Lì allora ci ricordiamo che la Libertà è sacra, e lo Stato non ci deve mettere le mani. A quel punto per i fautori dello Stato Etico sono guai grossi, e le resistenze iniziano all'interno stesso del Consiglio dei Ministri. Che poi, l'idea della tassazione è TROPPO ambigua. Una cosa fa male ? Ritieni che le persone non debbano avere la libertà di decidere per sé, in nome dei costi sociali? Allora PROIBISCILA! Avremo il contrabbando di Coca Cola! Magari fa bene all'economia (quella sommersa sempre, of course).
Invece NO. Le TASSE (come nel fumo). E allora c'è più di un sospetto che il tuo intento sia quello di trovare un altra fonte di CASSA piuttosto che la salvaguardia della salute.
Certo, l'argomento del Costo Sociale ha un suo perché, ed è per questo che noi dovremmo riflettere sul costo di uno Stato Papà (ma anche PADRONE) che provveda a noi con Previdenza e Sanità a poco prezzo (la seconda, perché la prima non è più così , ma lo è stato, e in maniera scandalosa, per circa 30 anni). Gli italiani, se vogliono più libertà, devono accettare di essere più adulti, più autonomi. Pagare meno tasse, avere più soldi nelle proprie tasche, ma avere meno cose a prezzi sociali. Sono scelte difficili, ma sono quelle che vanno fatte. La botte piena e la moglie ubriaca è stata garantita dai DEBITI, e anche dalla tassazione crescente (fino ai livelli insostenibili di oggi). Non si può più fare.
Quindi , per chi, come me, pensa che lo Stato debba fare molti ma molti passi indietro nella vita delle persone, è accettabile che anche il Welfare dimagrisca, si concentri in pochi settori, e vada in soccorso solo delle persone non abbienti. Tutti gli altri dovranno pagare, con ticket proporzionati sempre, ma anche nettamente più alti di quelli attuali. E ci sono sempre le polizze mediche. Per coloro che invece la Sanità deve rimanere gratuita o quasi, e allora il ricatto del Costo Sociale diventa più stringente.
Se vuoi una cosa che NON ti puoi permettere, poi devi stare alle condizioni di chi te la fornisce (avete presente i tedeschi , i loro soldi e l'Europa ? una cosa del genere...).
Tornando alla bella idea del Ministro della Santità, come è stato ribattezzato Balduzzi da uno strepitoso Fabrizio Rondolino su Front Page ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/08/balduzzi-ministro-della-santita-e-della.html ) , sono felice della levata di scudi contro di lui da parte di tanti intelligenti opinionisti.
Stamane è il turno di Pierluigi Battista, sul Corriere della Sera, che giustamente ironizza sul diritto al Credito d'Imposta per chi digiuna.
La penna acuta del Corsera fa un lungo elenco delle cose per ora sfuggite alla mano salutista ed etica del MInistro, con evidente intento di sottolinearne l'ipocrisia.
Il timore mio invece è che si possa trattare di "piccoli passi". Si comincia dalla Coca Cola, ma non è detto che ci si fermi. Siamo di fronte ad una sorta di Aristocrazia non eletta, convinta che debolezze e vizi personali vadano comunque combattuti per realizzare una società migliore.
Una società IMPOSTA, e NON SCELTA.
Buona Lettura
“Ma chi sceglie il
digiuno ha il credito d'imposta?”
Una tassa etica
sulle bevande gassate? Ma no, dicono che è solo un messaggio da spending
review: non tracannare liquidi zuccherati con le bollicine che poi possono
gravare sul servizio sanitario nazionale. Effettivamente, bevendo e mangiando
(insomma vivendo), alla fine ci si ammala. Ma perché prendersela con i soft
drink di ...marca lasciando liberi di sprigionare potenziali malattie tutti gli
altri cibi? Tutti gli altri cibi che, se consumati in ingenti quantità, possono
contribuire ad aggravare la spesa per la Sanità, gonfiando, oltre che le
rotondità del ventre degli italiani, anche il debito pubblico. La gazzosa è
deleteria, dunque va tassata: un caso di logica zoppicante, permeata di
autoritarismo etico. Però dovrebbe essere almeno coerente. È vero: quando Monti
ha promesso che avrebbe cambiato la «mentalità degli italiani» ha rischiato di
trasformare un governo tecnico in un governo etico. Ma almeno l'etica non deve
essere selettiva e discriminatoria. Le bibite zuccherate con le bollicine fanno
male alle persone e ai bilanci sanitari? Ma attenzione, anche una salsiccia è
un attentato ai trigliceridi: vogliamo togliere il tesserino del Ssn ai
ghiottoni di luganeghe? Gli affettati salati, attenzione agli effetti sulla
pressione: tassare. I computer con retroilluminazione, causa di costose visite
oculistiche: tassare. Le caramelle, occasione continua per esami odontoiatrici:
tassare. Le bollicine gorgogliano anche nei prosecchi e negli spumanti. Un
bicchiere va bene, ma l'uso prolungato e massiccio dei nostri vini potrebbe far
male: tassare anche lì? Se si dice di tassare le patatine fritte delle grandi
catene di ristorazione fast food, tutti i detrattori del consumo di massa,
sentendo odore di America e mercato, si deliziano all'idea di una molto etica
gabella punitiva. Ma anche l'abuso di patatine fritte casalinghe non dovrebbe
passare inosservato al controllo del fisco salutista, fa male potenzialmente al
fegato: tassare senza pietà. E a chi si sottoporrà a digiuno alimentare verrà
concesso un credito di imposta? Slow Food potrebbe diventare un centro di
raccolta della protesta anti-fiscale, se la logica della tassazione di cibi
potenzialmente nocivi per la salute, se ingurgitati in quantità non consone (ma
anche una singola bibita è una quantità consona), dovesse prendere piede.
Quante analisi per i ragù genuini, per il lardo di Colonnata, per la polenta,
per i «prodotti tipici» quasi tutti iper-calorici, oltre che iper-buoni e
iper-tentatori? I gelatai d'estate dovrebbero entrare nel mirino di Equitalia.
Quel profluvio di cioccolate e creme è soggetto ad aliquote speciali? E la
domanda: «Un pò di panna?» solitamente formulata dal gelataio con atteggiamento
complice e diabolicamente invitante, non finisce per risultare un incitamento
alla disobbedienza alimentare, causa scatenante di controlli sanitari che
porterebbero alle stelle le spese per il Welfare, con danni incalcolabili sulla
salute dei cittadini e sull'andamento dello spread? No, la tassa
etico-alimentare potrebbe non essere un'ottima idea. Fa incassare qualche euro
subito e senza sforzo ma stabilisce un pericoloso precedente, come dice chi è
ferrato in giurisprudenza. In più mette in campo una forma di autoritarismo
pedagogico che non dovrebbe essere nei programmi anche del più tecnico dei
governi. Inoltre, con le tasse già a livelli astronomici, la disperazione degli
italiani potrebbe produrre effetti di reazione autolesionisti in molti, indotti
ad affogare nell'alcol e nei salumi la tristezza per i bilanci sempre più magri
delle loro famiglie. Magri in tasca ma grassi fuori, con relativa catena di
conseguenze sulla spesa sanitaria. Meglio le bollicine, allora.
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