Avevo già scritto un mio commento sulla vicenda Sallusti, che vuole può leggerlo qui : http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/09/le-porte-della-prigione-quasi-aperte.html
L'ipotesi probabile , e cioè la conferma da parte della Cassazione della sentenza d'appello , e quindi i 14 mesi che il direttore de IL Giornale dovrà scontare in carcere, si è realizzata. Presto se ne conosceranno i motivi , però bisogna ricordare che la Cassazione NON è un giudice di merito, ma del Diritto. E quindi , almeno in linea teorica, se una sentenza di una Corte d'Appello si mostra corretta sul piano strettamente giuridico, i giudice della Cassazione NON possono sostituire una loro diversa valutazione del fatto concreto. Se la legge sulla diffamazione prevede anche il carcere, mentre la sospensione della pena è facoltà assolutamente discrezionale dei giudicante, ecco che , come infatti temevano i suoi avvocati, la Cassazione ha confermato le clamorosa sentenza. Perché, in linea almeno teorica (in realtà NON accade sempre così....), gli ermellini non entrano nel merito della "opportunità".
Certo, c'è da dire che la Procura Generale aveva chiesto la rimessione della causa in appello per la valutazione delle attenuanti generiche, ma la Cassazione ha detto di no. Leggeremo il perché.
Ora, in Italia le querele per diffamazione a mezzo stampa sono una marea, e quindi coinvolgono decine e decine di giornalisti e i meno numerosi direttori, che rispondono per "omesso controllo".
Una assurdità. Però è legge. E nessuno , nonostante dibattiti e proposte, è finora riuscito a modificarla, depenalizzando la fattispecie e lasciando la materia alla competenza del solo Giudice Civile. Punite un'offesa con la prigione, una sproporzione tra condotta illecita e sanzione che appare macroscopica, è previsto solo in Italia nei paesi democratici pare.
Prima di lasciarvi al flash di cronaca del Corriere on line ,poche ultime osservazioni.
1) L'articolo diffamatorio prendeva le mosse da una vicenda in cui una 13enne era stata fatta abortire su disposizione del Giudice Tutelare di Torino , su ricorso dei genitori della minorenne e sentito il parere di uno psicologo. Dopo l'aborto sembra che la ragazzina ebbe un crollo depressivo tanto da essere ricoverata in una clinica psichiatrica. Ma a prescindere da questo, l'autore dell'articolo aveva concluso che il Giudice e gli altri responsabili della drammatica decisione fossero meritevoli della pena di morte, che sarebbe stato bene ripristinare per simili condotte. Ovviamente parole violente, ma perché "diffamatorie" ? Se io chiedo la pena di morte per Assad lo diffamo ? Sì se dico che ha sterminato la sua gente coi gas, mentre questa cosa non è vera. Ma probabilmente , lo vedremo magari nella sentenza, non sono queste le parole incriminate, ma solo quelle che hanno fatto "EFFETTO".
2) Toccare i Giudici porta sempre una gran sfiga...perché anche in questo caso la legge non è mai uguale per tutti.Quando un procedimento investe un magistrato, come era in questo caso, il CSM (circolare 5245 del 1981) prevede una trattazione più sollecita
3) La pessima figura degli avvocati del querelante, dichiaratisi disponibili a ritirare la querela, e quindi ad evitare che la sentenza divenisse esecutiva, a fronte di un "equo risarcimento". Cioè non è che voglio la galera di Sallusti per una petizione di principio, ma è una questione di soldi. Siccome i 30.000 e passa liquidati non mi bastano, se me ne dai di più, appattiamo...."Noi non vogliamo la prigione per il direttore Sallusti". E' vero, volete solo più denari.
4) Il primo grado aveva stabilito una pena di 5000 euro di multa. E basta. Il giudice però nelle motivazioni aveva confessato di aver dimenticato di comminare anche una pena detentiva...E che problema c'è ? Basta dirlo ! Tra colleghi...S'impugna et voilà....
5) Se al posto di Sallusti ci fosse stato uno meno critico e duro con i togati sarebbe stata la stessa cosa ?
Comunque il Capo della Procura di Milano mostra consapevolezza che la cosa è assai impopolare anche tra la stampa "amica" e ha dichiarato che la pena resta sospesa...
