Tante cose ci fanno meno paura oggi che Berlusconi non sta a palazzo Chigi.
1) Il nuovo declassamento da parte di Standard & Poor's . La Francia ha perso la tripla A ma noi scendiamo in serie B!!! E le altre due agenzie, Fitch e Morgan, non sembrano affatto spaventate dalle polemiche anti-rating e annunciano che presto anche loro con ogni probabilità dovranno declassarci.
2) La recessione. Il Fondo Monetario Internazionale parla di un decremento della crescita che oltrepassa la soglia del 2%...se consideriamo che per noi in questi ultimi 10-15 anni crescere dell'1% era festa!.....
3) Disoccupazione .Ovviamente non migliora e anzi sale il numero dei giovani senza lavoro.
4) Tassazione. Arrivata al 46% (20 anni fa eravamo sotto al 35%!!). Le punte, diffuse, raggiungono tranquillamente il 60%.
5) La Germania non si commuove e non si sposta di un centimetro. Certo la BCE, più o meno palesemente, continua a darci una mano ( a noi e agli spagnoli) coi titoli di stato , ma di provvedimenti SERI, che veramente potrebbero quanto meno spezzare l'onda speculativa, NEIN.
Eppure, a leggere tanti giornali prima scatenati...la parola d'ordine è dare tempo a Monti.
Il che è pure giusto, visto che i vizi di 40 anni mica si risolvono in tre mesi.
Però quanta ipocrisia.....
Il nostro Premier va in giro per il mondo a dire che l'Italia "sta facendo la sua parte", prima col rigore (che, con la recessione in atto, NON basterà per il pareggio del bilancio!) e adesso con le misure per la crescita, le famose "liberalizzazioni", cui dovrebbero poi seguire rivoluzionarie riforme nel campo del lavoro, della giustizia...
Però il nostro Premier l'ha detto chiaro e tondo: senza un aiuto dell'Europa (leggi Germania) noi non potremo, da soli, ottenere la fiducia dei mercati e quindi i nostri ammirevoli ed ammirati sforzi non servirebbero.
Bene, stranamente proprio sul giornale più favorevole a Monti, La Repubblica (ce ne sono diversi altri, Sole 24 ore in primis, ma anche il Corriere, con però diversi spunti critici) appare un articolo di ALBERTO BISIN che spiega cose un po' DIVERSE.
In genere, per fedeltà all'autore, posto l'intero pezzo, ma in questo caso non l'ho trovato in forma importabile per cui dovrete fidarvi della mia sintesi, che prometto fedele.
Dunque Bisin denuncia un fraintendimento fondamentale: la possibilità della crescita attraverso MERE misure di politica economica. Più propriamente, misure di sostegno alla domanda aggregata.
In sostanza quello che facciamo da 40 anni!!!
Questa cosa, spiega il buon Bisin, può avere una sua efficacia come misura ANTICICLICA . Si usa il debito pubblico in corso di una recessione per sostenere la domanda, così facendo si fanno dei debiti, che però, passata la crisi, si ripagano.
A noi questa pagina della ricetta la devono avere strappata!
Noi con la spesa pubblica NON abbiamo combattuto cicli economici depressi, ma abbiamo dopato la crescita!!
In altre parole, dagli anni 70 in poi l'Italia sostanzialmente è cresciuta prevalentemente, e sempre di più, con la spesa pubblica e facendo DEBITI.
La crescita vera, il vero capitalismo, è fatto di altro.
Più precisamente, produzione di beni e servizi in misura e qualità crescenti in settori dove la richiesta, la domanda, siano VERE (e quindi finirla di bruciare denaro per tenere in piedi gruppi decotti).
In più, sempre secondo Bisin ( ma non è certo l'unico a pensarla così) lo Stato semmai dovrebbe favorire questo ciclo virtuoso costituito dalla produzione SANA, attraverso riforme che migliorino servizi essenziali per il mondo imprenditoriale : amministrazione (semplificazione massima e dimagrimento violento della burocrazia) , giustizia civile (velocità ed esecutività effettiva delle sentenze), costi ( finanziari ed energetici in primis!!!).
