A me piace molto la Spagna, e mi piacciono gli spagnoli.
Essendo italiano non è strano. Parlano
una lingua che è facile da capire, e anche divertente da ascoltare. Sono stato
a Madrid, Barcellona e Valencia, e da anni sogno di fare il classico giro per
l'Andalusia (Siviglia, Granada e Cordoba ). Nei miei giri, che sono stati
recenti, trovavo un popolo più allegro del nostro, nonostante qualche
scricchiolio sinistro ormai si sentiva.
Sta cosa di alzarsi tardi, di iniziare tutto "più
tardi"....mi dava un piacevole senso di "slow life".
Certo, ci spiegano, vivere "rilassati", non di
corsa, poi si concilia poco con l'ambizione del benessere, di una vita agiata.
A meno che non ti scopri un altro Perù da svaligiare, non si può fare la vita
dei caballeros senza trabajar muy fuerte .
I cinesi questo lo sanno molto bene, tanto da
"disprezzare" gli occidentali che, per poter continuare a vivere a
loro modo, vorrebbero imporre a tutto il resto del mondo le loro regole e i
loro ritmi, in modo da non esser "superati"... Non hanno tutti i
torti, certo che competere con chi non conosce né diritti del lavoro, né misure
previdenziali, tanto per citare due fardelli della civiltà giuslavoristica
occidentale, è decisamente dura...
Tornando alla Spagna, da buon italiano non potevo mancare
di schierarmi nel derby Madrid - Barcellona, e, da buon conservatore ho preso
le parti della città del Re !
In realtà le due città mi sono piaciute moltissimo
entrambe, però , siccome sono uno che
"sceglie", la mia preferenza l'ho data ai madrileni.
Sono golosissimo di Paella e di Sangria, e trovo che la
Spagna sia ancora un paese da prezzi per il turismo onesti (come non lo siamo
più noi, nella maggior parte delle nostre località, ma magari adesso ci
rinormalizzeremo...).
Nell'ascoltarli, gentili e allegri, li vedevo oscurarsi
un po' solo quando gli parlavi dei "rivali", e non a livello
meramente calcistico. In realtà l'autonomia da loro è una cosa molto
seria, grave, legata com'è anche agli
eccidi della guerra civile e alla dittatura
franchista.
Catalani e Castigliani, per non parlare dei Baschi, che
fino a ieri hanno continuato a combattere per l'indipendenza, sembravano uniti
solo dai successi dello sport : Calcio in primis, ma anche tennis (Nadal ),
Automobilismo (Alonso) .
Ora arriva la notizia
che la Catalogna chiede AIUTO al governo centrale perché non sa come
pagare i DEBITI.
E' come se uno leggesse che i Padani del Lombardo Veneto,
dopo aver detto per anni che sono pronti a pagare il debito italiano pur di
essere lasciati "liberi", ad un certo punto rivelassero che non hanno
soldi per pagare gli stipendi e le pensioni e bussassero cassa esattamente come
i siciliani, tanto criticati e irrisi.
Certo loro si giustificano dicendo che non hanno una propria
Banca ( e che ti pare ...) , ma i debiti però sono stati capaci di
farli, e anche grossi ....
Insomma, veramente questa NON è una crisi come le altre.
Tutti ad aspettare che finisca, che il mondo torni a
girare come prima.
Prima o poi capiremo anche noi testoni che il mondo
assolutamente continuerà a girare, non ha mai smesso, ma nulla sarà come prima.
Buona Lettura
IL TERZO CASO IN POCHI GIORNI DOPO LE RICHIESTE DI
AIUTI DELLE COMUNITÀ DI VALENCIA E MURCIA
Crolla il mito della Cataluňa ricca e autonomista
«Connotaciòn catastrofista», è il mantra ripetuto ai media
internazionali. Un modo di gettare acqua sul fuoco, nel momento più difficile
della storia recente spagnola. Un atto d'accusa contro chi sta giocando alla
roulette, soffiando sulle debolezze del Paese che solo qualche anno fa sembrava
aver messo la freccia sorpassando l'economia (ingessata) del nostro Paese
(ricordate Zapatero trionfante nel 2007?).
LO SMACCO - Di più: l'indiscrezione rilanciata ai quattro
angoli del mondo, secondo la quale anche la Generalitat, il modo con cui viene
unanimemente indicato il governo autonomo della regione Catalogna, avrebbe
chiesto a Madrid di accedere «a ogni linea di credito», assume una valenza
simbolica straordinaria. Perché avvita del tutto i rapporti di coesistenza
conflittuale tra stato centrale e le sue periferie, da sempre tallone d'Achille
della Spagna post-franchista. Il portavoce del governo autonomo, Francesc Homs,
ha evitato accuratamente di pronunciare la parola "salvataggio" per
far fronte alle richieste ineludibili dei creditori dopo un buco-monstre da 42
miliardi di euro (per inciso la Spagna - per il suo sistema bancario travolto
dal ciclone Bankia - ha ottenuto dalla Ue una linea di finanziamento da 100
miliardi di euro).
L'EFFETTO-DOMINO - Soprattutto preoccupa il nuovo ipotizzato
default catalano dopo le richieste pressanti di aiuti da parte delle comunità
autonome di Valencia e Murcia. E' il terzo caso in pochi giorni e profetizza
quanto aveva sussurrato a mezza bocca il ministro del bilancio spagnolo,
Cristobal Montoro, che tre giorni fa aveva detto che senza un aiuto della Bce
gli spagnoli non avrebbero percepito stipendi e pensioni. Il governo catalano
presieduto da Artur Mas annuncia quindi ufficialmente di voler chiedere risorse
per facilitare la «nostra tesoreria». Insistendo sulla teoria (eccentrica) di
una vasta operazione mediatica con il fine di screditare la Generalitat e
l'amministrazione centrale dello Stato. Per uscire dall'angolo il ministro
regionale catalano con delega alle finanze, Andreu Mas Colell, ha rilasciato
un'intervista alla Bbc in cui ha spiegato che la richiesta è necessaria,
«perché non abbiamo altra banca all'infuori del ministero del Tesoro spagnolo».
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