Un dibattito civile ma senza possibilità di incontro.
Quello su FB, che di seguito riporterò, ma in genere nel nostro paese. Purtroppo è un'illusione che basti l'intelligenza e l'onestà per riuscire comunque ad intendersi. Quando i punti di partenza sono sideralmente lontani, il massimo che si può sperare (e anche pretendere) è il rispetto.
Oltre non si può andare.
L'oggetto della discussione come sempre era Berlusconi. Io ero partito con delle mie considerazioni sul giubilo post dimissioni:
"I tifosi sono tifosi, e normalmente questo spiega molte cose. Se la Lazio o la Roma andassero in serie B credo che si vedrebbero scene di giubilo ben maggiori. Sono d'accordo con il Dr. Lenoci quando sostiene che Berlusconi è stato il primo fautore - pur teorizzando il contrario - del sistema "o con me o contro di me". Io ho visto molti moderati, come mio padre, diventare berlusconiani animati per questo clima da arena. Disintossicarsi sarà difficile, come è facilmente dimostrato anche dal dibattito in corso, dove si leggono anche molte cose condivisibili, in entrambi gli schieramenti (ne cito solo alcune: il conflitto di interessi, Berlusconi democraticamente eletto), ma l'acrimonia è assolutamente palpabile. Speriamo che il passo indietro tanto sognato porti ad un progressivo rientro del fiume negli argini. Perché signori, se la gente di sabato notte si fosse incontrata con quella di domenica in piazza del Quirinale, solo il generoso sforzo delle forze dell'ordine avrebbe potuto impedire che le "manifestazioni democratiche" trovassero modi più fisici di confronto. In questo la gente è molto sciocca. I politici a telecamere accese si "scannano" ma i 9/10 appena il video si spegne vanno a cena insieme. E' un gioco della parti, che invece i tifosi prendono dannatamente sul serio."
Al che mi ha risposto Piero Lovati, amico del Giudice Lenoci scrivendo
"Stefano nessuno di noi che non abbiamo mai voluto Berlusconi ha mai messo in discussione la sua legittimazione in quanto espressione del voto popolare. Qualche serissima perplessità l'abbiamo avuta sul diritto della maggioranza di modificare la legge elettorale (astrattamente possibile) dimenticando trattarsi di uno dei nodi irrisolti dell'intero assessto istituzionale disegnato dalla Costituzione. Il porcellum fu modulato pari pari alle esigenze elettorali della maggioranza che lo approvò al fine di impedire all'opposizione di vincere le elezioni o comunque di avere una rappresentanza di altra natura in Parlamentom acl contempo cercando di garantirsi, attraverso la nomima dei deputati con il meccanismo della scelta a priori della posizione in lista, la presenza di soggetti allineati e coperti pronti a votare tutto compresa la storiella di Ruby nipote di Mubarak: una cosa simile non si era mai vista prima d'ora. Ma tant'è abbiamo riconosciuto la sua legittimazione e abbiamo sopportato pazientemente tantissime porcate che ci hanno esposto al ludibrio dell'intero universo. Sarai d'accordo con me che vincere le elezioni non significa disapplicare la Costituzione sistematicamente con prassi mai viste prime e leggi sistematicamente quanto prevedibilmente incostuzionali e quindi polverizzate dalla Consulta. Tutto questo con la democrazia c'entra meno di nulla: è ben ovvio che la gente avesse da festeggiare. Non credo che Prodi abbia fatto cose simili e quando dovette dimettersi .... non ritengo che abbia indotto in nessuna persona dotata di un normale senso della misura, sentimenti di disapprovazione così profondi come si possono nutrire nei confronti di chi ha imbarcato piduisti e pregiudicati al governo del Paese tentando di disarticolare un sistema di ingegneria costituzionale tra i migliori al mondo. Tutto ciò è estrameo al concetto di democrazia che è venuto formando da Aristotele ai giorni nostri e che viene praticato in ogni altro Paese del mondo civile"
Al che ho replicato:
