Transeat.Sulla questione dei Marò in India invece penso che delle responsabilità il nostro governo le abbia, e tra l'altro le stesse critiche le ho lette su giornali NON nemici del super premier, Corriere e Repubblica.
In buona sostanza , come più spesso ci accade, a livello politico internazionale ci siamo mossi con poche idee in compenso confuse.
La vicenda ormai risale a tre mesi fa e diversi sono i post ad essa dedicati: http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/03/i-limiti-di-un-governo-non-eletto-nelle.html
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/03/come-gli-indiani-ci-hanno-fregato.html
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/03/no-agli-esperti-balistici-italiani-ci.html
chi vuole, può andarseli a rileggere.
In sintesi estrema, non abbiamo sollevato l'incidente internazionale, ricercando in questo, anzi pretendendo, tutto l'aiuto che ci spetta come stato dell'Unione Europea, come membro della Nato e anche come Paese che certo più di tanti altri collabora con l'ONU per spedire soldati nelle varie missioni di "pace".
Io non so se i Marò abbiano sparato o no a questi pescatori innocenti. Loro sostengono di aver sparato, e non ad altezza d'uomo, ad una imbarcazione che si era avvicinato ignorando gli avvertimenti e le intimazioni di stare a distanza. Io sarei portato a credere a questa tesi perché francamente non comprenderei il motivo di sparare a un peschereccio.
Ciò detto, c'è un elemento che in diritto si chiama PREGIUDIZIALE. Vale a dire, preliminare ad ogni ulteriore considerazione di diritto, formale o sostanziale.
La nave italiana si trovava in acque INTERNAZIONALI!
E quindi l'autorità indiana NON ha giurisdizione sul caso, secondo le norme del diritto internazionale.
Bene, in tre mesi, questa cosa sacrosanta non siamo riusciti a farla valere in alcun modo.
Posso avercela un po' con Super MArio?? I super poteri solo a mettere l'IMU e le tasse sulla benzina, le sigarette e tutto quello che si muove in terra italica?
Ecco l'aggiornamento sul Corriere.it
SABATO SI CONCLUDE IL PERIODO PREVISTO DALLA LEGGE INDIANA
PER LA CARCERAZIONE PREVENTIVA
Marò imputati di
omicidio:
Roma richiama l'ambasciatore in India
Roma richiama l'ambasciatore in India
Sale
la tensione tra Roma e New Delhi. Alla luce degli sviluppi della situazione in
Kerala e dei capi di imputazione a carico dei due militari italiani,
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, l'ambasciatore a New Delhi, Giacomo
Sanfelice, è stato richiamato a Roma per consultazioni con il Governo. È quanto
riferisce la Farnesina. La notizia arriva dopo che la polizia indiana ha
formalizzato le accuse per omicidio nei confronti dei marò italiani
Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, agli arresti in India.
IL DOSSIER - I
capi di imputazione sono stati divulgati dai principali media locali nelle
edizioni online. Il commissario Ajith Kumar, capo del Gruppo speciale
investigativo (Sit) ha presentato al tribunale di Kollam un dossier da 196
pagine contenente la perizia balistica e l'atteso chargesheet,
ossia l'elenco delle imputazioni sulla base delle quali i connazionali
dovrebbero essere rinviati a giudizio per aver ucciso in acque indiane i due
pescatori Ajesk Binki e Gelastine, lo scorso 15 febbraio.
