venerdì 23 settembre 2011

UNA PRIGIONE DALLA PORTA APERTA

Ogni tanto racconto delle storie....vere.
Sono storie di persone comuni, che hanno la "qualità" di poter rappresentare uno specchio utile, ancorché scomodo. E dal particolare si può riflettere sul generale.
Prendiamo una donna che giovanissima, 20 anni non compiuti, decide di sposarsi . Per amore, pensa allora, per scappare di casa, scoprirà poi.  Sposandosi così giovane smette di studiare (probabilmente avrebbe smesso lo stesso) e si dedica alla famiglia. Ma il matrimonio, nonostante ( o forse a causa, spesso succede) i due figli, entra in crisi e si arriva alla separazione. La donna, ancora giovane, non lavora ma ha l'assegno di mantenimento per sé e per i due figli, inoltre vive nella ex casa familiare. Ma il vizietto dell'innamoramento facile non l'ha perso e dopo pochi mesi vive una nuova, travolgente storia d'amore. Non c'è prudenza che tenga...il primo matrimonio fallito, l'opportunità di aspettare un tempo congruo per vedere se questa passione ha fondamenta valide (Affinità vere, caratteri compatibili al di là dell'attrazione fisica...cosucce così) , la tutela dei due figli piccoli già traumatizzati dalla fine della loro famiglia, il fattore economico...(lei continua a non lavorare....). Nulla....in poco tempo, un anno forse, la nostra eroina ha acquistato casa col nuovo compagno e sotto lo stesso tetto ha radunato tutta la sua famiglia passata, il nuovo principe (che  presto getterà il mantello turchino alle ortiche) e il figlio che fa con lui.
La famiglia allargata , nuova frontiera della modernità.
In tutto questo, lei continua a non lavorare, se non saltuariamente e precariamente. Convinta, nel XXI secolo, che il suo destino è quello di essere donna di famiglia "tradizionale", quella che non c'è più da almeno una ventina d'anni (meglio 30).
E invece fallisce anche questa nuova unione, e stavolta le cose stanno messe peggio, data la famiglia allargata.
5 persone, tra adulti e minori, un solo reddito da lavoro, quello di lui.
Come si fa a separarsi ? Lui certo sarebbe tenuto a pagare l'assegno per la figlia (madre no, non c'è matrimonio) ma come si potrebbe andare avanti solo con quello e le poche risorse esterne ?
E questo assegno poi, con lui costretto a trovarsi una sistemazione abitativa, a pagare un affitto, un lavoro in crisi, come quello di tanti, non sarebbe chissà che cosa.
Risultato, si è costretti a vivere insieme.
Costretti.
Provate ad immaginarlo. Provate a vivere in una prigione che ha la porta aperta ma dalla quale non osate uscire per il timore di NON farcela.
Provate a vivere tutti i giorni accanto a qualcuno che vi disprezza e che disprezzate, o, se va bene, indifferente a qualunque cosa siate diventati (e viceversa).
Pensateci bene, a lungo, e poi dite ai vostri figli, soprattutto se femmine, di studiare, di impegnarsi, di fare il massimo per rendersi autonomi e indipendenti. DI essere in grado, sempre, di farcela DA SE'.
E dopo, solo DOPO, pensare all'AMMORE ....

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