lunedì 10 settembre 2012

NONNA - MAMMA. PRESTA L'UTERO ALLA FIGLIA . POLEMICHE

Più che la storia, mi hanno colpito i commenti dei lettori. La vicenda tratta di una mamma che aiuta la figlia ad avere un suo figlio prestandole l'utero. La figlia, causa un tumore, aveva dovuto affrontare un intervento che le aveva precluso la possibilità di avere una gravidanza. La madre si è offerta di farlo per lei.
Così si è preso un ovulo della figlia, fecondato con il seme del marito e lo si è impiantato nella futura nonna.
E' andato tutto bene, la  nipotina è nata e sta bene. La figlia felice di essere diventata madre e dell'aiuto prestatole dalla sua, la nonna felice per la figlia e della sua nuova nipote.
Tutto bene dunque?
Non proprio, perché in molti hanno obiettato sul perché certi genitori non si rassegnano alla loro impossibilità ad avere figli e ricorrono a questi interventi (utero in affitto), piuttosto che ricorrere ad un'adozione, realizzando così il loro desiderio di genitorialità e compiendo anche un atto di generosità nei confronti di bambini sfortunati, senza una famiglia.
Il tema è complesso e "spacca", sia per una questione di credo religioso, sia per una diversa visione della vita , dove concetti come generosità , altruismo, libertà s 'intersecano. A questi poi si aggiungono le polemiche sulla complessità delle adozioni, e gli scandali a queste collegati.
Io sono d'accordo in genere con coloro che dicono come in certe situazioni bisogna starci per valutare meglio... Sicuramente l'adozione è un bellissimo gesto, di grande amore e generosità. E credo che i controlli effettuati dai nostri Tribunali siano eccessivi. Dai test che sento, secondo me sarebbero pochi i genitori naturali che passerebbero  esami siffatti, ottenendo l'autorizzazione a procreare ! Per me, una volta che hai di fronte due persone per bene e hai monitorato in maniera decente il loro sincero desiderio di essere genitori, poi si dovrebbe "rischiare".
Uno, perché anche in natura poi i genitori ideali chi ce l'ha? Due, perché è comunque una chance migliore del restare in orfanatrofio.
Però i gesti belli non s'impongono. Si devono sentire, devono partire da noi.
Riporto di seguito l'articolo di cronaca tratto dal Corriere On Line e poi alcuni commenti, tra i più pacati. Gli altri, per costume, tendo a scartarli. Il gusto italico per i guelfi e ghibellini non mi appassiona (dopo 20 anni di Berlusconi sì, Berlusconi no poi....).
Buona Lettura

La nonna-mamma che presta l'utero alla figlia
Illinois, Cindy Reutzel, 53 anni, partorisce la sua nipotina

Cindy Reutzel, la donna che ha messo alla luce il figlio di sua figlia
LA NONNA -  MAMMA
 La donna coi capelli grigio-argento tiene tra le braccia la neonata e le accarezza teneramente la testolina. Lei, tuttavia, non è la mamma. Una settimana fa, Cindy Reutzel di Naperville, nello stato americano dell’Illinois, ha dato alla luce la piccola Elle Cynthia Jordan. La 53enne, infatti, è la nonna materna, che si è prestata a portare a termine la maternità per conto di sua figlia Emily Jordan. Il lieto fine di un dramma di una madre malata di cancro.
SOGNO - Le foto pubblicate dai media americani sono la testimonianza di un piccolo miracolo: Cindy Reutzel tiene tra le sue braccia la nipote che lei stessa ha partorito. È anche una storia d’amore, quella tra una madre e sua figlia. Con la gravidanza, Cindy ha infatti esaudito il sogno più grande della figlia: avere una famiglia. Un sogno, però, assolutamente impossibile da realizzare per la 29enne. Emily non poteva più avere figli; un paio d’anni fa, la ragazza fu sottoposta a un intervento di isterectomia radicale.

CANCRO - Emily si era recata col marito Mike dal medico dopo aver scoperto di essere incinta. La gioia era grande. La coppia desiderava un figlio da anni. Poi la terribile notizia: «dopo un primo esame il dottore è arrivato nella stanza scuotendo la testa», ricorda la giovane in un’intervista. La diagnosi: tumore alla cervice uterina. «Non riesco nemmeno a descrivere quello che mi è passato per la testa in quel momento: scoprire di avere il cancro e di non aver più nessuna chance di portare a termine una gravidanza». Emily deve scegliere tra operarsi o tenere il bambino. Decide per l’aborto e inizia la sua lotta contro il cancro, per la sopravvivenza. Si sottopone all’asportazione dell’utero, rinunciando così alla possibilità di avere figli naturali.

