ATENE ANTICA E LA DEMOCRAZIA DIRETTA |
Ma noi fummo i primi a mettere nel nulla la democrazia parlamentare, in Italia presente fin dalla raggiunta unità nazionale, a prescindere dalla presenza della monarchia.
Non ho certo l'ambizione di stare io qui a spiegare in 50 righe il perché, mi limito a dire che le cose non avvengono mai per caso ed anche in questa vicenda è così : agli italiani la democrazia NON piace.
Come popolo oscilliamo tra una tendenza anarcoide, insofferente ad ogni regola, ad ogni limite al fare ciò che più ci aggrada, all'opposta esigenza di una guida forte, che non debba essere intralciata da paletti o impedimenti di interessi particolari. Sempre che questi interessi siano quelli degli ALTRI, perché se sono i nostri la musica cambia eccome.
Questa disaffezione ha ovviamente delle ragioni, e tra queste la decadenza dei partiti politici, che della democrazia sono elementi insostituibili, a meno che non si immagini di sostituire al Parlamento eletto, un'assemblea referendaria permanente: le leggi vengono promulgate tramite referendum. Insomma una democrazia "diretta", possibile (e nemmeno troppo, visto com'è andata poi a finire ) nella Atene antica che nel periodo del suo massimo splendore non contava più di 150.000 cittadini ( e 100.000 schiavi, grazie ai quali ci si poteva anche dedicare di più alla vita della Polis invece che lavorare...), non certo nei complessi e popolosi stati moderni.
Quindi le democrazie moderne sono rappresentative, funzionano con lo strumento della delega, e il referendum è strumento prezioso ma marginale (e quando si cerca di farne altro, i risultati sono pessimi, come si vede appunto da noi). Senza contare, ma questo è un altro dei motivi per cui la gente diffida dei partiti, che gli esiti referendari molto spesso la classe politica poi li mette nel nulla, facendo leggi che aggirano il verdetto popolare, come bene abbiamo visto in tanti casi come l'abrogazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti (sostituita con quella dei "rimborsi elettorali" ), della responsabilità civile dei magistrati , della privatizzazione della RAI e altre...
Sicuramente il basso livello della classe politica successiva alla generazione dei cosiddetti padri costituenti (De Gasperi, Einaudi, Amendola, Malagodi, La Malfa, Nenni, Togliatti) è altro elemento scoraggiante.
In più, la crisi delle ideologie del ventesimo secolo, il venir meno della grande contrapposizione COMUNISMO e ANTI , ha fatto venire meno un collante aggregativo importante . E' vero che ci siamo affrettati a sostituire il vecchio meccanismo di Italiani CONTRO, con il Berlusconismo e gli anti berlusconiani, ma ora anche questo è caduto.
Il risultato è che i sondaggisti registrano una quota monstre di indecisi su chi votare (da tempo ormai saldamente oltre il 40%!!!!), e i "tecnici Montiani" godono di una popolarità che resiste alle medicine amare propinate proprio per la loro patente di NON politici.
Questa disaffezione, sempre esistita dalla fine degli anni 70 , che ebbe un suo primo zenit con Mani Pulite e la fine della Prima Repubblica, è oggi tornata ai livelli massimi di allora.
Sono molti gli osservatori che mettono in guardia da questa sindrome antipartitica e anti politica. Panebianco, Galli della Loggia, Giacalone, Ostellino.....Questi scrittori non lesinano certe critiche alla classe politica esistente, ma ricordano diuturnamente che ci si deve adoperare per stimolare e favorire il ricambio di questa classe dirigente MA NON pensare che si possa fare a meno della cinghia di trasmissione tra cittadini e istituzioni. Perché senza di esso, lo ripetiamo, NON c'è più la DEMOCRAZIA.
Augurarsi che Monti e i suoi proseguano, senza essere eletti nel 2013, che altro è se non questo?
Sicuramente i partiti dovrebbero tornare ad essere quello che erano : il riferimento dei cittadini per il dialogo sui problemi del paese, il confronto sulle possibili soluzioni, la raccolta e l'organizzazione delle istanze da portare poi nell'alveo istituzionale. Da decenni invece si sono confusi con le istituzioni stesse, occupandole, espandendosi oltretutto anche in tutti gli altri settori vitali della società : economia e informazione.
Questo non è più tollerato, ed è giustissimo.
Ma è rassegnarsi a un governo NON eletto la soluzione migliore?
Io credo di no.
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