Credo sia la prima volta che non mi trovo d'accordo con un articolo di Davide Giacalone, il che mi fa sempre tirare un sospiro di sollievo. Non è mai un buon segno l'unanimismo...
In questo caso però la cosa è più strana ancora perché in fondo si tratta di un articolo assai critico su Monti, cioè un premier che anche il Camerlengo ha stigmatizzato più volte.
Però, proprio Giacalone, primo tra tutti nell'estate del 2011, denunciava che la crisi dello Spread fosse un problema EUROPEO e non semplicemente nazionale. Nasceva dalle contradidzioni di una moneta unica, l'euro, non accompagnata e sostenuta da istituzioni adeguate sia politiche che finanziarie.
Oggi lo dicono tutti, allora era tra i pochissimi.
Monti , all'inizio del suo mandato, sembrò ignorare questa verità e si mise pancia a terra a tassare per fare cassa, anticipando anche la riforma previdenziale in corso, eliminando le pensioni di anzianità . Insomma,si mise a fare i "compiti di casa" che Berlusconi aveva promesso ma che in Europa nessuno si fidava avesse né la voglia né la forza di mantenere.
Da giugno in poi, Super Mario ha un po' corretto la rotta, approfittando anche della elezione di Hollande , non allineato alla posizione della Merkel come il suo predecessore, il non rimpianto Sarkozy.
Così ha iniziato a sostenere una cosa EVIDENTE : NON basta che i paesi deboli applichino il rigore di lacrime e sangue, se poi il sistema della moneta unica mantiene livelli di spread con differenziali così alti !
Se Spagna e Italia, dopo mesi di manovre, di miliardi di euro recuperati dalla tasse, subendo una recessione che è conseguenza inevtiabile di simili salassi, si ritrovano ancora con tassi di finanziamento del 6,7 anche 8% (gli spagnoli), beh è evidente che, da SOLI, i compiti a casa NON bastano.
Cose che Giacalone dice da sempre. Ora le dice anche Monti, e infatti all'ultimo convegno UE a Bruxelles, lo scorso 29 giugno, il sobrio ma ostinato italiano ha tenuto il punto, forte del sostegno francese e spagnolo, affinché si concepisse un più forte e pronto intervento del Fondo Salva Stati, immaginato anche come scudo anti spread.
La Mekel ci è rimasta male, ma ha cercato di rimanere diplomatica. La BUBA (così i tedeschi chiamano la BundesBank) molto meno.
Non solo, i tedeschi non si sono limitati a sollevare dubbi sulla legittimità del futuro ESM (il fondo salva stati), ma anche del Fiscal Compact che pure proprio la Merkel impose ai vari paesi dell'Unione.
Così, parlando allo Spiegel, Monti, sicuramente in modo inopportuno perché certe verità non vanno confessate in pubblico, ha espresso il suo auspicio sul fatto che i governi facessero un po' da guida ai propri parlamenti ( e anche ai loro popoli !). Scandalo. Attentato alla Democrazia.
E Giacalone si allinea a questa critica.
Ecco, non la condivido. Non credo che Monti sia un democratico specchiato. E' un uomo che ha avuto l'abilità di arrivare ai vertici del mondo accademico finanziario e poi di quello istituzionale europeo (Commissario per anni all'antitrust) e questo ha fatto di lui un tecnocrate che probabilmente nutre una certa impazienza con le esigenze di mediazione e di creazione del consenso proprie della politica.
Però, detto questo, che i capi di Stato spesso nella storia si siano posti alla testa dei loro popoli indicando una via che POI è stata seguita, questa è una realtà . La stessa idea di Unione Europea, immaginata dopo solo pochi anni dalla fine di un conflitto nel quale ci eravamo massacrati, con bormbardamenti a tappeto che per la prima volta scientemente avevano fatto strage di civili imbelli, beh cos'altro non è stata se non il parto di menti "folli" che cercarono di inventare una strada perché un simile orrore non si ripetesse più ?
Monti si è espresso male, il che ormai lo sappiamo, capita spesso. Però l'idea che un esecutivo possa cercare di guidare il paese "anticipando" il consenso, beh questo in democrazia avviene eccome.
Comunque, ecco l'articolo, in modo che giudichiate anche voi
Incidenti non accidentali
L’aria condizionata esclude che sia colpa del caldo, ma le
condizioni dell’aria inducono a ritenere, come già osservato qualche settimana
addietro, che Mario Monti stia cercando la crisi, anche a costo della rissa.
