mercoledì 29 febbraio 2012

ACAB E DINTORNI: IO STO DALLA PARTE DI CHI PORTA LA DIVISA

A volte sono gentili, a volte meno. A volte pazienti e disponibili, altre sbrigativi e "imboscati". Insomma, sono normali, con i pregi e difetti di tanti. Hanno un compito importante e delicato: salvaguardare l'ordine pubblico. Ci riescono? Forse non bene, in alcuni quartieri e regioni d'Italia proprio no, ma la responsabilità di questo credo stia altrove.
Sto parlando delle forze dell'ordine, Polizia e Carabinieri.
Pur riconoscendo le pecche e i limiti  di questi due importanti corpi dello Stato, istintivamente io, fin da giovane, sono stato dalla parte loro. Negli anni 70, quando tanti miei coetanei gridavano slogan come "se il caramba spara, lupara, lupara, se spara il poliziotto, P 38 ", e canticchiavano, in piazza o allo stadio "celerini figli di puttana", io "tifavo" per loro, per quelli in divisa.
Perché la pensavo come Pasolini ( credo che fosse uno dei pochi pensieri che ho condiviso con il celebre e discusso scrittore e regista ): loro erano i veri figli del popolo, non quelli che dopo il rito della manifestazione tornavano nelle loro case borghesi a raccontare eccitati  ai genitori progressisti (of course)  delle loro battaglie in strada, mentre a tavola mamma serviva bistecca e filetto.
Ho visto il film ACAB, con i bravissimi Giallini e Favino. Acab è l'acronimo di "ALL COP ARE BASTARD", tutti i poliziotti sono bastardi. E' un film duro, che bene riporta le contraddizioni, le luci e le ombre. Ma il discorso che il celerino Favino fa al PM nel processo in cui il primo è imputato per lesioni gravi ad un tifoso allo stadio è da incorniciare. E' facile parlare in un'aula di Tribunale, diverso è stare lì, davanti a questi gruppi organizzati (manifestanti o tifosi che siano), armati di bastoni, pietre, coltelli, che ti vengono fino ad un metro a provocarti, a insultarti , a sputarti addosso, con il superiore che ti intima continuamente di stare in riga, di non reagire.
Manifestare è un diritto, certo...insultare? provocare? sputare? Magari no ma per evitare che la situazione degeneri ti dicono che devi subire. E' giusto questo?
Poi quando arrivano i sassi, quando gli assembramenti si fanno più minacciosi, può darsi che venga ordinata una carica di "alleggerimento", e anche lì, mentre il cuore pompa a 1000, l'adrenalina scorre come un fiume in piena, ti chiedono di essere comunque misurato, di non esagerare, di non farti trascinare. Giusto, sei un rappresentante dell'ordine, mica un teppista da strada mascherato da tifoso o da dimostrante...
MA BISOGNA STARCI!!!
Diverse sono le "vendette", consumate non più nel calore di uno scontro in strada ma in caserma, quando comunque la persona, per quanto colpevole sia, è inerme. In quel caso la rabbia non solo la DEVI controllare, ma PUOI farlo. Se non riesci, devi cambiare mestiere.
La cronaca e il filmato - ripresi dal Corriere.it di oggi - degli insulti di un "coraggioso" NO TAV ad un carabiniere  che ha l'ORDINE di non reagire, sono la prova di quanto finora detto.
Stomaco a posto, prima di leggere e vedere


Guardateli bene il No Tav e il carabiniere, fissate quel video di Corriere Tv, ascoltate le parole intrise di arroganza e disprezzo.
«Ehi, pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena... ». Arrivano come uno sputo sulla visiera dell'uomo in divisa, provocano, irridono, sono la gratuita offesa di chi si ritiene impunito nei confronti di un servitore dello Stato chiamato a compiere il proprio dovere.
Non domandatevi nient'altro, adesso, non pensate all'Alta velocità o alla difesa della valle, fermatevi su una sequenza che più di ogni altra mostra dove può sfociare la cieca cattiveria di questi giorni in val di Susa. «Che Pecorella sei?», ripete il giovane manifestante appoggiato a un guard rail. «Hai un numero, un nome? Mi sa che sei illegale... Sei venuto per sparare, vuoi sparare?.. », chiede con una certa tracotanza al giovane carabiniere che lo fissa davanti.
E' difficile non riandare ad altri tempi, alle inquietudini di altre stagioni, agli incubi, alla violenza, alla gratuità di certe minacce, e non si può evitare di pensare a Pierpaolo Pasolini, alla sua invettiva in difesa di altri uomini in divisa, quei poliziotti che più di quarant'anni fa a Valle Giulia, a Roma, vennero presi a botte dai sessantottini con le facce di figli di papà e lo stesso occhio cattivo. Oggi, quarant'anni dopo, facciamo nostre le parole del poeta davanti a questo tracotante no Tav che si abbandona all'insulto nei confronti del giovane carabiniere: «Quando ieri a valle Giulia aveva fatto a botte con i poliziotti, io simpatizzavo per i poliziotti. Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono dalle periferie, contadine o urbane che siano... ».
Non c'è Pasolini oggi a difendere i poliziotti e i carabinieri schierati sui ponti di un'autostrada o davanti ad un cantiere in difesa della libertà di altri cittadini, ma bastano pochi frammenti del filmato di Corriere tv per capire da che parte stare. Perché è violenza a senso unico quella che si sente e si vede nelle immagini che adesso viaggiano su Internet. E va elogiata la calma del giovane militare, ripetutamente provocato. «Pecorella, ascolta, io pago anche per te. Vi siete divertiti, eh». Silenzio. «Fatti riconoscere. Io non so chi sei. Parla. Noi ci divertiamo un sacco a guardare voi stronzi... ». Ancora silenzio. E' difficile trattenere il fiato, lasciandosi scorrere addosso la lunga sequela di accuse. Il giovane militare ci riesce, e gli va detto pubblicamente grazie, per non aver fatto precipitare una situazione incandescente in un nuovo incidente, in uno scontro.
Era come se qualcuno non aspettasse altro. Gli animi sono surriscaldati in val di Susa. La tensione è alta. Ma certe scene di scherno i no Tav se le potevano risparmiare. Con gli insulti, con le scritte brigatiste nei confronti del giudice Caselli, con la tracotanza esibita in questo modo, si isolano da soli.
Stefano Turchetti ha condiviso un link.

video.corriere.it
Tra No Tav e carabiniere - H24. Guarda adesso il video "Faccia a faccia" su Corriere TV!

1 commento:

  1. tutti hanno elogiato il carabiniere perché non ha accolto le provocazioni....quindi implicitamente si sostiene che sarebbe stato non condannabile rispondere agli insulti con una manganellata???? si è solo comportato da protocollo, come sempre dovrebbero fare persone addestrate e con le armi cariche...
    il gioco è fra il manifestante che provoca "a sparare" e il carabiniere che ovviamente non può neppure manganellare... tanto più con le telecamere davanti.... un brutto show, affossato dalla normalità di uno che sarebbe stato volentieri davanti a una scrivania (o che magari è pure lui contro la TAV).
    avrei potuto fare il carabiniere (ufficiale), ora sarebbe tutto molto più facile, ma non l'ho fatto perché non sarei mai riuscito a far eseguire ad altri leggi spesso da me non condivise...
    pasolini stava coi poliziotti (io non stavo con nessuno... non ero nato)... io stavo però con i marchettari quando pasolini andava a rimorchiarli con l'auto sportiva, la sua superiorità culturale (fatta salva la sua grandezza di regista e in parte di saggista)

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