Ecco comunque la cronaca
Condanna confermata
per il direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Ma, almeno per il momento,
non corre l'imminente rischio della galera. La procura, attraverso un
comunicato del capo Bruti Liberati, ha fatto sapere che l'esecuzione della pena
è sospesa. La Corte di Cassazione ha infatti confermato la condanna della Corte
d'Appello di Milano che gli ha affibbiato una pena detentiva a 14 mesi di
reclusione (senza condizionale per il pericolo di reiterare il reato). Ma
l'esecuzione della pena spetta comunque alla Procura, che non intende procedere
all'immediata esecutività dal momento che non ci sono recidive o cumuli di
pena.
LE ACCUSE - Sallusti è accusato
di diffamazione per un articolo apparso su Libero, giornale che all'epoca
dirigeva, nel febbraio 2007 a
firma Dreyfus. Nell'articolo si commentava la vicenda di un aborto di una
ragazzina di 13 anni, che non volendo rivolgersi al padre per l'autorizzazione,
d'accordo con la madre aveva chiesto al giudice tutelare il permesso di
interrompere la gravidanza. L'autore celato dietro lo pseudonimo, attaccava il
magistrato e i genitori, parlando di aborto coattivo. E aggiungendo una serie
di falsità a proposito del consenso della ragazza, che per l'articolista era
ferocemente contraria. Sallusti, responsabile dell'articolo e dei titoli in
quanto direttore del giornale, in primo grado aveva ricevuto una condanna a
cinquemila euro di risarcimento. In Appello i giudici avevano modificato la
pena in un anno e due mesi di detenzione.
LACAMERA DI
CONSIGLIO - I giudici della quinta sezione penale di piazza Cavour, presieduti
da Aldo Grassi, hanno ricalcato la sentenza del 17 giugno 2011 dei colleghi
milanesi. Il collegio della Suprema Corte non ha evidentemente condiviso le
conclusioni esposte oggi, nella sua requisitoria, dal pg Gioacchino Izzo:
quest'ultimo, infatti, pur ritenendo Sallusti responsabile del reato
contestatogli, aveva sollecitato un nuovo processo d'appello per valutare la
concessione delle attenuanti generiche. Questo avrebbe portato a uno sconto di
pena per il giornalista e anche, probabilmente, ad evitargli il carcere.
DIMISSIONI E GALERA
- Come riferiscono le agenzie, Alessandro Sallusti ha annunciato ai suoi
collaboratori che a breve presenterà le proprie dimissioni all'editore del
Giornale. Intervenendo telefonicamente a Pomeriggio 5 ha poi aggiunge: «Domani
farò il titolo più semplice della mia vita: "Sallusti va in galera"».
Il direttore del Giornale ha spiegato che intende andare in carcere, senza
misure detentive alternative.
MASS MEDIA - Intanto
da Quirinale una nota fa presente che il presidente Napolitano esaminerà con
attenzione la sentenza. Dubbi sulla correttezza del giudizio anche da parte di
molti mass media. «La mia solidarietà a Sallusti e ai colleghi del Giornale»,
il direttore del Corriere della sera, Ferruccio De Bortoli, giudica
sconcertante l'idea che un giornalista possa finire in carcere per la
pubblicazione di un articolo. «Abbiamo toccato uno dei punti più bassi della
nostra civiltà giuridica», sostiene Ferruccio De Bortoli. «Mi auguro che vi sia
la possibilità di correggere questa sentenza peraltro assai diversa da quella
di primo grado».
MANUEL SARNO
RispondiEliminaChi tocca i fili, muore, caro Stefano...a me capito' quasi la stessa cosa: magistrato diffamato, pena detentiva ma con la concessione delle generiche. Bello svarione, ma almeno in quel caso la cassazione annullò. Per il resto che dire? Io tremo sempre quando il PG chiede l'annullamento...
RAFAEL MARIN
RispondiEliminaCome al solito ... scrivi in maniera eccezionale quello che penso e qualcosa in più
FABIO CAPUANO
RispondiEliminaNon amo Sallusti...anzi. Ma questa condanna è a dir poco indecente. W la libertà di stampa.
Per capire partirò da lontano,
RispondiEliminaNel periodo Fascista a Napoli 30 camorristi furono condannati per l'unico omicidio che non avevano fatto .Ne avevano fatti tanti altri.-
Sallustri.???
La motale di quella sopra.!!!
"Impara e porta a casa"