OPZIONE - Anche per la madre Cindy Reutzel quella diagnosi è stata uno choc: «Mi ha spezzato il cuore». La svolta arriva nove mesi fa: Cindy propone di essere lei a sostenere la gravidanza di un figlio al posto di Emily. A 53 anni. La figlia è scettica, sebbene quella offerta sia estremamente generosa: «Io e mio marito non eravamo sicuri che ce la potesse fare fisicamente. All’inizio non l’abbiamo presa in considerazione, non ci sembrava realistica una cosa del genere». Col passare del tempo le due donne hanno però iniziato a valutare l’opzione, seriamente. E infine sono giunte ad una decisone: «perché non provarci». In fin dei conti, i medici erano riusciti a salvare un paio di ovuli di Emily durante il trattamento contro il cancro. Dopo un check-up psicologico e una cura ormonale, nell’utero di Cindy è stato dunque impiantato un ovulo di Emily fecondato con lo sperma di Mike che, nove mesi dopo, in un ospedale di Chicago, ha preso il nome di Elle.

RUOLO - «È la continuazione di quello che mia madre ha sempre fatto per me», ha raccontato la 29enne all’Associated Press, «cioè, assicurarsi che io potessi vivere la migliore vita possibile». All’inizio, aggiunge la ragazza, ci preoccupavamo delle reazioni degli altri. Ciononostante, «la maggior parte delle persone ha accettato questa nostra scelta». Nonostante la gravidanza e la nascita di Elle, Cindy Reutzel si dice consapevole del suo ruolo: ero nonna già prima e lo sarò anche ora, dopo la nascita. Cindy, in realtà, non è la prima «nonna in affitto». Lo scorso agosto, Linda Sirois, 49 anni, dello stato del Maine, ha dato alla luce suo nipote Madden. La figlia 25enne Angel Hebert aveva problemi di cuore e i medici le sconsigliarono di portare avanti una gravidanza. Tuttavia, la giovane donna e il 29enne marito Brian desideravano più che mai avere un figlio.


E questi i commenti 


se tutto ciò è meraviglioso
09.09|16:55
ce lo dirà tra 20 anni la bambina...sì perché il nostro egoismo umano ci porta a definire la madre-nonna una eroina, la figlia-madre una donna nuovamente felice e tutto ciò è anche comprensibile...ma siamo proprio sicuri al 100% che questa bambina non subirà alcuno sbalzo psicologico nella confusione di una crescita dove non sarà in grado di capire bene che tipo di genesi ha vissuto? Boh a volte mi sembra che tutte queste furbate della genetica siano fatte per accontentare i desideri di adulti purtroppo incapaci di accettare il proprio destino senza pensare a quanto ciò possa influire sul destino della creatura in grembo. Io non voglio giudicare in merito perchè la natura mi ha dato due bellissime gemelle e se giudicassi non rispetterei il dolore di persone che non hanno avuto la mia stessa fortuna; pongo solo un elemento di discussione nel verificare il fatto che ogni volta che leggo notizie relative a questi ed argomenti simili (come figli avuto da madri ultracinquantenni, figli adottati da coppie gay, etc etc) mi sembra che non si dia mai la giusta considerazione ed attenzione a quanto queste situazioni poco ortodosse possano influire sulla crescita dei bimbi cosa che secondo me dovrebbe invece essere la tematica principale di cui discutere

Un tema troppo complesso per sparare sentenze
09.09|18:54
Prima di dire che questa scelta é assurda bisogna rendere l'adozione facile e accessibile. Bisogna avere tanti soldi per andare all'estero perché in Italia l'offerta é scarsa e per pochi ... diciamo fortunati...
 La propria vita viene invasa da controlli medici e psicologici e si finisce nelle mani di associazioni senza scrupolo che lucrano sulla sofferenza altrui.. se non si ha fortuna, un vero calvario. Almeno in Italia...
 Non dovrebbero esistere istituti dove tenere i bambini orfani o con genitori non all'altezza di crescerli, dovrebbero essere subito affidati a famiglie...
 Eppure molti istituti non cedono i bambini per ottenere sovvenzioni.. di questo non scrive e non si indigna nessuno..
 Non si può capire la scelta di un altro individuo se non si passano le stesse tribolazioni, magari un giorno potrebbe capitare proprio a chi critica tanto di fare scelte opinabili e del tutto personali.

Sempre meno doni del cielo, sempre più IO VOLLI FORTISSIMAMENTE VOLLI!
09.09|20:35
Non trovo nulla di tenero e normale in questa storia e non riesco a pensare che questa prassi debba diventare la normalità. Capisco il desiderio della giovane donna di sopravvivere e di accettare l'intervento, ma questa esigenza di avere un proprio figlio genetico a tutti costi non nasce da un amore genuino ed altruista, ma da un volere qualcosa che appartiene esclusivamente a sé stessi. Non importa come ottenerlo, lo voglio, si fa. Poche storie se si va contro natura e si usano mezzi impensabili. I figli prima che dall'utero nascono dal cuore, se non si può averli per problemi fisici bisogna accettarlo ed essere disposti ad adottare. Sempre meno doni del cielo e sempre più un qualcosa oggetto che si pretende, quando nulla è dovuto. Ahinoi!

1 commento:

  1. Bravo Stefano! Complimenti per il buon senso e l'equilibrio delle tue considerazioni. Condivido tutto. UNCLE

    RispondiElimina