venerdì 23 dicembre 2011

ITALIANI BRAVA GENTE : A VOLTE E' ANCORA VERO



ARGENTINA : IL DEFAULT DIMEZZO' IL VALORE DEI  RISPARMI DEI CITTADINI 
Stamane ero intruso in una colazione di saluti di natale tra due colleghe. La prima è la preziosissima MariaLaura,  che da oltre un anno praticamente mi evita di andare in Tribunale per le infinite rogne legate a questa "privilegiata" professione...So che mi legge, e quindi approfitto per dei pubblici ringraziamenti. Senza di lei non saprei come fare!
L'altra è una sua amica argentina, specializzata in problemi dell'immigrazione (permessi di soggiorno, rinnovi, cittadinanza). In particolare, cura la "colonia" dei migranti dell'america latina.
Parlando, è uscita fuori questa storia ...

Lei è una giovane donna, abbandonata da piccola, quindi senza famiglia di origine...Qualcuno si sarà preso cura di lei, visto che è riuscita a crescere, anche a studiare, fino a diventare maestra. Forse lo Stato, visto che la donna non ha una famiglia adottiva. Si sposa con un medico, temo di intuire contro il parere della famiglia di lui ( una "sbandata", lo conosco questo aspetto della storia....) , nascano due bambini, un maschio ed una femmina.
Nel 2002 , bambini piccolissimi,  la crisi economica Argentina , che da qualche anno aumentava, esplode del tutto con il default dello stato che dichiara non essere in grado di pagare gran parte del suo debito ( i famosi Bond argentini che hanno bruciato le mani anche a mezzo milioni di italiani).
La giovane coppia si ritrova rovinata, come del resto tanti argentini, e decide di venire in Italia.
Il marito riesce dopo un po' a vedersi riconosciuta la sua laurea in medicina, in Italia riescono a farsi anche delle nuove amicizie, tra cui in particolare una famiglia di persone un po' più grandi che  "adotta" i due argentini e i loro piccoli.
Le cose sembrano quindi aggiustarsi quando il marito si ammala di tumore e in tre mesi muore.
La madre non sa che fare....in Italia si è ricostruita un ambiente, in Argentina c'è solo la famiglia del marito che, come detto, non la vede di buon occhio, anzi. Però è nella sua terra natia che le capita un'opportunità di lavorare come preside in una scuola per bambini. Per capire quale sia la decisione migliore e non precludersi un'opportunità, decide di tornare nel suo paese per il colloquio precedente l'assunzione e decidere se per loro possa essere preferibile tornare in Argentina.  Porta con sé la figlia più piccola (10 anni), mentre il più grande, di 12, lo lascia affidato alla famiglia di italiani divenuti come detto ottimi amici.
In Argentina si sente male. In Ospedale le diagnosticano una grave infezione, deve operarsi e anche così non si sa se sopravvivrà.
Disperata, non sa cosa fare...come affrontare l'intervento coi due piccoli che non hanno nessuno che nel frattempo ( ricovero, operazione, convalescenza) si prenda cura di loro.
Chi si fa avanti? La famiglia del marito? I nonni? gli zii? NO.
GLI ITALIANI. La famiglia di 50enni che le stavano tenendo il maschietto grande e le dicono di rimandare in Italia anche la sorella. Sono pronti a fare da tutori, nel frattempo che lei affronta l'operazione e il resto, certi ( ma certo non è) che lei guarisca.
E qui entra in gioco la collega, che viene appunto incaricata di seguire le pratiche necessarie per questa nomina legale di tutori dei bambini in Italia durante l'odissea medica della madre.
Questo avvocato lo hanno cercato i due italiani, che non si sono limitati a dare la loro disponibilità ma si sono resi parte ATTIVA. La chiamano, chiedono a che punto è la pratica, se si può accelerare. Anche perché la madre si rifiuta di farsi operare finché non sarà sicura che i figli siano riuniti, nella casa di questi preziosi  amici benefattori e che tutto sia a posto  anche legalmente.
Sono rimasto colpito da questa storia. La sfortuna di questa giovane donna, oggi 40enne, che ha avuto una vita così tragica, coi pochi momenti di sollievo subito spazzati via. Il destino di questi due bambini, che rischiano grandemente di rimanere orfani di entrambi i genitori, e senza contatti con nessuno delle proprie famiglie d'origine. Il cuore di questi due italiani, che si fanno carico di una situazione così.
Troppo triste per essere una storia di Natale, però della bontà c'è.
E anche la speranza che per questi due bambini  finisca in modo diverso dalla loro sfortunatissima mamma.

1 commento:

  1. MARIA LAURA HA SCRITTO 24 DICEMBRE

    sei unico:-)......dieci minuti seduti ad un caffè....ascoltando con attenzione e curiosità.... ti sono bastati per afferrare una storia bella, farla tua e riportarla a chi ama ascoltarti! Complimenti Arsenio Topen ;-)

    RispondiElimina