lunedì 21 novembre 2011

LA PASSIONE ITALIANA PER L'UOMO DELLA PROVVIDENZA : MONTI COME MOSE'



Ilvo Diamanti è uno studioso e insegnante di scienze sociali e cura il centro di studi DEMOS anch'esso dedito a rilevazioni demoscopiche per successivi   osservazioni e approfondimenti sugli orientamenti politici e di costume degli italiani.
Su Repubblica, (che io continuo parzialmente a leggere, ma non a comprare, approfittando della rete ed evitandomi i notisti non graditi, ormai divenuti la maggioranza ) è quindi comparso il rilevamento del gradimento per Monti che registra quota 84%.
Siamo ai livelli di Napolitano.
Nella disamina, come sempre pacata ancorché si capisca e si sappia quali siano le simpatie di Diamanti - e del resto non avrebbe potuto scrivere  su Repubblica, giornale che un tempo ospitava anche giornalisti non iscritti alla causa ma non più dopo l'affermazione di Mauro alla direzione - emergono vari spunti interessanti :
1) Gli Italiani conservano questa contraddizione di fondo : sono anarcoidi, cioè insofferenti alle regole (ieri a Roma non sono state poche le auto che giravano a dispetto del divieto causa smog ), ma amano avere un "capo", Qualcuno che li guidi , specie quando le cose vanno male. Insomma un po' come quei bambini che combinano grandi casini e quando vedono che non sanno più come uscirne invocano l'aiuto di mamma e papà. Come altrimenti spiegare numeri "bulgari", assolutamente trasversali, non curanti della sostanza del programma di governo che riporterà l'ICI, sicuramente, farà prelievi straordinari ( sui conti correnti , sui titoli, sulle azioni , magari arrivando anche ai BOT anche se, di questi tempi, chi tocca i bund nazionali è un traditore ! ) , aumenterà l'età pensionabile, applicherà la riforma Ichino al lavoro ( tutti contratti a tempo indeterminato ma tutti licenziabili .....), vorrà liberalizzare, privatizzare...? Insomma sono tutte cose che NON solo sono avversate in modo stentoreo dai propri capi politici, ma che incidono direttamente sulle tasche nostrane. Perché l'ICI , stando a quanto si dice, la pagheranno TUTTI, sia pure ovviamente in misura proporzionale al valore dell'immobile. E infatti la CGIL della Camusso già protesta . Non parliamo poi della riforma in materia del lavoro. Eppure, dice Diamanti, e io mi fido di lui, l'84% ha fiducia nel governo, e di questo 84% troviamo il 90% degli elettori del PD ! Ammirevole. Lo dico senza ironia, e con stupore. In questo caso meglio la base , compatta a favore del governo, rispetto al partito dove le zuffe sono all'ordine del giorni, sia pure soffocate. Senso di responsabilità ? Potrebbe darsi e me lo auguro. Però anche Diamanti attribuisce questo eccezionale favore in una sorta di speranza miracolistica : Monti ci porterà fuori dai guai, come, veda lui : " L'85% degli italiani lo ritiene in grado di "portare l'Italia oltre la crisi". Di guidarci fino alla Terra Promessa (la Crescita, il Pareggio di Bilancio). Come Mosé al di là del Mar Rosso". 
2) La conferma che gli italiani NON si fidano dei politici. Monti e i suoi tecnici sono degni di fiducia proprio perché non appartenenti ai partiti. Del resto, a suo tempo, il grande successo prima di Bossi e poi di Berlusconi, negli anni 90, era assolutamente legato al loro presentarsi come dei "rottamatori" ante litteram della vecchia politica. Poi non è andata esattamente così, ma chi sa ingenerare speranze all'inizio vince. Anche Grillo deve il suo successo a questo essere ALTRO dai partiti tradizionali.
3) Quanto emerge dal punto 2) non è problema piccolo per una democrazia. E infatti, lodevolmente devo dire, ben 2 italiani su 3 si dicono consapevoli che questo Governo, a cui guardano con fiducia messianica, rappresenta una deroga alle regole democratiche propriamente intese. Ma evidentemente gliene importa poco : basta che ci porti in salvo. La vedete tanto diversa dall'eterna italica ricerca dell'uomo della Provvidenza ?
Infatti Diamanti chiude il suo articolo esprimendo varie preoccupazioni :
Da ciò derivano i rischi, per questo governo e per Monti. Accolti dal più elevato livello di fiducia misurato nell'era dei sondaggi. 1) Perché attese tanto elevate espongono alla delusione e alla frustrazione. Suscitano impazienza. Mentre problemi tanto seri - che hanno radici lontane e aggravati nel corso dei decenni - non si risolvono in tempi brevi. Né possono produrre effetti visibili immediati. 2) Perché problemi tanto seri richiederanno costi sociali elevati. Ed è difficile giustificare costi sociali elevati senza effetti sociali ed economici visibili, nel breve periodo. 3) Perché, quando si parte dall'80%, anche il 70% di fiducia rischia di apparire un "calo" di consensi. 4) Perché questo governo "tecnico" ha compiti profondamente "politici" e dipende dal consenso "politico" di un Parlamento dove operano partiti deboli (anche se in diversa misura). 5) Perché, infine, ci siamo lasciati alle spalle la Seconda Repubblica, ma (per citare Berselli) di fronte c'è una "Repubblica indistinta". Il governo tecnico, guidato da Monti, non può disegnarne il modello istituzionale. Non è suo compito. D'altronde, un'eccezione democratica non può diventare normale. Può, tuttavia, proporre almeno un diverso stile di governo e di comportamento "personale". Traghettarci oltre la "politica pop". In una Terra dove la competenza e la decenza abbiano cittadinanza.  
Personalmente, condivido sostanzialmente le preoccupazioni di Diamanti con un rilievo : se veramente l'unica cosa che restasse del governo Monti fosse questo nuovo esempio di sobrietà, bé sarebbe veramente un consenso molto sprecato.

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