La mia simpatia per Matteo Renzi l'ho dichiarata in varie occasioni. Lessi a suo tempo il primo libro pubblicato dal sindaco di Firenze, "FUORI", e ne riportai vari stralci per sottolineare cosa mi piaceva del pensiero del rottamatore.
Di Renzi mi piacciono l'eloquio diretto, ironico (anche se sono d'accordo con chi gli rimprovera che a volta esagera con le battute. Alla fine non è un comico ma un politico), la sua avversione per il consociativismo ("i tavoli" di eterna discussione che partoriscono sempre topolini , compromessi molto al "ribasso" che non scontentino troppo gli equilibri esistenti, finendo per riformare poco e nulla), la conseguente avversione per l'ingerenza sindacale, l'apprezzamento per la meritocrazia, la necessità di uno svecchiamento della nomenklatura politica italiana (la famosa "rottamazione" che è il suo marchio di fabbrica ormai ) e anche il non essersi iscritto all'anti berlusconismo militante quando era una sorta di obbligo per quelli di sinistra.
Solo per quest'ultima cosa , Renzi viene considerato da molti dei suoi uno di DESTRA.
In realtà io credo che il modello di Renzi sia il labourismo di Blair, che è stato di gran modo nel suo campo ai tempi ma non più oggi che il PD ha assolutamente abbandonato (tradito?) la sua ragione fondativa, che era (ricordo il discorso di Veltroni, primo segretario, alla Fiera di Milano nel novembre 2007) il superamento di una semplice alleanza tra sinistra riformista e centro progressista per arrivare ad una sintesi del tutto nuova, che superasse le definizioni politiche più proprie dello scorso secolo e realizzasse il fronte dei Progressisti avverso a quello dei moderati e/o conservatori. Un'ottima cosa. Che è abortita subito con la sconfitta (onorevole ai voti : il 33%, roba che il PD di Bersani se lo sogna un risultato del genere) del 2008.
Da allora, all'interno del PD la frazione di sinistra, già maggioritaria al momento della fusione con la Margherita, è divenuta sempre più egemone, tanto da costringere molti ad andarsene - Rutelli, Lanzillotta, Zanone...- e altri a costituire una minoranza agguerrita e tutto sommato non sparuta all'interno del gruppo dirigente, ma a mio avviso poco seguita dagli elettori.
Come è logico che accadesse, i centristi del PD hanno finito per allontanarsi , consci della deriva del tutto sinistrorsa del partito, che ormai potrebbe tranquillamente recuperare la S che lo caratterizzò ai tempi della Bolognina e il pensionamento del PCI da parte di Occhetto, causa caduta del muro e crollo dell'Europa Sovietica.
Se questa analisi è corretta, che senso ha la candidatura alle primarie della sinistra da parte di Renzi?
Cosa c'entra ormai Renzi con QUESTO PD?
Secondo me caro Matteo, hanno ragione i tuoi avversari. Di fatto, voi "genuini" e direi "ingenui" dell'Assemblea Costituente del 2007 ( potremmo aggiungere a te, l'ex amico Pippo Civati, e poi Debora Serracchiani.ma anche molti altri ), siete dei sopportati (tu Matteo male perché osi sfidare il segretario, e i burosauri del partito, gente come la Bindi e D'Alema!) perché utili specchietti per quelle allodole che ancora pensano che il PD non sia la solita socialdemocrazia riverniciata. Il che tra l'altro non costituisce cosa blasfema. Ma che c'entrano i liberali con loro? Coloro che credono in un'economia libera e non statalizzata? In un lavoro centrato sull'apertura, il merito e non sul sindacalismo livellatore e difensore di impossibili "variabili indipendenti" dall'andamento aziendale (leggi posto fisso e salario)? In una modernizzazione dello Stato che comporti la sua riduzione, di dimensioni e competenze, per arrivare ad un governo non tuttologo, ma per questo più rapido ed efficiente?
Il PD di Bersani, che raccoglie la stragrande maggioranza ormai dei suoi adepti, è la classica formazione socialista riformista (con qualche non lieve intrusione radicale) che immagina uno Stato Etico onnipresente, che favorisce la crescita attraverso la spesa pubblica, con soldi recuperati dalle tasse (che dice di far pagare ai ricchi, ben sapendo che solo con quelle non racimola nemmeno un decimo di quello che gli serve), aggiungendo una bella patrimoniale. Colorando il tutto con riforme di alto respiro civico quali la cittadinanza ai bambini di genitori stranieri nati in Italia (lo ius soli che sostituisce l'attuale ius sanguinis) e il riconoscimento dei diritti delle coppie gay.
Questo, in sintesi, il programma di Bersani, che è coerente con l'attuale elettorato del PD, anzi semmai sarebbero gradite cose ancora più antiche come l'abolizione delle riforme Montiane (lo ha detto Fassina) sgradite alla sinistra, come quella previdenziale (l' UNICA VERA fatta da Monti) e quella sul lavoro,causa '"annacquamento" dell'articolo 18.
