sabato 7 gennaio 2012

LE LIBERALIZZAZIONI. LA FASE DUE CHE SARA' CURIOSO VEDERE SE SI FARA'

Dario Di Vico, sul Corriere della Sera, mostra come pur partendo da studi "sbagliati" (sociologia....) e fatto percorsi opinabili (sindacalista alla UILM di Mirafiori ), si possa poi ritrovare la retta via.
E così un uomo di formazione sindacale e collettivista (a sociologia certa sinistra sguazza), trova, come San Paolo a Damasco, la retta via dell'apprezzamento e anzi della promozione di una società quanto più libera possibile.
E infatti sul Corriere , lui più di altri si spende per caldeggiare e spiegare i benefici delle liberalizzazioni.
Se ne fa un gran parlare da qualche anno a questa parte, e io vedo emergere grande confusione, contraddizioni evidenti e ovvie resistenze.
Cerchiamo di provare a capire meglio.
LIBERTA' è una parola BELLA, personalmente la mia preferita (è' per questo che non mi sono mai sposato, non convivo ancorché più spesso "fidanzato"...).
Quindi personalmente il concetto di liberalizzare mi piace, mentre detesto le regole. Capisco ovviamente che un po' siano necessarie, per evitare soprusi, prepotenze, insomma per garantire che troppa libertà di qualcuno si realizzi a scapito di quella degli altri. Però da noi in Italia con le regole abbiamo veramente esagerato e Panebianco ha lodevolmente denunciato più volte il groviglio, il caos, il reticolato soffocante di norme, regole, istruzioni, circolari che condizionano la nostra vita. Talmente tante che ogni nostro gesto ormai viene vissuto col dubbio: "ma non sarà vietato?". Brutto.
Lontani dalla cultura liberale che si è diffusa maggiormente nei paesi anglosassoni e nel più civile nord europa, noi Italiani siamo sempre stati sudditi di qualcuno, mai veramente cittadini. Peraltro, come sudditi, non siamo nemmeno molto bravi anzi, piuttosto svogliati quando non apertamente ribelli.
Tornando alle liberalizzazioni, piacciono a TUTTI, meno alle categorie-corporazioni che ne sono toccate che ovviamente non gradiscono l'ampliamento della concorrenza.
Questa, quando è veramente tale, produce spesso risultati buoni. Vediamo alcuni settori positivi, per gli UTENTI: A) Prodotti Elettronici . In questo campo, PC, note book, ora tablets....i prodotti migliorano e  i prezzi scendono. Anche quelli di prodotti più di marca che hanno dovuto affrontare la concorrenza dei prodotti "assemblati" per non perdere fette troppo vaste di mercato.
B) Telefonia. Anche qui, la concorrenza tra gestori è feroce, e piano piano si sta estendendo anche nella qualità dell'assistenza e non solo del marketing Questo per i CELLULARI. Molto meno per la telefonia fissa, ma lì in parte il problema è anche dovuto alla persistenza di una posizione privilegiata della TELECOM che è proprietaria dei vecchi strumenti di collegamento. Col tempo, con la diffusione sempre di più di tecnologia avanzate, wireless e simili, anche lì le cose dovrebbero migliorare.
C) Anche un settore tradizionale e importante come l'auto ormai sente gli effetti di una concorrenza più reale. Quando avevo 19 anni, un paio di pomeriggi a settimana andavo a fare da "aiuto" in un salone d'auto del padre di un mio compagno di liceo. Ogni TRE mesi TRE i listini erano ritoccati a causa dell'inflazione. E valeva per TUTTI. Adesso non è più così, e la guerra dei prezzi è forte. I risultati si vedono: la Fiat, prima industria italiana, con centinaia di migliaia di lavoratori da lei dipendenti, o direttamente o per l'indotto, adesso, nei tre-quattro  impianti italiani sopravvissuti conterà in tutto meno di 70.000 persone. E diminuiranno.
In altri settori degli effetti della concorrenza non si vede traccia , e tra questi, in testa, c'è la BENZINA!!!!.
Non si sa quante compagnie ci siano, eppure i prezzi oscillano di pochissimi centesimi. Fare il pieno da uno o da un'altro può variare di pochi euro su un conto finale di 70-100. Dice che dipende dalle tasse e dalla distribuzione troppo costosa....Sicuramente questi fattori contano, ma pure il CARTELLO tra petrolieri conta! Nel settore TV la concorrenza c'è, eppure , nonostante l'offerta di centinai di emittenti, ancora ci vieni IMPOSTO il canone RAI....Perché mai? Perché garantisce il servizio pubblico????????
Tornando a Di Vico, lui prova ad immaginare l'Italia "Liberalizzata". Con le licenze dei taxi raddoppiate , con i prodotti di farmacia ovunque, coi negozi aperti 24 ore, con i minimi tariffari aboliti....
Migliorerà la vita di molti, ritiene, al prezzo del peggioramento di quella di  pochi.
E speriamolo. Intanto però non capisco bene certi paletti. Perché le licenze dei taxi solo raddoppiate ? Libero vuol dire LIBERO. Per cui perché un TETTO? Ancora, libertà è il contrario di OBBLIGO, per cui immagino che i negozianti saranno LIBERI di tenere aperto il negozio agli orari che vorranno, NON che saranno obbligati a stare aperti giusto? Si, so che è ovvio che sia così ma in questo nostro bel paese meglio diffidare dell'ovvio e domandare... L'abolizione dei minimi tariffari professionali...è una bella barzelletta venderla come favore alla gente comune. Come sanno tutti, da mo' che ci sono tariffe di MERCATO in ordine alle prestazioni professionali laddove la stessa è considerata "semplice" : una separazione consensuale, un divorzio congiunto, un recupero credito. Anche i Giudici del resto, nel liquidare le spese legali al vincitore della causa, hanno sempre ignorato le note spese dei legali (capito subito : non le faccio MAI. Tempo sprecato). In realtà le tariffe MINIME servivano a controbilanciare la posizione di forza di grandi clienti istituzionali come banche e assicurazioni. Monti si sa, non è un nemico della banche......
La pubblicità....favorirà i giovani? mmmmmm Forse i grandi ...che avranno capitali da investire.
Altra considerazione....la politica aggressiva dei prezzi per farsi largo.....quanta qualità garantirà? Peggio per gli utenti creduloni direte voi ...e tutto sommato mi avete convinto. Si , peggio per loro.
Ho solo un dubbio.....ma piccolo piccolo....che vita sarà quella di una città SEMPRE aperta?
Chiudendo gli occhi come Di Vico e immaginandomela sempre frenetica e attiva....mi viene il dubbio che sarà ancora più invivibile, meno sicura, con gente che lavorerà di più, avrà meno tempo libero, guadagnerà di meno. Ma magari, grazie a questa concorrenza totale, dovrà anche spendere di meno chissà....
Proviamo. I cambiamenti fanno paura, ma laddove c'è la parola LIBERTA' ...purché VERA, io sono disposto a rischiare. Certo che se la libertà si concreta in realtà SOLO nel lavorare tutti di più, tornando a dimensioni un po' ottocentesche....la vedo una forma strana.....quasi quasi più una brutta cosa vestita con una bellssima parola...

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