Quindi, le liberalizzazioni in corso, sono dei passi nella direzione giusta, basta che il cammino non si fermi qui e non si limiti solo ad "alcuni"...(anche perché dalla liberalizzazione dei taxi e delle farmacie, crescita pochina!!!).
Chiarito dunque che la bacchetta magica NON c'è, ancorché la impugni SAN MARIOMONTI, e che la spesa pubblica a DEBITO a tempo indeterminato è la CAUSA , NON LA CURA, dei nostri mali, ecco che l'adozione di misure di rigore dal punto di vista fiscale e i tagli della detta spesa in una congiuntura recessiva NON appaiono le ricette giuste. Forse, dice Bisin, in questo momento sarebbe meglio darsi tempi più lunghi e adottare una misura anti-ciclica per uscire subito dall'imbuto recessivo.
MA NON POSSIAMO.
Perché la Germania , e i mercati con lei, NON si fida.
E quindi non è disponibile a concederci un rinvio sul tema RIGORE, perché pensa - ha 40 anni di motivi per pensarlo - che rimanderemo SEMPRE.
Perché della SPESA PUBBLICA noi (non solo noi evidentemente, ma noi di più) abbiamo fatto il PERNO del sistema ITALIA. Per sostenere aziende decotte, per fare assistenzialismo ed evitare troppe tensioni sociali, per non affrontare in modo serio e definitivo il problema del meridione (e della criminalità che lo assedia, anche e soprattutto economicamente!) ecc. ecc.
Per questo da noi è di fatto IMPENSABILE attaccare veramente la spesa pubblica. Non sappiamo vivere senza!
Conclude Bisin con una metafora.
La dipendenza italica dalla spesa pubblica è un po' come quella chimica di un alcolizzato: difficile credere che veramente ha deciso di smettere di bere se dichiara che lo farà da DOMANI.
Monti non può fare magie (e non i miracoli) perché non ha la bacchetta magica e non può fare i miracoli (per i quali non serve la bacchetta magica) perché non è San MarioMonti. Come sono bravi i giornalisti a fare ironia!
RispondiEliminaNon conosco ancora alla prova dei fatti il Sen. Prof. Mario Monti e quindi aspetto con il minimo di pazienza necessaria tali fatti, così come aspetto che un regolare processo accerti le colpe di Schettino prima di esigerne la galera.
Purtroppo i miei 70 anni non mi concedono più soverchie illusioni. Non mi dispero perché sono un inguaribile ottimista. Dall’età di 21 anni (da questa età si votava all’epoca mia) ho visto passare generazioni di autorità non autorevoli. Il concetto italiano, storico purtroppo, di autorità è: persona che occupa carica di potere. Chiunque egli sia. In questo concetto manca completamente qualunque riferimento a qualità e doti della persona, assolutamente insignificanti all'assegnazione dell'incarico a tutti i livelli. Pensiamo al termine "onorevole" attribuito d'ufficio a chiunque abbia ricevuto voti; anche nei seggi "sicuri" in cui un cavallo (antica Roma o una puttana in tempi recenti) può essere eletto senza problemi. (Mi sento in dovere di dichiarare tutta la mia stima per la puttana quando esercita il meritevolissimo mestiere più antico del modo. Purtroppo essere assisi sui propri strumenti professionali non è garanzia di buon governo.)
Il problema è che dopo decenni o forse secoli di autorità non autorevoli, se non per puro caso, la cultura italiana sopporta l'autorità, ma, evidentemente, non può rispettarla.
Da soli tre mesi c’è il Prof. Monti. Secondo me l’anno e mezzo che gli è stato concesso (forse!!!) dobbiamo attenderlo, soprattutto dopo aver resistito plaudenti (io non ho mai plauso) ad oltre 17 anni di promesse non mantenute di un piazzista puttaniere che ha contribuito non poco al disastro in cui ci troviamo.
Altrimenti qual è la soluzione? Da parte di alcuni si risponde: diamo la parola al popolo sovrano!
A parte il tempismo di una scelta del genere, per ch votiamo? Se mi trovi un solo nome che possa far sperare (con un minimo di credibilità) di risolvere i problemi, indicamelo e ti prometto che lo voto. Sorriso amaro. Uncle