Insomma, un Manifesto social comunista moderno.
Ora caro Renzi, tu, con tutto questo, che ci azzecchi?? E come speri di poter vincere le primarie se, è un fatto, l'elettorato al quale ti rivolgi si è per lo più chiuso in ottiche antiche e regressive?
Siccome non sei stupido e queste cose le sai, forse vuoi avere una forte visibilità mediatica per il periodo delle elezioni? In fondo in passato i competitors dei vincitori annunciati (tali furono sia Veltroni che Bersani) avevano come obiettivo essenziale proprio questo.
Ma poi? Ottenuto il 20 o il 25% dei voti caro Matteo (nei sondaggi non ci arrivi e sei dietro a Vendola), che ci fai ? Il Sogno del 2007 è svanito, bisogna prenderne atto, uscire dalla casa madre divenuta matrigna e trovare nuove avventure.
Personalmente, a me piacerebbe un Renzi a capo di una nuova formazione politica che raduni i vari movimenti civili che sono nati in questi anni con intento di fornire un'opportunità nuova e diversa agli elettori italiani. Mi riferisco al Manifesto "Fermare il Declino", a "Italia Futura" di Montezemolo e similari.
Nel PD, in questo PD, per Matteo Renzi NON c'è futuro.
Per gli amanti della cronaca, ecco le dichiarazioni del Sindaco di Firenze nell'annunciare l'inizio della sua corsa a candidato leader .....
"Non sarà una questione
personale tra me e Bersani". In qualche modo, Matteo Renzi aveva detto il
giusto, perché la guerra è contro tutta la nomenklatura del Partito
democratico. Il sindaco di Firenze parteciperà alle primarie del centrosinistra
e la campagna elettorale, un tour in camper in giro l'Italia, inizierà il 13
settembre da Verona. In realtà è già iniziata, basta notare come i toni in
pochi giorni si stiano accendendo. Intervistato da Repubblica, prova a gufare
in stile calcistico contro i rivali Nichi Vendola ma soprattutto Pierluigi
Bersani: "Da una parte c'è una squadra abituata alla Champions League, e
dall'altra una neopromossa. Noi però ci siamo allenati, e se ci va tutto bene,
ce la giochiamo". E via alla battuta maliziosa: "Se vincono loro,
vorrà dire che l'Italia ha scelto l'usato sicuro, se vinciamo noi, vanno tutti
a casa". Renzi sembra quasi parlare da nemico interno, quando sottolinea:
"Siamo l'unico punto di unione di persone divise su tutto. Abbiamo messo
dalla stessa parte D'Alema e Veltroni, Letta e Rosy Bindy". Gente, che
sottintende Renzi, se Bersani perdesse le primarie verrebbe ridimensionata una
volta per tutte. La campagna elettorale del sindaco rottamatore, il leader dei
40enni democratici d'assalto e sgomitanti (Pippo Civati e Debora Serracchiani,
con simpatie differenti, lo guardano comunque di buon'occhio) pronuncia già
qualche parola d'ordine che sa di corsa a Palazzo Chigi: "Sono uno dei
pochi sindaci che ha abbassato l'addizionale Irpef. Ho dimezzato gli assessori,
messo in giunta più donne che uomini, fatto il primo piano strutturale a volume
zero. Il mio programma è molto più a sinistra del loro, fatto di cooperative e
cooptazione". Come concorrente leale ed eventuale alleato verso le
elezioni politiche, non c'è male. Forse perché comunque, in caso di sconfitta,
il suo futuro è lontano dal cuore del partito, che sta a Roma: "Se perdo,
non mi accomoderò in Parlamento. Resterò a fare il sindaco. Ma non rinuncerò a
un riequilibrio interno". "È la prima volta - conclude - che i
giovani hanno il coraggio di rischiare, che non aspettano l'incoronazione di
nessuno. Se aspetti che D'Alema si faccia da parte, fai in tempo ad andare in
pensione nonostante la Fornero". Perché la rivoluzione continuerà, da
Firenze. O da Bologna, dove il grande vecchio Romano Prodi, ex democristiano
come il giovane Renzi, fa il tifo per lui.
Caro Renzi; Posso parlare con franchwzza, come si usa fra Noi toscani (gli altri capirebbero fiaschi per fischi... e sarebbero permalosi.!!!)
RispondiEliminaVorrei sapere chi ti Dà tutto quel fiato.??? da gonfiare una Mongolfiera.???
Ritornando a noi ; mi fai venire a mente quando alla Rossini (elementari) ci facevano leggere il libro di "Sussi e Biribissi"... volevano arrivare al centro della terra dalle fogne Fiorentine. Auguri -