Non può aprirla, perché il suo difetto di legittimazione elettorale (di cui non
è responsabile) si rivela tale non solo nel momento della nascita, ma anche in
quello della fine. Vuole che la si apra, e siccome il governo non deve cadere
sulla sinistra, per non annientare la sponda su cui costruirne uno simile, ecco
che si butta sulla destra, anche con qualche sfondone tragicomico. Il fatto che
Silvio Berlusconi non abbocchi (al contrario di alcuni dei suoi) rende la cosa
sportivamente intrigante, ma niente affatto convincente. Monti cerca la fine
per non governare l’agonia, che comunque ci tocca se nessun o ha idee per
fermarla. Vuole uscire per rientrare meglio, mentre a noi tutti restiamo
prigionieri.
Delle rozzezze professorali si sono adontati i parlamentari
tedeschi, laddove dovrebbero impensierirsi quelli italiani. I quali ultimi sono
protetti dall’insensibilità , oramai ridotti ad approvare, senza discutere,
decreti di nessuna urgenza e utilità (come sostengono membri del governo
stesso). La polemica relativa all’autonomia dei governi dal consenso popolare e
dalla rappresentanza parlamentare ha un significato tutto interno, è un
pernacchio alla nostra Costituzione. Incautamente è stato tradotto in tedesco,
suscitando la giusta reazione di chi non ha ancora smarrito il significato di
“democrazia”. (Detto fra parentesi: patetica la difesa d’ufficio di certi
intellettuali, impegnati a confermare la storica viltà e miopia faziosa della
categoria).
Monti ha le sue ragioni: non si è candidato, non si è proposto,
lo hanno chiamato a fare quello che agli eletti non riusciva, vale a dire le
cose ovvie necessarie per rimette in ordine i conti. Ha i suoi torti: non c’è
riuscito, i problemi sono sì italiani, ma quelli che oggi ci trafiggono sono di
natura europea (come qui ripetiamo da più di un anno, mentre le 1200 stupidate
sono l’esatto opposto di quanto sostenuto dal governatore della Banca d’Italia,
circa lo spread), sicché non rimediabili in vernacolo, infine ha teorizzato
come usuale un costume eccezionale, vale a dire la non coincidenza fra consenso
e decisione. Poi, per carità , quel discostarsi è normale, talora accompagnato
dall’arte della menzogna che, come in tante altre cose della vita, rende più
accettabile il delegare il comando. Ma guai a far finta che sia derogabile la
sovranità popolare. Mentre il primo ministro del re dispotico ci rimetteva la
testa, quello del re bizzoso e diffuso ci rimette il posto. Poco importa se con
reciproco danno.
Incidente chiuso? No, appena aperto. Lo si può chiudere con
i tedeschi, perché tanto si sono abbandonati a dissennatezze varie, nei nostri
confronti, ma non con gli italiani. Se solo escono dal letargo. Così come non
ci si può far pagare la casa a propria insaputa, neanche si può cambiare un
Paese a sua insaputa. Agire fuori dalle regole del consenso democratico non
rende più dinamico, ma più friabile il lavoro. Della serie: nessuno crede alle
cose fatte, se quelle sono così fragili da potere essere azzerate non appena
finisce l’inganno. Monti non ha offeso il Parlamento tedesco, ha umiliato
quello italiano e reso evidente la superficialità del lavoro che svolge. Questo
è il punto. A chi ci domanda: quanto può durare? Solo i deboli di comprendonio
rispondono: useremo Monti anche dopo Monti. Credono, gli sciocchini, che il
mondo s’interessi alla loro sorte di capetti senza capo sul collo, invece la
domanda è: quando comincerete a spiegare agli italiani la verità e quando
proporrete loro un’idea di futuro che non sia il perpetuarsi impossibile del
passato? Non rispondono, perché neanche la capiscono.
Intanto le “provocazioni” delineano i contorni del “partito
di Monti”, confermando quelli che vedemmo: esiste per negazione, si distingue
per inconsistenza altrui, si proietta per il vuoto che lo circonda. Montiani
veri non ce ne sono, neanche in casa Monti. Impostori tanti, parolai e inutili.
Un ultimo punto: il governo tedesco ha sbagliato molte cose,
ma se si svincola dal Parlamento le sbaglia tutte. Se l’Europa riuscirà a
salvarsi lo dovrà anche alla politica e ai politici tedeschi, che vogliano
smarcarsi dagli errori commessi. Se a smarcarsi fosse solo la signora Merkel
allora cominciamo subito a recitare il de profundis europeo. La democrazia non
è vizio, non è debolezza e cedimento agli istinti belluini del volgo, la
democrazia è la più virtuosa e forte organizzazione pubblica che si conosca.
Così straordinariamente potente da non potere essere bevuta tutta d’un sorso.
Il professor Monti abbassi il ditino e sugga con rispetto.
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