domenica 25 dicembre 2011

TORNA FALCE E CARRELLO IN LIBRERIA E DINTORNI : IL SEQUESTRO E' UNA FORMA DI CENSURA !

Causa anche influenza, Il Camerlengo è "in Edicola" anche a Natale!
Per festeggiare il rinsavimento di qualche giudice milanese!
Qualcuno avrà seguito la storia di Caprotti, boss di ESSELUNGA, una catena di mercati che fanno concorrenza alle Cooperative. Caprotti aveva pubblicato un libro denuncia sui privilegi, i favoritismi , i vantaggi commerciali di cui fruivano le Cooperative, specie quelle Rosse, complici le autorità amministrative.
Non che la cosa non sia conosciuta, ma un conto è dirlo al bar o al ristorante un conto è scriverci sopra un pamphlet dal titolo inequivocabile: FALCE E CARRELLO.
Le Cooperative avevano denunciato Caprotti,  e si sono aperti vari processi in diversi Tribunali della penisola. A Milano, veniva chiesto un clamoroso risarcimento danni (4 milioni di euro) e la pronuncia, a cui dare adeguata pubblicità, del contenuto falso e diffamatorio del libro.
Il tribunale di Milano si conteneva sul risarcimento - 300.000 euro - ma va giù duro sul resto: non solo dichiara che il libro ha contenuto diffamatorio ma ne dispone il sequestro dalle edicole e da ogni punto vendita....
Un AUTOGOL....perché ovviamente Caprotti può gridare alla CENSURA, alla inquisizione. Imbarazzo degli stessi uomini della cooperativa, a cui bastava la pubblicità adeguata della sentenza, senza arrivare al ROGO metaforico che richiama pagine assai brutte della storia dell'occidente (l'inquisizione spagnola, la controriforma, il Nazismo...).
E infatti le polemiche e le critiche fioccano.
In Appello, la Corte, in via provvisoria e urgente, ACCOGLIE la domanda della difesa di CAprotti e SOSPENDE l'esecutorietà della sentenza di primo grado: il libro può tornare in libreria e nei posti di vendita consentiti.
Questa la motivazione:  «Difficile negare una valenza di sequestro e censura» nello stop alla distribuzione


Difficile anche, a lume di naso, non essere d'accordo coi giudici della Corte D' Appello 
Ecco la notizia pubblicata sul Corriere . it di ieri 24 dicembre...
Torna tra gli scaffali il pamphlet Falce e carrello , scritto dal patron di Esselunga Bernardo Caprotti. E si riaccende la polemica per quello che è stato un caso economico-letterario-politico degli ultimi mesi, poi sfociato in una vicenda giudiziaria. Il libro, pubblicato nel 2007, racconta la competizione con la Coop, denunciando un presunto ostruzionismo delle amministrazioni locali e degli operatori economici delle regioni «rosse» rispetto all' espansione della catena Esselunga. A settembre la prima sezione civile del tribunale di Milano aveva accolto il ricorso presentato da Coop Italia contro Caprotti e il suo saggio, ordinando (oltre a un risarcimento di 300 mila euro) anche la sospensione della distribuzione del pamphlet. Il motivo? La «pubblicazione, diffusione e promozione degli scritti contenuti nel libro Falce e carrello integrano un' illecita concorrenza per denigrazione ai danni di Coop Italia». Ora, nuovo round, nuovo atto. La prima sezione civile della Corte d' Appello di Milano ha ordinato la sospensione dell' esecutività della sentenza di primo grado. Di conseguenza il libro può tornare liberamente sul mercato in attesa della decisione di secondo grado, prevista in primavera. Nell' ordinanza, firmata dal giudice Giuseppe Patrone, la sospensione della distribuzione viene indicata come «un provvedimento cui non sembra agevole, per l' attualità degli effetti, negare una sostanziale valenza di sequestro e censura». E proprio sul valore censorio della sentenza di primo grado a settembre si era scatenata la bagarre politica, con il centrodestra pronto a sollevarsi contro quello che veniva bollato come «un autentico scandalo». Una bagarre culminata con l' intervento in prima persona, sulle pagine del Corriere , dello stesso Caprotti, che ironizzava così sulla vicenda: «Io sono soltanto sleale, cioè "unfair", subdolo e tendenzioso. Un niente, di questi tempi! Quasi un gentiluomo. E per i danni subiti da Coop per questa sleale concorrenza ha accordato 300 mila euro invece dei 40 milioni richiesti! Il libro? Non si ordina neppure di bruciarlo sulle pubbliche piazze». Coop Italia, al tempo stesso, aveva espresso soddisfazione nel vedere condannata «un' aggressione violenta e lesiva che noi non ci saremmo mai sognati di fare nei confronti di un concorrente», prendendo anche le distanze da ogni tipo di polemica: «La suddetta sentenza non ha nulla a che fare con la pretesa di mettere al rogo i libri, anche se falsi e diffamatori, né ci siamo mai espressi in tal senso». Era solo il primo atto della battaglia legale milanese. Una delle molte che vedono fronteggiarsi Caprotti e le Coop in tutta Italia. Nell' aprile 2010 il patron di Esselunga ha vinto nei confronti di Coop Liguria, nella primavera del 2011 ha vinto contro Coop Estense, poi c' è stata la decisione del tribunale di Milano. Nel 2012 sarà la volta della sentenza d' appello a Milano e del primo grado della causa con Coop Adriatica.  »,  
Buzzi Emanuele

2 commenti:

  1. c'è un errore. la sentenza di primo grado non ha riconosciuto la diffamazione, anzi l'ha esclusa. ha detto però che pur non essendoci diffamazione un concorrente non può né scriverlo né pubblicarlo né distribuirlo. in pratica la critica va bene, ma non può arrivare dal concorrente. roba da matti a cui l'ordine di ritirare i libri ancora sul mercato (come? la hoepli ha continuato a venderlo per fortuna) aggiunge solo un elemento di grottesca tirannide.

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  2. Grazie per la correzione (preziosa). Però, come osservi giustamente, a questo punto diventa ancora più incomprensibile il provvedimento di sequestro e la condanna risarcitoria !

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