L'APPELLO AL GOVERNO
- E non sono sorpresi i familiari dei due soldati: «Quello che è successo
oggi è niente di più e niente di meno di quello che ci aspettavamo. Sapevamo
che allo scadere della carcerazione preventiva dovevano arrivare i capi di
imputazione, ma quello che chiediamo al governo è di cominciare a battere i
pugni sul tavolo». Così Christian D'Addario, nipote del marò Massimiliano
Latorre a nome della famiglia del militare facendo trasparire tutta
l'insofferenza per una situazione fatta solo di continui rinvii. «Oggi sono 90
giorni che i nostri marò sono in carcere e anche se sono militari, abituati
dunque ad affrontare situazioni difficili,comincia ad essere duro non vedere
una via d'uscita», dice D'Addario. «Massimiliano e Salvatore vivono ogni giorno
aspettando il momento di poter telefonare alle loro famiglie, di sentire che
siamo con loro. E anche se il governo e le autorità finora non hanno mai fatto
mancare il loro sostegno - prosegue il nipote di Latorre - è ora di fare
qualcosa di concreto per questi ragazzi che si sono ritrovati loro malgrado
stritolati in un meccanismo di equilibri politici e diplomatici fatto di
tattiche e di continui rinvii». E ancora: «Noi ci appelliamo al governo perchè
alle parole seguano i fatti, perchè a Massimiliano e Salvatore che non sono
criminali, ma militari e cittadini di questo Paese, sia restituito il loro
status e la loro dignità insieme alla possibilità di veder tutelati i loro
diritti».
IL LUOGO
DELL'INCIDENTE - L'annuncio della presentazione dei documenti è arrivato
proprio mentre il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura si trova in
missione nel Kerala per incontri a tutti i livelli tesi a una soluzione
positiva del caso. Stando alle anticipazioni di stampa, la polizia chiede che i
fucilieri del battaglione San Marco - che al momento dei fatti erano impegnati
in una missione anti-pirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie - siano
processati in base a quattro sezioni del codice penale indiano: 302 (omicidio);
307 (tentato omicidio); 427 (azioni che hanno comportato danni) e 34
(associazione a delinquere). Il dossier - redatto dopo ben tre mesi di indagini
(il termine massimo per la carcerazione preventiva era 90 giorni) - conterrebbe
anche l'esatta localizzazione del luogo dell'incidente, avvenuto secondo gli
inquirenti 20,5 miglia
al largo delle coste indiane ovvero entro le 22 miglia che delimitano
la fascia continua che consente a uno Stato diritto di controllo sulle navi in
transito.
MARO' DELUSI - Già
subito dopo essere stato messo al corrente delle imputazioni, il
sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura non aveva nascosto la sua
irritazione: «A breve vedremo le carte: entro stanotte dovranno consegnare
l'atto d'accusa al giudice che poi sarà obbligato, entro 48 ore al massimo, a
consegnarcelo e farne partecipe la difesa». Adesso, prosegue, «il nostro dovere
è tenere alto il morale dei marò, delusi - come del resto tutti noi - dal fatto
che non sia stato disposto immediatamente il loro trasferimento in una
struttura diversa dal carcere». De Mistura ha visto di nuovo i due militari
italiani, ha incontrato anche il chief minister del Kerala, Oommen Chandy: «È
stata una riunione difficile, molto tesa e gli ho detto chiaramente che deve
rispondere in tempi rapidi all'ingiunzione della Suprema Corte di New Delhi
(che aveva previsto termini perentori per la decisione sul trasferimento;ndr)».
LE TAPPE DELLA
VICENDA - Latorre e Girone sono stati arrestati il 19 febbraio scorso e in
seguito trasferiti nel carcere centrale di Trivandrum. Le autorità del Kerala
hanno finalmente accettato di trasferirli in una struttura più «adatta al loro
status di agenti operativi di un Paese amico» come hanno riferito fonti vicine
al dossier. Nell'ordinanza si spiega che ci sarà bisogno di 20 giorni per
attrezzare adeguatamente il luogo dove saranno sistemati i militari italiani,
un ex riformatorio di Kochi, anche se «l'obiettivo delle autorità italiane è
fare il prima possibile» come hanno spiegato le fonti diplomatiche. Sempre in
questi giorni sarà esaminata la nuova domanda di libertà su cauzione,
presentata dal collegio di difesa dei marò dopo che una prima istanza era stata
respinta per motivi tecnici l'11 maggio.
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