domenica 30 ottobre 2011

A BIAGI IL METODO TRAVAGLIO NON SAREBBE PIACIUTO

Io non sono mai stato un ammiratore di Enzo Biagi. Pur amando nei giornalisti uno stile chiaro, diretto, e quello di Biagi indubbiamente lo era, gli ho sempre preferito autori diversi, anche più caustici, primo tra tutti, ai suoi tempi, Indro Montanelli.
Però riconosco a uno dei padri del giornalismo italiano del dopoguerra un assoluta onestà intellettuale.
Enzo Biagi mi ha sempre dato l'idea di uno con la "schiena dritta". E per un giornalista non è qualità da poco.
Figuriamoci poi per uno che ha lavorato così tanti anni anche in RAI.
Ebbene Enzo Biagi non sarebbe stato in linea con i suoi santificatori postumi, Repubblica e Fatto quotidiano, nel cavalcare il giornalismo scandalistico e infangatore degli ultimi anni.
Segnatamente , Biagi, che aveva vissuto il caso Tortora, era preoccuato della deriva mediatica dei magistrati e dei processi.
Partendo proprio dal processo Tortora, quando lo stesso era ancora in corso e anzi il conduttore TV aveva riportato la condanna in primo grado, Biagi era indignato della campgna diffamatoria di certa stampa. Questo a prescindere dalla convinzione sulla colpevolezza o innocenza di Tortora, sulla quale Biagi esprimeva solo una corretta cautela, figlia di un garantismo non di facciata , come quello di Repubblica, e che al Fatto Travaglio e compagni di merende non fanno nemmeno finta che sia un principio costituzionale.
Semplicemente lui sosteneva che un cittadino, e un giornalista, non si possono sostituire al giudizio di un Tribunale. A questa che dovrebbe essere una banale considerazione e che invece nel nostro paese è una sorta di tradimento qualunquista se non peggio, Biagi aggiungeva però che iniziava ad avere qualche dubbio su come da noi la giustizia fosse amministrata. E gli anni 90 dovevano ancora venire....
"In un programma televisivo ho domandato a dei magistrati dove preferirebbero essere giudicati se avessero qualcosa di cui rispondere. E TUTTI mi hanno risposto : in Inghilterra. Curioso no ? "
E, sempre riferendosi al caso Tortora, chiosava : "posso o non posso dire che non mi va come si è sviluppata questa inchiesta ? parlo dell'inchiesta condotta sui giornali", 
In particolare, la cosa che non andava giù al grande saggio era : "il metodo del massacro. Chiunque di noi, anche l'uomo più pulito del mondo può uscire a pezzi da una storia simile, ucciso dai resoconti dei giornali....Mi pare allucinante questo modo tutto nostro di fare le cronache giudiziarie. In Inghilterra non ti puoi avvicinare nemmeno con la macchina fotografica all'area in cui sorge il Tribunale. In Italia invece i processi li facciamo con la carta stampata. Ma siamo matti ?"
A Biagi sono stati risparmiati i processi in TV, ancora peggiiori, se possibili.
L'altro giorno su Matrix c'erano i due cronsiti di giustizia di punta del Corriere e della Repubblica. Due soggetti entrambi odiosi, per supponenza e arroganza. DI fronte a loro un fiero e battagliero Bertolaso il quale chiedeva loro : " quando sarò scagionatoda tutte le accuse, chi mi risarcirà dei danni al mio onore che i vostri gornali mi avranno inferto ? ".  Sapete qual'è stata la risposta dei due coyotes della stampa ? Che comunque sarebbe restato il fatto "Non etico" della contiguità di un funzionario dello stato con personaggi dell'imprenditoria ....AL solito : l'homo eticus, l'uomo perfetto...evocato da una categoria, quella giornalistica, che la parola etica a mio avviso non saprebbe bene nemmeno come scriverla correttamente.
Una riprova ?
Qualcuno ricorda la notixia di Berlusconi indagato perché in alcune telefonata a esponenti della RAI, Minzolini e Innocenzi in particolare,  si era lamentato fortemente di Santoro, di Anno Zero, di Floris e Ballarò e questo fu visto come un possibile tentativo di  reato  di concussione.
Notizia sparata in prima pagina da tutti gli organi della stampa. Si scomodarono anche i soliti beoti della Federazione dei giornalisti , parlando di "dittatura dolce" .
Bene, ora la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione perché non ci sono elementi per sostenere l'esistenza del reato e/o del danno. 
DI questa notiiza, che risale quantomeno a venerdì, su Repubblica, Stampa per non parlare del solito Fatto,  non c'era traccia il sabato e sul Corriere solo due misere righe.
Esattamente quello che diceva Bertolaso.
Esattamente quello che Biagi, pure icona di quelle stesse testate, definiva "il metodo del massacro".

Nessun commento:

Posta un commento