Nel comminare ad Erika 16 anni e al complice 14, i Giudici non furono teneri nei commenti e del resto...
Nelle sentenze così si può leggere: nell'«apparente assenza di un comprensibile movente», l'ideazione dei delitti è da ascrivere a Erika, da cui era «certamente partita l' idea», anche se in finale «il ruolo di Omar fu concretamente molto rilevante e sostanzialmente paritario». Erika e Omar hanno premeditato i delitti con «un progetto lucido, aberrante, che si fissa e che poco per volta diventa un concreto traguardo da raggiungere, un traguardo utilitaristico». Avevano «un' idea fissa», ma questa idea fissa non «diminuisce né annulla la capacità di intendere e di volere». Chi uccide «gli altri e magari se stesso nella convinzione di eliminare un ostacolo all' affermarsi di un progetto importante» coltiva un'idea fissa, ma non sarà ritenuto incapace di intendere: non lo sono «né i terroristi, né i kamikaze». Scrivono ancora i giudici: "due omicidi che per efferatezza, per il contesto, per la personalità degli autori e per l'apparente assenza di un comprensibile movente si pongono come uno degli episodi più drammaticamente inquietanti della storia giudiziaria del nostro paese
La confessione fu "involontaria". I due ragazzi vennero lasciati soli nell'anticamera della caserma dei Carabinieri dove erano state installate microfoni e microcamere.
Una telecamera inquadrò Erika che mimava il gesto della coltellata mentre mormorava "gliel'ho dato qui" e chiedeva al fidanzatino: "Ti sei divertito vero a ucciderli?" mentre Omar la strattonava sbottando "vieni qui, assassina" e rinfacciandole "tu non sai, non è un gioco questo... sono morte due persone è una roba da ergastolo". Poco prima la ragazza aveva commentato "Adesso possiamo andare in giro come una coppia vera" e raccomandato ad Omar di vestirsi bene ai funerali delle loro vittime, previsti per il giorno successivo; funerali ai quali, peraltro, la giovane non poté partecipare, trovandosi già in carcere.
Sono stati scritti infiniti articoli, commenti, su questo delitto. Anche un libro, "Il Freddo dentro", di Lidia Ravera, che lessi, una "lettera aperta" indirizzata a Erika.
Omar , fruendo di sconti di pena dovuti ad un indulto e alla buona condotta, è uscito nel marzo 2010. Scontando 9 dei 14 anni inflittigli. Erika sta per uscire, anche lei pena scontata.
Omar ha detto che avrebbe cercato di finire gli studi (Erika c'è riuscita in carcere. Si è laureata in Lingua e Letteratura italiana) e che voleva essere dimenticato, ricominciare da capo.
Sarà per questo che passa da un'intervista e l'altra.
La cosa ha fatto sbottare l'ex fidanzata che gli ha indirizzato una lettera assai dura:
«Si vede chiaramente quanto sei viscido e senza dignità. Usare mia madre e mio fratello -scrive Erika- per farti popolarità. Per farti dei soldi ti sei fatto fotografare al cimitero da loro, ma non ti vergogni, hai reso un sacco di dichiarazioni false, ma non mi stupisce da un vile come te, ma recarti al cimitero -insiste Erika- e farti fotografare è una cosa da indegno quale tu sei» «Ti chiedo per l'ultima volta di smetterla di speculare sulla mia famiglia, di certo così non trovi lavoro, sempre che tu non voglia fare il Grande Fratello. Adesso basta, spero che tu abbia capito che devi vivere senza continuare a legarti alla mia famiglia ma come Omar Favaro. È ora che tu spenga i riflettori su di noi».
Ineccepibile.
Con una sola riserva. Erika uscirà a giorni. Tutti le saranno addosso, stampa, tv...Si ribellerà? Si sottrarrà alla tentazione mediatica ?
Perché altrimenti la sua lettera non è più una rivendicazione di rispetto, ma semmai di ESCLUSIVA....
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