Con la fine delle vacanze, delle mogli (o mariti) in vacanza, tramonta anche la stagione più propizia alle trasgressioni, secondo l'immaginazione popolare. In realtà non è così. Il "nemico" vero delle unioni è il LAVORO! E' lì che s'intrecciano più facilmente tresche più o meno durature, significative.
Desideri ciò che la tua vista si abitua a vedere (fonte: Dr Lecter, da "Il Silenzio degli Innocenti").
Ad ogni modo, il discorso sulla fedeltà sessuale è argomento che suscita discussioni e studi pseudo sociologici. L'archivio del Camerlengo è ormai ricco al riguardo:
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/07/la-monogamia-un-mito-intramontabile.html
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2011/07/la-pretesa-dellamore-romantico.html
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2011/06/si-dice-amore-pero-no-chiamarlo-amore.html
Suggerisco a chi vuol farsi una "cultura" in materia di leggerli. Qui riporto solo brevissimi passi:
"Nel regno umano, insomma, la monogamia sembra essere un irraggiungibile imperativo morale. L'antropologo Augustin Fuentes nel suo libro si spinge ancora più in là: la Monogamia è un mito - cioè un costrutto sociale che ambisce ad essere una verità assoluta - che potrebbe avere effetti negativi e condizionare quello che pensiamo e sentiamo..... Ciò che è certo è che in pochi riescono a mettere in pratica quell'ideale, ma quasi nessuno lo contesta; il conflitto appare insanabile e spessi si preferisce l'inganno (e l'autoinganno).
Non bisogna toccare
gli idoli, la doratura resta sulle mani". Emma Bovary lo sapeva bene."
" un filosofo francese, Pascal Bruckner, il
quale sostiene che a sbriciolare lentamente le lunghe relazioni non sono
l'egoismo né la mentalità consumistica come vorrebbe la vulgata, bensì la
"follia" di voler unire sotto lo stesso tetto e insieme con la stessa
persona la frenesia erotica, l'educazione dei figli, il successo sociale, la cura,
la dedizione, la passione e la durata.
Le nostre coppie
muoiono per un eroismo fatale , per un'idea troppo grande di se stesse "
Leggevo oggi sul Corsera che l'ennesima ricerca , stavolta condotta in Inghilterra, aveva "rivelato" che le donne inglesi sono disposte a perdonare (il 56% in verità, non tutte) fino a due massimo tre "sviste" , poi FINE, gli uomini, anche quelli tiepidi come si dice siano i mister d'oltre Manica, sono molto meno tolleranti e solo il 13% sono disponibili a passarci su. Mah...
Mi è ritornato allora in mente un libricino letto anni fa, divertente, scritto da uno psicologo laureato in filosofia e cultore del pensiero orientale, Giulio Giacobbe, che , in maniera leggera, ironica, sdrammatizzante, provava a dire la sua sull'argomento.
Ne riporto dei passi, perché, a prescindere di come la si pensi, credo un sorriso qua e là possano strapparlo
Nel libro l'autore si propone di esaminare il problema del "vittimismo", forma di nevrosi a cui il genere umano è ampiamente portato.
Un sintomo di questa nevrosi lo si riscontra quando la "vittima" conosce bene il suo "carnefice".
E sì perché se mi aggrediscono per strada, o comunque vengo picchiata da uno sconosciuto, che colpa posso avere ? Forse di imprudenza , a volte, ma certo sono vittima di un violento che non mi sono scelto/a.
Ma se invece il carnefice lo conosco BENE, che magari me lo sono pure sposato/a, capirete che la cosa CAMBIA.
Data questa premessa, il "nostro" si concentra sul problema della "infedeltà fisica", e della tragedia che ne segue alla sua scoperta.
E sì perché il nodo cruciale è QUELLO. Scoprirlo. Mica se il fedifrago si comportava bene o male PRIMA.
Avete accanto un uomo gentile, affettuoso e anche focoso a letto. Tutto bene no? Finché non scoprite che è anche INFEDELE (some time) , A quel punto TUTTO CAMBIA.
La realtà, che finora era fatta di attenzioni, premure, intimità, si distorce. Di fronte alla menzogna, cadono la "fiducia" e il "rispetto" .
