La Confindustria lo critica, il Corriere della Sera (un "grande giornale", così lo chiama il Premier) pure....
Proprio ingrata questa borghesia italiana!!!
Personalmente, sono FELICE di vedere che un giornale di reputazione come il Corsera abbia alla fine perso la pazienza, non dia più credito in bianco ai Tecnici e li giudichi per quello che stanno facendo : poco e MALE.
Alla fine, l'unica cosa di buono che sarebbe rimasta è la "credibilità internazionale" del Premier . In concreto cosa porta? Ci vogliono far credere che Draghi, che inonda di soldi le banche di tutti i paesi europei in crisi (soprattutto quelle, non solo), aiuta l'Italia grazie a Monti??? Sai le risate!
In realtà siamo impantanati di brutto, come Davide Giacalone ben ci ricorda.
La chiosa finale è quasi Belliana: ai morti rode che i vivi vivano....
Ricordiamocelo, e non fidiamoci più.
KO TECNICO
Dicono che cresce la voglia di elezioni a ottobre, a me pare
che cresca l’incapacità di credere che, in queste condizioni, si possa tirare a
campare ancora un anno. Si sono incartati e non sanno come uscirne. Manifestano
la loro paura sotto forma d’arroganza. Vale per il governo come anche per le
forze politiche maggiori, il che innesca uno scontro fra gruppi che saranno
comunque chiamati a convivere e collaborare, mentre ora inscenano una falsa
rissa, al solo scopo di allontanare da sé le nerbate qualunquistiche e
protestatarie con le quali viene flagellato il loro elettorato. Poi si
ritrovano in accordi spartitori, colonizzando autorità che offrono garanzia
solo a quelli che ne campano. Non si accorgono, i tapini, che così procedendo
di nerbate ne meritano e se ne aggiudicano il doppio.
Il governo è in stato confusionale. I tecnici sono in ko
tecnico. Nel mentre la pressione fiscale cresce il gettito fiscale scende sotto
le previsioni. E’ la dimostrazione che il corpo non reagisce, che la terapia è
sbagliata. Ed è un errore tecnico, che giustifica il licenziamento in tronco
dei presunti tecnici. Guardate quel che succede con l’Imu: tutti sappiamo di
doverla pagare, molti non sanno dove prendere i soldi, quasi nessuno sa come e
quanto, in compenso sappiamo che la prima rata è a giorni e la seconda entro la
fine dell’anno. Di fronte a questo terrorismo, innescato dall’incapacità
tecnica, quale credete che possa essere la reazione più consueta? Aspetto a
spendere e tengo i soldi da parte. Così i geni che hanno aumentato l’iva
constatano che il gettito di quell’imposta diminuisce. Cosa rispondono? Aumento
delle tasse e lotta all’evasione (in omaggio al velenosissimo moralismo
fiscale). In condizioni normali sarebbero restituiti alle loro università, non
a caso sprofondate sotto il centesimo posto nella classifica mondiale della
qualità.
Ma le forze politiche maggiori hanno paura delle elezioni.
Il centro destra non sa neanche come presentarsi, avendo maturato la
convinzione d’essere complessivamente impresentabile. Il centro sinistra è un
caleidoscopio impazzito: se si presenta aggregato vince, ma il Pd viene
polverizzato; se si presenta disaggregato perde sicurezza, acquisendo solo la
certezza che al Senato non ci sarà alcuna maggioranza. Da novembre andiamo
ripetendo che il tempo del governo Monti doveva essere occupato stringendo un
accordo riformatore, ma è stato sprecato in tatticismi autodistruttivi. Prima
si sono attese le amministrative, il cui esisto era scontato e, difatti, qui
annunciato. Dopo quelle, la disperazione. Alfano e Berlusconi dovrebbero sapere
che annunciare in quel modo la scelta per il sistema francese serve a segnare
una posizione, non a costruire una politica. Bersani dovrebbe sapere che
rispondere chiedendo il doppio turno, ma rifiutando il sistema istituzionale
connesso, serve solo a non fare un accidente (Letta ha ragione sul patto
costituente, ma serve che la direzione Pd di oggi dica sì al modello francese,
senza escluderne pezzi). Il presidente della Repubblica sa benissimo che
mettendo i piedi in questo piatto ne fa schizzare e sprecare il contenuto.
Questi signori giocano una partita che non ha nulla a che vedere con il futuro.
Riassumendo: non c’è governo della crisi, non ci sono
riforme istituzionali e non si cambia nemmeno il sistema elettorale. Bingo. I
benpensanti, prima di condannare la politica economica del governo, dicono:
grazie a Monti, però, l’Italia ha riconquistato un ruolo internazionale. Sembra
il ritorno della “grande proletaria”, di pascoliana e libica memoria. Ma da
cosa lo intuiscono? Quando David Cameron sostenne che il fiscal compact era da
considerarsi al pari della corazzata Potemkin lo si è lasciato da solo, neanche
cogliendo la novità storica: un inglese che propone maggiore integrazione.
Quando il lussemburghese Jean-Claude Juncker s’è dimesso da presidente
dell’eurogruppo, protestando contro la folle dottrina cui la Germania aveva
(allora) piegato la Francia, non s’è sentito un fiato, laddove avrei urlato
solidarietà. Neanche si usano le parole dei migliori statisti tedeschi (che noi
segnaliamo dall’estate scorsa), per contrastare una politica che distruggerà
l’Europa. S’è atteso che i socialisti vincessero le presidenziali francesi per
accorgersi che si poteva anche manifestare dissenso. Ruolo ficcante e astuto,
non c’è che dire.
E allora? Le regole vorrebbero che si fosse già votato, o,
almeno, che ci si andasse. Ma l’uomo del Colle non vuole, per concludere il
settennato assieme al resto del sistema. Gli omarini che stanno sotto al Colle
ne hanno paura, tirando a campare qualche settimana in più. Mentre i
descamisados del “vaffa” godono nel vedere tanta brava gente, moderata,
pensare: piuttosto che questi incapaci voto per chi ce li manda. E pensare che
si sa con esattezza cosa è necessario fare e come far ripartire l’Italia (che è
forte, ricca, capace), e si sa a quali componenti sociali e politiche tocca
farlo. Ma non ci si riesce, perché ai morti rode che i vivi vivano.
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