Non sono un comunista, anzi, sono sempre stato anti, senza mai essere stato per questo un nostalgico del ventennio. Semplicemente, un amante della libertà, personale e di iniziativa individuale. E quindi il Socialismo Reale lo combattevo, idealmente. E il 1989 è stato un bell'anno per me, come per decine e decine di milioni di persone.
Non sono uno che detesta i Ricchi. Li "invidio", ma nel senso di "beati loro", non nel modo meschino del "perché lui si e io no?".
Vorrei, utopisticamente, l'uguaglianza dei punti di PARTENZA, ritenendo che non possa esserci quella dei punti di ARRIVO.
Aiutare i deboli credo sia un dovere sociale, ma questo non significa dare loro le stesse cose che altri, con la loro superiore "forza" (bravura) si sono conquistati.
Però ecco, la differenza la deve poi fare la BRAVURA, il MERITO.
Ora a me sinceramente sfugge il merito dei Top Manager che guidano le grandi banche, i grandi gruppi finanziari, se i risultati sono QUESTI che vediamo da tre anni a questa parte.
Non vedo grande merito se, quando sto per fallire, io banchiere capitalista e mercatista, invoco lo STATO per farmi salvare. Obama li ha inondati di denaro i banchieri USA per evitare che Lehman's Brothers diventasse solo l'annuncio del giorno del Giudizio.
Sul Corriere della Sera appare la notizia che in Gran Bretagna, non un paese di cultura anticapitalista, denunciano lo "scandalo" del divario stratosferico tra le retribuzioni di questi Top Gun dell'economia e i loro dipendenti.
Alla Barclay's si parla di 75 volte, la media sarebbe di oltre 60, e il differenziale si allarga fino a 165 se invece di un dipendente medio di una Banca si va a prendere quello di un impiegato in realtà lavorative meno retribuite.
L'articolo parla di immoralità ma francamente , per le cose dette, non ne faccio una questione etica.. E' come parlare dell'immoralità delle retribuzione dei calciatori.
Totti guadagna 10 milioni di euro l'anno, 5 netti, e difficilmente troverei nel milione e mezzo di tifosi della Roma , assolutamente trasversali (ricchi, benestanti, normali e poveri) qualcuno che contesterebbe l'IDOLO per una ricchezza dovuta al fatto di saper calciare un pallone. E' Totti, li fa divertire, li fa sognare, e tanto basta. E poi, mica glieli danno loro!
Ma anche al Top Manager della Barclay's non li diamo noi. O no?
E forse no...se poi per salvare la sua banca - in realtà non è il caso di specie, la Barclay's non risulta essere tra le banche in affanno, ma l'esempio resta valido per decine di altre - è lo Stato che deve intervenire, e quindi indirettamente tutti Noi.
Ecco, qui, per me, c'è il corto circuito. Sei bravo? Fai guadagnare la tua azienda? Questa ti paga milioni? Buon per te.
Ma può essere che sei pagato così anche se le cose vanno male?
CORRADO PASSERA NEO MINISTRO |
E allora i conti non tornano più veramente. Allora non è più , devo pensare, un discorso di Bravura, di Merito, ma di Posizione.
E diventa come per i politici, che, governino male o bene, facciano scelte che si rivelano esatte o sbagliate, godranno sempre, e solo per il fatto di essere Politici , di certi privilegi.
E allora anche i tifosi, nel loro piccolo, s'incazzano. Perché se sei costato 50 milioni di euro, ne prendi 10 l'anno e POI mi fai SOGNARE, e allora ci sto.
Ma se sei una bufala e mi mandi in serie B, ti vengo a cercare a casa coi forconi!!!
Questa la notizia sul Corriere
Gb, i top manager guadagnano il 4000% in più rispetto a trenta anni fa
Il caso limite alla Barclays', dove la retribuzione del Ceo è 169 volte superiore al salario medio «Un danno per l'economia britannica»
La paga dei top manager britannici continua a crescere, nonostante il clima di austerity globale.
LA CRISI - «In un periodo di crisi senza precedenti, una piccola parte della società, lo 0,1%, continua a godere di consistenti aumenti annuali nel salario», ha commentato sul Telegraph Deborah Hargreaves, presidente di High Pay Commission. «Questi aumenti formidabili danneggiano l'economia britannica e provocano distorsioni nel mercato, drenando talenti e premiando gestioni fallimentari». L'istituto ha concluso il proprio lavoro sottolineando l'urgenza di riforme, in particolare di una «radicale semplificazione» dei compensi dei top manager: oltre all'obbligo di rendere pubbliche le buste paga dei dipendenti più pagati, di rendere trasparenti i criteri di differenziazione dei salari tra dirigenti e quadri, e di far luce sui guadagni complessivi.
LE DIFFERENZE - Ad essere schizzato alle stelle, non è solo il valore in percentuale, ma anche la differenza con il salario corrisposto al dipendente medio. Se nel 1980 la retribuzione del boss di Barclays era 14,5 volte superiore allo stipendio medio, oggi quel valore è salito fino a quota 75. E l'inaudita cifra di 4milioni e 300mila sterline della busta paga di John Varley, fino al marzo scorso Ceo e consigliere d'amministrazione della banca, è di 169 volte superiore al salario di un lavoratore del regno Unito. Il fenomeno non è limitato alle banche. Stando al rapporto, alla Bp - dove l'amministratore delegato guadagna 4,5 milioni di sterline - il differenziale è passato, nello stesso periodo, da 16,5 a 63,2, con un incremento del 3006%. Alla Gkn (colosso metallurgico) da 14,9 a 47,7. Alla Lonmin (settore minerario) da 44,1 a 113,1.
«FUORI CONTROLLO» - Un sondaggio condotto interpellando duemila tra i destinatari del rapporto, ha bollato come «fuori controllo» retribuzioni e bonus dei top manager. E molti commentatori ritengono non solo «moralmente rivoltante», ma anche un elemento determinante della crisi economica lo spaventoso trasferimento di ricchezza dalla gente comune a quelli che già vivono al top.
SIMPLICIO: STIPENDIO GUADAGNATO? |
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