Leggete :
"Fiducia di che? Che lui non avrebbe avuto più rapporti sessuali con altre donne? E in base a che? Lui lo aveva PROMESSO . E quando sta cosa? Non si sono più avuti casi di uomini che si sono fatti harakiri , dopo gli ufficiali giapponesi nella seconda guerra mondiale. Glielo ha promesso quando si è sposata."
A questo punto l'autore fa una dissertazione storico filologica sulla promessa nuziale, rilevando come , esistono due formule (fonte CEI). Nella prima, alla fedeltà non si fa NESSUN riferimento : " siete disposti seguendo la via del matrimonio ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita ? " E i due molto ingenui e ottimisti rispondono SI. L'altra è più conosciuta "prometti tu di essere fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amare e onorare....".
Nella seconda quindi compare la parola "fedeltà" che manca , lo abbiamo visto, nella prima. Siccome le due formule per la CEI sono equivalenti, viene da pensare che quella più sintetica racchiuda comunque gli elementi fondamentali della PROMESSA. In realtà, la fedeltà di cui si parla esplicitamente nella seconda formula, NON è quella sessuale, che la Chiesa mica è scema !!, ma quella della reciproca mutualità, aiuto, assistenza. Progetto ambizioso anche quello, come vediamo tutti i giorni, ma insomma QUELLO è il contenuto della promessa !.
Quindi la religione lasciamola da parte (anche perché se passiamo a quella musulmana, abbiamo finito! Lì nella formula si augura al marito di godere di buona salute sessuale, in previsione delle prossime tre mogli!).
Per le donne la fedeltà è un fatto "naturale". Di quale natura parlano, NON si sa, visto che notoriamente il mondo animale è POLIGAMO (e anche omosessuale, ma questo non c'entra...). Bene che vada, la "coppia " a volte si forma per la durata della nascita dei cuccioli, ma poi ognun per sé.
Del resto, è il modo più sicuro per assicurare la riproduzione e la conservazione della specie....
In passato, sostiene sempre l'autore, questa ossessione della fedeltà sessuale era semmai più maschile (per la paura che il figlio NON fosse proprio, e di passare perciò nome e patrimonio eventuale a qualcuno che non avesse il proprio sangue), poi i maschietti si sono un po' più rassegnati , visto che i delitti d'onore o per gelosia sono drasticamente diminuiti (cresciuti a dismisura quelli susseguenti invece all' "abbandono").
Adesso l'incubo è diventato femminile. Giacobbe dà una spiegazione, che riporto testualmente per evitare linciaggi in rete...
" Le donne oggi, a differenza delle loro nonne, sono quasi tutte bambine. Psicologicamente parlando naturalmente. Infatti è il bambino a pretendere la fedeltà sessuale, perché ha bisogno di un'assistenza e quindi di una dedizione continua e totale . E non può ammettere che il suo papà o la sua mamma s'interessino ad un altro bambino"
Per un bambino, spiega sempre Giacobbe, il sesso ovviamente non ha rilevanza, ma la dedizione esclusiva SI, eccome. E la chiama AMORE. Quello per LUI ovviamente.
L'infedeltà sessuale fa venire meno questa esclusività, e quindi quella sicurezza che, per un bambino, è l'unica cosa che conta.
TU infedele, IO insicura. Secondo Giacobbe, se la donna fosse adulta, questo collegamento non scatterebbe e nemmeno la sofferenza nevrotica.
Veniamo al "rispetto". Lui mi tradisce, mi manca di rispetto. Il Nostro contesta che il "rispetto" sia concetto che si possa coniugare con la "fedeltà sessuale". Questo avviene nel momento in cui si traduca fanciullescamente il sesso con l'amore, l'affetto. Cosa che non è , come le prostitute italiane, che vantano ben 9 milioni di clienti di cui il 65% coniugati, ben potrebbe testimoniare.
Il nostro conclude che la soluzione di queste nevrosi, che creano le paranoie da infedeltà, è diventare ADULTI.
"Gli adulti sono POLIGAMI. Sia uomini che donne. E non fanno tragedie se l'altro/a si fa una vacanza sessuale. Perché sanno che la cosa più importante non è il sesso
E' l'affetto. L'amicizia. Il sapere di poter contare l'uno sull'altro.
E' questa la vera fedeltà. E' questo il vero rispetto".
So di non aver convinto nessuno, però, nella sua leggerezza e scherzosa provocazione, qualcosa di vero il povero Giacobbe in fondo la dice.
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