amicizia con regolamenti economici favorevoli e con cessazione degli sbarchi dalle coste libiche (le più vicine insieme a quelle tunisine). Si rimprovera il governo Berlusconi di essere stato amichevole con il dittatore....Bé qui la vergogna non ha mai fine. Gheddafi ha condotto la Libia per 42 anni e TUTTI i governi italiani, TUTTI, hanno cercato di trovare un modus vivendi con lo scomodo vicino. Prima del 1986 , quando Reagan gli diede da riflettere sull'opportunità di continuare a giocare all'apprendista terrorista , Gheddafi era stato peggiore di quello odierno, eppure i governi di centrosinistra non si erano fatti problemi. E sono ricordate da molti le parole di Gheddafi che fine anni 90 definiva Prodi e D'Alema "veri amici" (D'Alema è noto per il suo filo-arabismo, con una inevitabile indulgenza verso uomini discutibili come Assad padre o Arafat...).
2) La Germania disapprovò la guerra e infatti non vi ha partecipato. Polito dice che la sua posizione era diversa, il che è vero, ma con conclusioni anche opposte a quelle che dice lui (La Germania NON aveva un triste passato coloniale con quella terra, NON aveva un trattato di amicizia).
3) La Real politik coi dittatori non è un vezzo italiano , ma universale. Di esempi se ne potrebbero fare a iosa ma me ne basta uno, diverso dai soliti (Siria, Somalia, Yemen, Arabia Saudita, Sudan ma l'elenco è lungo purtroppo): la CINA. Nessun uomo vivente in occidente, NESSUNO, vorrebbe vivere in un paese come quello, a dispetto del suo PIL che cresce a due cifre da più di un lustro. Pena di morte, mancanza di democrazia, diritti civili sotto il minimo sindacale, spietatezze nella conduzione della politica demografica (pure necessaria, ma nessun altro modo è possibile?), repressione del Tibet. Qualcuno s'indigna? Anzi, i leader occidentali, Obama compreso, si devono nascondere quando ricevono il Dalai Lama, per non scontentare la potenza emergente.
QUELLI CHE HANNO PERSO 
4) Tutti i dittatori arabi caduti quest'anno o in pericolo (ma Assad è in pericolo ? mmmmm) avevano una caratteristica comune : volevano una nazione politicamente UNITA e quindi, per questo, LAICA. Infatti la suddivisione in Tribù e in ceppi religiosi ben distinti - ancorché di matrice comune islamica - è un elemento costante di questi popoli e tenerli uniti temo sia compito inane per la "DEMOCRAZIA".  Tornando alla Libia, esperti di quel paese parlano di divisioni secolari tra Tripolitania, Cirenaica, la montagna Berbera. (è ASSOLUTAMENTE una battuta però un minimo dà da pensar : Ventotene non vuole accorparsi con Ponza....."siamo totalmente diversi" dice il sindaco della prima.....e cose così in questi giorni si leggono a centinaia per l'Italia) e temono una guerra civile secessionista.
Conclusione, la prudenza italica stavolta non era così sbagliata, e siccome non è che la Nato si muova come un sol uomo (anzi, lo spettacolo è ben diverso), forse stavolta dei motivi buoni per rimanere "fuori" ce l'avevamo.
Ancora una volta invece abbiamo "tradito" un trattato firmato da poco e ci siamo uniti al carro dei facili vincitori. E' real politik pure questa per carità.
Ma le pagelle etiche no per favore.

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