L'altalena è questa, da un bel po'. E non riguarda solo i commenti italici, ma anche quelli, più importanti di questi tempi, degli ALTRI.
Io sono abbastanza d'accordo con l'articolo odierno di Giuseppe Turani,che come di consueto troverete in fondo) che descrive come una sorta di incoraggiamento le parole di encomio che ci vengono rivolte per gli "enormi sforzi compiuti" dagli Italiani .
Certo che se si riferiscono alle tasse che paghiamo, torto non hanno. E anche la riforma previdenziale, al momento è la più rigorosa d'Europa , anche più di quella tedesca! Ma sul resto....mmmmm.
Tanto è vero che di pacca sulle spalle si tratti lo dimostra che i compiti sono tutt'altro che finiti e nella stanze private questo viene sottolineato a chiare lettere. In più c'è la preoccupazione che i prossimi vincitori delle elezioni italiane sembrano dover essere quelli del PD + Vendola che non fanno troppo mistero che del Montismo sono belli che stufi.
Insomma, al di là delle belle parole, l'Italia continua essere la sorvegliata speciale, e tutti i torti....
Buona Lettura
La turista tedesca
A sentirla, la
cancelliera Merkel sembra quasi una di quelle turiste tedesche in visita per la
prima volta in Italia: tutto bello, Colosseo magnifico, spaghetti buonissimi,
Venezia indimenticabile, Monti straordinario, vostri sforzi incredibili. Però,
alla fine, delude un po’, quando dice: bene, andate avanti così. Niente
orsacchiotti di peluche in premio, niente soldi e, anzi, la sua banca, la
Bundesbank, continua la serrata polemica con il più ragionevole presidente
della Bce, Mario Draghi. In una parola: altri sacrifici, altra austerità, altri
disoccupati. Niente eurobond. Niente soldi facili da Francoforte (sede della
Bce), niente regali.
E allora ci si
domanda: ma i tedeschi e la cancelliera che cosa vogliono da noi italiani?
La risposta,
purtroppo, è semplice: vogliono che ce la caviamo con le nostre mani. E
vogliono anche che non facciamo troppo rumore: a settembre dell’anno prossimo
la Merkel dovrà affrontare le elezioni politiche generali in Germania e fino a
allora non vorrebbe troppi problemi in Europa. Chi deve soffrire soffra, ma a
voce non troppo alta.
Questo per lo stile.
In concreto i tedeschi sono convinti che l’Italia possa fare ancora molto per
quanto riguarda i propri conti. Si dice che i nostri sprechi valgono il 2,5 per
cento del Pil, cioè poco meno di 50 miliardi di euro. Inoltre, forse si può
tagliare anche qualcosa che spreco non è, ma che non possiamo più permetterci.
Insomma, l’Italia può farcela: è inutile che un giorno sì e un giorno no i suoi
politici vadano a bussare alla porta della Merkel o a quella di Bruxelles. Come
è inutile dipingere la stessa Merkel come una kapò: la cancelliera ci ama e ci
stima, a patto che lavoriamo dall’alba al tramonto e che la smettiamo di
buttare via i soldi.
Fra le righe, però,
si avverte anche una preoccupazione. Il terrore dei tedeschi è di ritrovarsi,
dopo le elezioni italiane, con interlocutori poco attendibili, tipo Berlusconi
o Grillo. Ma anche, forse, tipo Fassina del Pd o Vendola di Sel. A quel punto
in Europa ci sarebbe molta confusione e questo non va bene. L’euro si può
salvare e può avere lunga vita, a patto che al comando ci siano persone
ragionevoli. E quindi a Berlino sperano in un Monti 2 o in un Passera 1.
Infine, non si può
nemmeno escludere che i tedeschi vogliano qualcosa di più concreto da noi:
qualche banca o la Maserati o l’Alfa Romeo. Finora di questo non hanno parlato,
ma probabilmente ci stanno pensando.
Les affaires sont les affaires. Sempre.
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