sabato 1 settembre 2012

I NUMERI ECONOMICI SONO UN DISASTRO? MONTI RISPOLVERA LA CAMPAGNA ANTI EVASIONE

Chissà se c'è una relazione tra i numeri fallimentari del governo Monti e la ripresa in TV dello spot "Evasore=Parassita, al ritorno delle ferie, quando, come di consueto, gli italiani sono accolti da una ondata di aumenti tariffari.
Vediamo un po'. L'Unto del Colle ha , dopo 10 mesi circa, questi record: recessione conclamata (- 2%), debito pubblico aumentato (+4 %), idem l'inflazione (+1,5%), idem disoccupazione (+2,7%), calata la produzione industriale (-3,7%).
Ora, si potrà dire che senza Monti sarebbero stati peggiori, ma senza controprova. Di fatto, l'uomo che ha goduto di una maggioranza "strana" ma comunque semi bulgara, mai vista nella storia repubblicana, che ha governato solo a colpi di decreto legge,  senza che il Quirinale fiatasse (in genere i Presidente della Repubblica borbottano quando vedono il Parlamento esautorato così dall'Esecutivo, e Napolitano in precedenza non aveva fatto eccezione), che ci ha steso di tasse, al momento registra questi numeri.
Sono fatti.
Bene, magari per dimenticare questi fatti, e vari altri ( il fallimento della riforma del Lavoro, la ridicola spending review, dove si spera di racimolare dalla riorganizzazione della spesa qualche miliardo, dove gli sprechi ammontano a decine e decine, la solita incapacità di tagliare i privilegi della classe politica, di aggredire seriamente il debito pubblico ecc. ecc.) Monti torna al suo leit motiv preferito: gli evasori. Che ci sono, avoglia. Anzi, qualcuno dice che, in perfetta adesione a chi sostiene che più aumenta la pressione fiscale e più aumenta l'evasione (il rischio è premiato dalla convenienza), sono cresciuti di numero. Ma che siano IL PROBLEMA, è smentito dalle prediche europee che, in questo anno, ci hanno bacchettato su tutto, trascurando invece questo aspetto. NON perché non ci sia l'Italia una forte evasione,  ma perché i problemi della Crescita e dell'Eccesso di Spesa e Debito vengono PRIMA e, al contrario di quello che a Monti e Befera conviene dire, NON sono effetto dell'evasione, ma semmai concausa della stessa.
Ma questo non si può dire. Molto meglio mettere gli italiani gli uni contro gli altri, far credere che gli sforzi nobili del governo si arenano di fronte alla muraglia incallita degli evasori, e così si trova una causa esterna, un alibi comodo delle proprie ricette fallimentari.
Carlo Pelanda, economista liberale, anche lui con cattedra americana, che collabora con il Foglio, Libero, Arena e Il Sussidiario (queste ultime riviste on line), scrive così sull'argomento

L'EVASORE-PARASSITA: UNO SPOT DA BRIVIDI
IL MODELLO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE: UNO STATO AUTORITARIO IN CUI SOLO LE TASSE PAGATE RENDONO DEGNI
L’Agenzia delle entrate (ri)propone uno spot televisivo che mostra diversi parassiti in una sequenza che termina con l’immagine di un uomo definito come evasore-pidocchio. Testo: chi vive alle spese degli altri danneggia tutti, ecc. Un liberale sente subito, a pelle, che il messaggio è profondamente sbagliato e vi vede i fantasmi dello Stato etico-autoritario (Hegel) che ha ispirato i modelli nazista e comunista nonché lo stile della propaganda demonizzante di Goebbels. Un liberale ebreo fantasioso e un po’ paranoico, per esempio il geniale Woody Allen, vedendo quella faccia demonizzata immaginerebbe una scena del tipo: decine di migliaia di imprenditori, commercianti e professionisti incolonnati, controllati da finanzieri SS (la cui nuova divisa, avrete notato, è diventata più scura) e censiti, alle porte di Nuova Auschwitz - dove la scritta non è più «Il lavoro rende liberi», ma «La tassa ti rende degno» - da funzionari dell’Agenzia delle entrate in pastrani di pelle scura, con macchinette contabili che emettono, non più stelle gialle, ma scontrini bianchi autoadesivi. Esagero? Beh, guardate la faccia che ha scelto l’Agenzia delle entrate con il benestare del ministro dell’Economia.Anzi, valutate la decisione di mettere una faccia affinché indichi che c'è una etnia da sterminare : l'evasore non definito tale da una procedura legale, ma solo da un comportamento vago, cioè evasore se non chiedi lo scontrino. Non posso nascondere la paura di un nuovo autoritarismo in Italia. Non tanto per le rimembranze ebraiche della famiglia, ma come studioso e docente universitario che ha dedicato una vita di ricerca a cercare di capire come organizzare la libertà per difenderla e renderla produttiva. L'organizzazione della libertà, la democrazia, è vulnerabile alla degenerazione burocratica . La macchina statale si ingigantisce e ha bisogno di più risorse , fino al punto di sovrascrivere la propria teoria di alimentazione su quella democratica. Macché diritto dei cittadini di determinare con il voto un contratto fiscale. Siamo piuttosto , sudditi della macchina statale e valutati etici solo se la mantengono senza fiatare. Su questo punto lo spot mostra il massimo di pericolo autoritario : non pensare, stermina.
Ma c'è un pericolo reale ? C'è. La politica, da quando è scoppiata la doppia crisi debito - recessione è in panico. Non sa come tagliare spesa e fare vere operazioni patrimonio contro debito. Poiché in effetti l'Italia ha un'area notevole di evasione fiscale , allora la scelta più facile  è quella di prendere soldi da lì. Ma la politica non si è chiesta perché c'è l'evasione fiscale studiando l'anomali del contratto fiscale implicito che vige in Italia dai primi anni '70. Non ha voluto  la sostenibilità dei carichi fiscali. Non ha voluto il giusto equilibrio tra spesa fiscale e ritorni in termini di servizi pubblici effettivi. Non lo ha fatto a causa dell'emergenza ? No, non lo ha fatto perché ha preferito la strada semplice anziché quella giusta. La cosa giusta sarebbe stata tagliare spese e tasse per più di 100 miliardi e solo dopo pretendere dagli italiani il pagamento pieno delle tasse perché sostenibili ed eque.  Ma il timore dei dissensi da parte della burocrazia e del politicume che vive di denari fiscali ha reso più facile spremere il popolo produttivo perché non è rappresentato né organizzato per difendere i propri interessi . Ed è più facilmente demonizzabile in quanto la stringa semantica per incriminarlo è più corta di quella che lo giustificherebbe, appunto: la scelta più facile sia per un politico che per una campagna mediatica, ma non la più giusta. In sintesi, il popolo che vive di mercato è oggetto di repressione perché non si difende, nuovi ebrei incolonnati verso lo sterminio. Questo, alla fine, è il significato dello spot,. Rimuoverlo? E' un segnale per noi liberali che dobbiamo mobilitare sul serio contro la svolta autoritaria.

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