domenica 4 marzo 2012

IN ITALIA UCCISA UNA DONNA OGNI TRE GIORNI. UNA VOLTA SU 4 L'OMICIDA E' UN EX

A commento dell'articolo di ieri (http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/03/salvatore-parolisi-antonio-lugli.html ), in cui criticavo il teorema popolare ( e purtroppo a volte anche delle pubbliche accuse) per cui se il coniuge è adultero facilmente è anche l'omicida , mi è giunto il seguente post:

 "Da parte mia volevo solo ricordare a chi ha scritto l'articolo sopra, che le statistiche dicone che ogni tre giorni in Italia una donna (moglie, amante, fidanzata, figlia) muore per mano di un uomo.
Questa E' una strage.
Non dimentichiamolo mai!"
Il dato è assolutamente corretto: nel 2010 sono morte in Italia per omicidio 127 donne, in un trend che dal 2005 è sempre cresciuto.
2005  : 84
2006 : 101
2007 : 107
2008 : 112
2009 : 119 
Totale: 650 donne in sei anni. Agghiacciante. 
Tanto per sottolineare la cosa, la cronaca oggi ci fornisce un altro fatto da brividi: a Brescia, un uomo, dopo due anni ha ucciso a colpi di pistola la ex moglie, il nuovo compagno di lei, poi si è recato a casa loro, e lì ha ucciso la figlia 20enne della donna e il ragazzo che stava con lei.
Questo episodio, i dati sopra riportati, avallano il teorema della gente del mercato? Che l' infedeltà sia tra i moventi degli omicidi domestici?  Evidentemente è necessaria fare una distinzione: l'infedeltà di CHI?
Della vittima? Allora la risposta, statisticamente, diventa SI, la gelosia è da sempre un movente. Ancorchè non con percentuali bulgare. Da una ricerca svolta dall'Associazione CASA DELLE DONNE di Bologna, anche recente (marzo 2011) apprendiamo che la gelosia, il cosiddetto motivo passionale riguarda "solo" un 10% di casi sul totale.
Molto più frequenti tra i motivi che spingono ad uccidere la separazione, il 20%, poi la conflittualità del rapporto (12%), motivi economici (10%), psichici (10%) .
I numeri confermano quanto spessissimo si legge, anche in articoli di psicologi ed esperti della psiche umana: la causa più frequente, quindi il movente più forte di questo tipo di reato è l'ABBANDONO. L'uomo soprattutto NON sopporta l'abbandono della compagna. S'intrecciano per spiegare questa fragilità maschile una serie di ipotesi peraltro non reciprocamente esclusive (nel senso che una non esclude l'altra), quali la perdita dell'identità di supremazia maschile, la ferita all'immagine e all'orgoglio, incapacità di accettare la "perdita" sia emotivamente che praticamente. 
Però questo è. Da non sottovalutare poi rapporti dove la conflittualità arriva ad un odio che nemmeno consente la soluzione pratica, incruenta e civile della separazione legale. Come sempre gli interessi economici (casa e soldi) hanno il loro peso. 
Non entrano in statistica due fattori: il contenzioso sui figli (che spesso sono strumentali agli ALTRI) e appunto l'adulterio dell'OMICIDA.
Come scritto nel  post sopra citato, e come ricordato dallo psichiatra Meluzzi l'altro giorno in tv, Divorzio all'Italiana è un film, carino, degli anni 60. Sono passati 60 anni da allora, e non solo è intervenuto il divorzio e la riforma del diritto di famiglia, ma separazioni e divorzi riguardano ormai quasi un matrimonio su tre, quindi anche la condanna sociale è venuta meno.
La Palombelli ricordava che al sud è diverso. Plausibile, ma guarda caso gli omicidi delle donne si realizzano soprattutto a NORD: il 50% !!! Al centro il 21, al sud il 19, nelle isole il 10.
Quindi cari lettori il teorema: adultero che si sbarazza della compagna, non regge alla prova dei numeri, che piuttosto confermano che l'omicida 2 volte su tre ha o ha avuto rapporti sentimentali con la donna. 
Insomma sicuramente i mariti sono potenzialmente "pericolosi", ma NON perché adulteri. 
Ripeto, parlano i numeri, che sono parenti ai fatti.

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