"Gentile Piero, io avevo evitato di entrare troppo nel merito perché ben consapevole che oceani ci dividono. Potremmo stare qui a discutere per settimane e non incontrarci mai. Io non contesto la soddisfazione di chi vede cadere il proprio avversario, non sono ipocrita. Quando nel 2008 per la prima volta nell'Italia Repubblicana non entrò in parlamento nessun partito con la ragione sociale "comunista" fui felice. Felicità piccola, più grande l'avevo avuta nel 1989 con la caduta del Muro e la successiva dissoluzione dell'Unione Sovietica. Poi, fuori da Montecitorio a sbeffeggiare Bertinotti, Diliberto o Ferrero, non sono andato e non andrei. e ho provato disgusto per quel parlamentare, oggi mi pare in forza UDC, che in Parlamento ingoiava sguaiatamente e volgarmente la mortadella. Con Berlusconi si è arrivati all'ODIO che è un sentimento universalmente negativo, su questo pochi dubbi. Certo, uomini che sulla coscienza hanno avuto migliaia se non milioni di morti suscitano inevitabilmente questa emozione. E' Berlusconi paragonabile? Evidentemente no. Sul resto...il Porcellum fu inventato da Berlusconi per vincere le elezioni nel 2006: le perse, col Mattarellum le avrebbe VINTE (i famosi coperchi del diavolo...). Grazie al premio di maggioranza con soli 20.000 voti (20.000!!) Prodi ebbe la maggioranza netta alla Camera ma NON al Senato (dove il premio c'è ma su base regionale) e navigò assai scomodo (a proposito, piaciuto lo spettacolo dei voti di fiducia rimediati coi senatori a vita? A me NO) per quasi due anni ma SENZA cambiare la legge con la quale comunque aveva vinto. Nel 2008 Berlusconi rivinse e in modo assai più netto. Non che io difenda il porcellum, ma sta storia dei nominati secondo me è tirata troppo in ballo: il problema VERO è il premio di maggioranza, che danneggia i proporzionalisti (personalmente ritengo vada corretto, alzando il livello di voti dopo il quale scatta, ma non eliminato). L'eliminazione dei voti di preferenza possono essere un male (astrattamente lo è), ma lo era ed è anche il mercimonio che si realizza nell'altro sistema. Senza contare che poi sono sempre i partiti a scegliere i collegi in cui candidare gli uomini che DEVONO comunque entrare, e sappiamo bene che esistono collegi "blindati" dove anche se presento il mio gatto di casa vinco (Di Pietro qualcuno se lo ricorda al Mugello?). Insomma si tratta come sempre di fare delle scelte, e ognuno nel farle cerca di favorire la propria parte. Tira di qua tira di là escono fuori compromessi a volte buoni, a volte no, che potranno essere modificati. La democrazia funziona così, non è un sistema "perfetto" si sa, solo il meno sbagliato (Churchill ). Che la nostra Costituzione sia tra le migliori al mondo non lo so, non ho questo senso di "sacralità" improvvisamente esploso nel nostro paese, che è molto sensibile alle mode. E' un sistema scelto nel dopo guerra, costruito da uomini validi . tra i migliori che abbiamo avuto, ma pur sempre figlio della storia. E quindi dai compromessi di due partiti fortemente popolari, assolutamente poco liberali: la DC e il PCI. E SI VEDE. E' una costituzione che sostiene un sistema parlamentare a scapito di un forte esecutivo. Ovvio, uscivamo dal fascismo ! Però oggi, in un mondo che ha bisogno di decisioni rapide, il Presidente del Consiglio ha meno poteri del sindaco di una città (in quale comune si potrebbe assistere allo spettacolo offerto da Berlusconi e Tremonti? L'assessore dissenziente fuori in dieci secondi , e nessuno grida all'attentato democratico). La riforma costituzionale è invocata da molti anche nel centro sinistra, ovviamente tra coloro che sono favorevoli al bipolarismo, al maggioritario. L'ibrido di questi 20 anni, dopo il referendum Segni, è stato mantenere un sistema rigorosamente Parlamentare laddove si era votato referendariamente per un sistema maggioritario, scegliendo un sacrificio sul lato della rappresentatività rispetto a quello della governabilità. Insomma, cambiare la sacra Carta non solo si può, ma si DEVE. Non rivoluzionandola ma aggiornandola ad un mondo che è così sideralmente diverso da quello dei "padri costituenti". Sono stato prolisso e me ne scuso. Potrei continuare per ore iniziando la polemica sui "giudici", le "vittime prime" del Berlusconismo. Ma "Mi taccio", anche per doveroso rispetto all'ospite, lo stimato Dr. Lenoci, che saluto con la solita cordialità."
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