martedì 11 settembre 2012

I RADICALI ITALIANI E LA SINDROME DI CASSANDRA



Alla festa de IL FATTO QUOTIDIANO ( c'è stata anche la kermesse di Repubblica...sono molto orgoglioso che non ci sia la Fiera del Corriere della Sera ! ) sono state consegnate ai PM Ingroia e Di Matteo le 157.000 firme raccolte via elettronica  (sistema sicurissimo...) di solidarietà ai due pubblici ministeri palermitani nella diatriba istituzionale scaturita dalle intercettazioni che hanno coinvolto anche il Capo dello Stato.
!57.000 firme sono tante. 9 milioni di voti sono di più. Tanti furono i sì al referendum promosso dai radicali per la separazione delle carriere tra Giudici e PM nel 2000 (e altrettanti voti prese la proposta tesa a riformare il sistema elettivo del CSM !).
Il 70% dei votanti, in un referendum che, come tutti gli altri di carattere liberale promossi in quell'occasione, non raggiunsero il quorum , a riprova che in Italia purtroppo in tanti si dicono liberali, o comunque citano e si richiamano a grandi uomini di stato come Luigi Einaudi, ma poi le iniziative politiche che vanno in quella direzione non scaldano troppo i cuori.
16 milioni di firme per la promozione dei quesiti referendari furono comunque un bel risultato per Emma Bonino che così li presentò : 
  «Deve essere chiaro a tutti che la libertà da affermare per gli europei del duemila sarà sempre più quella di potere avere libertà di scelta come consumatori ed utenti tra una molteplicità di opzioni in un mercato concorrenziale. Attraverso la scelta «liberista» vogliamo affermare la libertà di impresa, certo, ma anche la libertà del consumatore di ottimizzare la propria utilità orientandosi tra offerte davvero in concorrenza»
A lei fece eco  il prof. Rudi Dornbusch, ex consigliere della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, che a proposito delle riforme necessarie per rilanciare l’economia in Europa, riconosceva i referendum Radicali come l’unica proposta letteralmente rivoluzionaria nel panorama politico dell’Unione, menzionando esplicitamente i quesiti per l’abolizione del sostituto d’imposta, l’abolizione del reintegro per i licenziamenti (Art. 18 statuto dei lavoratori) e le trattenute sindacali.
E il Corriere della Sera con Bortoli lodevolmente appoggiò l'iniziativa :
  «L'esperienza degli ultimi anni insegna che le riforme in questo Paese si fanno quasi unicamente sotto la spinta, la minaccia, anche disordinata, della consultazione popolare. È accaduto, e speriamo accada ancora, per la legge elettorale; dovrebbe succedere anche per quell'insieme di norme sul mercato del lavoro ormai incompatibili con un sistema economico aperto, flessibile e dinamico
Propositi che, dopo 12 anni, sono ancora lì, privi di attuazione.
La nostra "emerita" Corte Costituzionale fece strame dei quesiti referendari dichiarandone inammissibili ben 13...Angelo Panebianco, non un brigatista nero o rosso, ebbe parole dure contro gli ermellini :
"  «Avendo fatto strage dei referendum detti sociali, la Corte ha di fatto salvato i sindacati dal rischio di un pronunciamento popolare. Assai contento deve essere anche il centro-sinistra. L' incubo di passare per il partito della conservazione sociale, della difesa a oltranza dello status quo, è svanito. Il welfare state all'italiana, con le sue poco commendevoli peculiarità, è salvo. La maggioranza non avrà bisogno di andare dietro a Cofferati in una battaglia che le avrebbe ulteriormente alienato simpatie giovanili e consensi nel mondo imprenditoriale. E anche Berlusconi, sul fronte opposto, è stato salvato da imbarazzanti scelte».
Vennero bocciati referendum che riguardavano, tra l'altro, temi sui quali ancora oggi in tantissimi aspettano riforme : la responsabilità civile dei magistrati (ci si tornava su dopo che già un precedente esito referendario, che aveva stabilito questo principio, era stata svuotato, more solito, dal Parlamento con l'attuale normativa, che si voleva appunto, e si vuole, modificare ), le pensioni di anzianità (abolite finalmente 12 anni dopo e che la sinistra radicale magari vuole rimettere ) , il sostituto d'imposta, patronati sindacali, la carcerazione preventiva.....
La svolta liberale dei radicali concise con il momento d'oro di Emma Bonino, che alle europee del 1999 aveva preso l'8,6 % dei voti, quarta formazione in Italia. 
I radicali, per svecchiare e smuovere l'Italia dalla sua ingessatura, provarono a svellere il sistema con il loro solito strumento, quello referendario, che però, Corte collusa a parte, non si rivelò idoneo, nonostante i successi parziali : tutti i referendum (tranne quello sull'art. 18, ahimè ) ottennero comunque una nettissima maggioranza di voti favorevoli ai quesiti , e parliamo di 10 milioni di voti di media !
Oggi il tanto decantato Monti nella sua agenda ha moltissimi di quei quesiti volti a riformare in senso moderno e sostenibile il welfare italiano e a liberalizzare il mercato in senso favorevole alla concorrenza . 
Loro provarono a farlo nel 2000. Governava ancora il centro sinistra , che predicò l'astensione. Poi, nel 2001, vinse di nuovo Berlusconi, che a sua volta non fece nulla, nonostante i proclami, perché quei principi trovassero finalmente attuazione.
Nel 2013 chi li farà propri e in modo credibile ? E i radicali come potranno mischiarsi con un PD tornato DS e alleato con Vendola ?
Tante domande, ma il tempo delle risposte si avvicina. 


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