sabato 10 novembre 2012

DOPO CALCIOPOLI E SCOMMESSOPOLI E' ORA CHE VERAMENTE NASCA LA GIUSTIZIA SPORTIVA : QUESTA NEMMENO NEL CONGO ANDREBBE BENE



Mi piace quello che scrive Aldo Grasso nella sua rubrica "Padiglione Italia" sul Corsera.
In sostanza è la sottolineatura dei Flop registrati dal Torquemada della giustizia sportiva,. il Capo della procura della Figc , che ha visto la disciplinare assolvere diversi imputati (oltre Bonucci e Pepe, anche Di Vaio , tra quelli noti), e ridurre significativamente le pene richieste in molti altri casi.
Il giornalista fa finta che Palazzi sia vittima (IN REALTà è UN PERFETTO COLLUSO) di un sistema assurdo che , con la scusa della urgenza (ci sono i campionati da far partire) , condanna sulla base delle verosimiglianze, anziché delle  prove.
Un processo inquisitorio dove è l'imputato a dover dimostrare la propria innocenza oltre il ragionevole dubbio....una cosa da quarto mondo.
Eppure, nonostante che Calciopoli abbia dimostrato l'iniquità di questo sistema sommario, ancora si insiste.
Salvo poi fare queste orrende figure, dove si concorda  un patteggiamento a tre mesi (Conte) e poi , siccome i giudici "speciali" non lo ritengono congruo, si chiede una condanna superiore 5 volte tanto che nemmeno quel plotone di esecuzione della DIsciplinare l'accoglie : 10 mesi, e chissà come andrà nei prossimi gradi.
Vogliamo parlare delle quasi disperate offerte di patteggiamento a Bonucci e Pepe, ormai in odore di assoluzione perché ALTROVE, il teste Musiello viene considerato non attendibile ?
Grasso, nel sottolineare la brutta figura di Palazzi, dice che la colpa non è sua (anche se lo descrive come un pignolo e un accentratore, due caratteristiche non precisamente virtuose) ma del sistema sportivo che va riformato.
Non vi è alcun dubbio su questo. Sentire ancora oggi teoremi accusatori , seguiti da condanne, fondati su "l'imputato non potev non sapere" fa venire veramente il voltastomaco.
Così si giudica al bar, al circolo, al mercato. Non in un'aula che si definisce di GIUSTIZIA.
Ma come detto all'inizio, Palazzi è un COMPLICE di questo sistema, non una vittima.
Buona Lettura

 
IL  Grande inquisitore Palazzi vittima della giustizia sportiva 
Il suo fragile castello di accuse è stato smontato


 I l tifo tinge dei propri colori tutto ciò che tocca. Detto questo, tanto per ribadire che se in Italia un mascalzone patentato procura vantaggi alla nostra squadra è santo subito, il vero sconfitto del calcioscommesse è il Grande inquisitore, Stefano Palazzi. Napoletano, magistrato presso la Corte militare d’appello, da anni è il capo della Procura federale, l’indiscussa guida degli 007 della Figc. È descritto come magistrato preciso, pignolo, accentratore. La Disciplinare della Federcalcio ha in gran parte smontato il suo castello accusatorio, capovolgendo o alleggerendo le pene richieste e, soprattutto, mostrandone la fragilità intrinseca. Ci sono giocatori che si sono venduti alcune partite: è un vizio antico, la novità consiste nel fatto che oggi ci sono gli scommettitori che lucrano pesantemente su risultati taroccati. Giusto reprimere con tutti i mezzi prima la slealtà e poi il crimine. Il fatto è che la giustizia sportiva, per essere celere, si basa sugli indizi e non sulle prove ed è facile quindi incappare in palesi incongruenze e infischiarsene delle garanzie. 
Per esempio: tra la richiesta di condanna per illecito sportivo di tre anni e sei mesi per Bonucci (il che significa bruciare una carriera) e il proscioglimento ci corre un abisso che sa tanto di abbaglio; l’«omessa denuncia» è un non senso: o un allenatore sa che la sua squadra sta barando (e allora è complice) oppure non sa (e allora è incapace); l’istituto del patteggiamento è un insulto alla giustizia: prima Palazzi si accontentava di tre mesi di squalifica per Conte se questi avesse patteggiato, poi ne ha chiesti 15 di squalifica. Nella sua contraddittorietà, il patteggiamento sembra fatto apposta per corroborare le tesi fragili dell’accusa, sa di ricatto. Visti i tempi della giustizia italiana, Palazzi ha chiesto condanne su dichiarazioni «non riscontrate»: è lui la prima vittima di un sistema accusatorio che andrebbe rifondato e che, in passato, ha già fatto non pochi danni. Il Grande inquisitore si prende ora i pesci in faccia, com’è normale che sia, anche se nelle squadre ne capitano di tutti i colori. Perché, alla fine, è sempre il colore della nostra squadra a risultare immacolato.

3 commenti:

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    1. Gentile Ultimo Camerlengo,
      devo scusarmi con lei per averla definita uno "Juventino Normalizzato ed appecorato" in risposta ad un suo post sulla Juventus.
      Questo perchè leggendo i suoi articoli sulla giustizia(sommaria) sportiva da 4° mondo , ho notato un tifoso pacato e razionale , rispetto al tifoso sanguigno quale io sono, e questo mi ha fatto ritornare sui miei passi e porgerle le mie scuse.
      Ho salvato l'indirizzo del suo blog tra i miei preferiti e posso garantirle che tornerò sicuramente a leggere i suoi post e non solo quelli sul calcio.
      Cordialmente

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  2. Gentile Filippo

    la sua garbatissima mail mi riempie di soddisfazione, come del resto è giusto e normale che sia. Non per le scuse, di cui non c'era bisogno ( quando si polemizza, qualche parola sopra le righe ci sta ! ) , ma perché sono contento che , parlando, poi a volte le persone riescano ancora a trovare il modo di "capirsi", nella loro diversità . Mi fa infine oltremodo piacere che il Camerlnego possa diventare una delle sue letture.
    Spero di leggere di nuovo e presto qualche suo intervento.
    Un caro saluto

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