sabato 22 ottobre 2011

CAPIRE COSA VOGLIONO GLI INDIGNATI. MICA FACILE

Bellissimo l'intervento di Antonio Polito sul Corriere di oggi che tocca con ironia e chiarezza assoluti il tema del rapporto tra la SINISTRA e i MOVIMENTI.
Ascoltare i movimenti è il must dei partiti progressisti - quelli di destra parlano della "società civile" - ma se l'intenzione è buona gli esiti sono scoraggianti. Forse perché l'ascolto è in MALAFEDE, e piuttosto che "ascoltare" quello che si vuole fare è CAVALCARE e ARRUOLARE i movimentisti
Farne il proprio elettorato ma non tramite il confronto, VERO, semmai mediante la manipolazione. 

Polito parte dall'interesse di Valentino Parlato ( Manifesto) per gli indignati, potenziali nuovi lettori.
E si comprende.
De Magistris è il politico che si mette alla testa del solito coro sopra detto.
Al che Polito attacca :
" Dialogare con i movimenti è un'ossessione costante della sinistra italiana, che non ne ha mai lasciato passare uno senza sperare di trarne forza e consenso, anche se la storia si è spesso divertita a smentirla : il movimento del '77 fu esiziale al PCI e travolse il suo progetto di compromesso storico. E' vero che in Italia un dialogo non si nega a nessuno. Però per ascoltare gli "indignati" bisogna prima capire che cosa dicono e questo non è così semplice. 
Nella versione italiana, infatti, molti di loro non fanno altro che ripetere vecchie idee. Ci sono quelli che c'erano a Genova già 10 anni fa, reduci di una infinita resa dei conti con la polizia. Ci sono quelli che vogliono l'acqua pubblica ma non vogliono una ferrovia in Val di Susa, un inceneritore a Napoli, una base militare a Vicenza, eccetera...Ci sono quelli che di generazione in generazione sognano l'insurrezione, vero e proprio reperto storico nell'Europa di oggi con la significativa eccezione della Grecia.  CI sono quelli che semplicemente ce l'hanno così tanto con Berlusconi da sputare in faccia a Pannella. E ci sono gli esistenzialisti tipo "er pelliccia" che "sono in guerra con qualcuno ma non so con chi". 
Poi, però, c'è anche qualcosa di nuovo".
E qui Polito parla di coloro che si ispirano alla rivolta contro Wall Street, e già questi meritano un ascolto più attento. Non tanto per la novità di alcune proposte...
"La Tobin tax per esempio la vorrebbe pure la democristiana Merkel e il gollista Sarkozy". Per non parlare della patrimoniale, di cui si riempiono la bocca ormai gli stessi "principi" del capitalismo (Mercegaglia, Montezemolo, Profumo...).
No, la vera novità è racchiusa in due parole d'ordine : NO AL SALVATAGGIO DELLE BANCHE  e SI' AL DIRITTO ALL'INSOLVENZA.
"E qui" graffia Polito " le cose per la sinistra che volesse ascoltare e dialogare si fanno molto difficili."
E si perché questi slogan sono molto comuni a quelli degli ultraliberisti , in particolare quelli del TEA PARTY americani che ad Obama rinfacciano il mare di dollari pubblici impiegati nel 2008 per evitare che Lehman Brother's non restasse un caso isolato. E sempre la destra più dura e pura degli USA era quella pronta a lasciare andare in default (lì tecnico, da noi in Europa REALE) lo stato federale.
"Ma c'è un'altra contraddizione che la sinistra italiana deve valutare prima di abbracciare gli indignati. Essa infatti è ormai da tempo europeista senza se e senza ma....Ora invece il Movimento la spinge contro l'Europa, contro la BCE e la sua lettera, contro quel Draghi che ha addirittura sognato premier. Le chiede una vera e propria abiura della sua storia.
C'è davvero da riflettere sulle ragioni di questo movimento. E forse, per una volta, gli si potrebbe pure dar torto".

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