venerdì 26 ottobre 2012

AVVERTITE I GIUDICI MILANESI : BERLUSCONI NON SI CANDIDA !!!!!



OH MENO MALE. Questo ci voleva proprio per ravvivare il WE. Una bella condanna di Berlusconi a 4 anni per frode fiscale. Il PM De PAsquale era stato più buono , si era fermato a 3 anni e otto mesi, ma a Milano non si scherza, e il Collegio sta sentenza ce l'aveva proprio in canna !!
Leggo che pur di pronunciarla, il collegio giudicante ha disatteso una prassi per la quale, in pendenza di una vertenza sulla giurisdizione di cui è investita la Consulta, il Tribunale non conclude un processo, che è esposto al rischio di annullamento, prima della pronuncia della Corte Costituzionale.
Non sono un penalista e quindi riporto la cosa così come la leggo, dicendo solo che mi sembra verosimile.
Si è già scatenata sulla rete la lotta tra le opposte fazioni. Anche i berlusconiani delusi si riaccendono e non abbandonano la trincea delle persecuzione giudiziaria, dall'altra ovviamente si rimpugnano le fiaccole e i forconi. Peccato che si sia tirato indietro proprio adesso !! E aggiungono : lo ha fatto proprio per questo !
Su Berlusconi questo paese si è spaccato letteralmente in due come credo MAI sia accaduto nella sua storia.
Per altri personaggi si è passati dall'idolatria alla dannazione (Mussolini), seguendo però la parabola del personaggio. Con Berlusconi no. Questa divisione forte, feroce, c'è stata sempre. Viscerale, totale.Ilvo Diamanti lo scrisse tempo fa : sarebbe stato difficile per l'Italia andare oltre Berlusconi, in tutti i sensi. E' stato profeta.
Personalmente , ho sempre pensato e scritto che Berlusconi sia stato un uomo che ha intrapreso un duello mortale con la Magistratura italiana. Aveva visto cosa poteva fare il potere dei giudici, che nel 1992 avevano letteralmente decapitato un'intera classe politica, spazzando via partiti che avevano fatto la storia della Repubblica. . Per non fare la stessa fine, Berlusconi pensò che il potere dei giudici andasse arginato, che gli stessi andassero ricondotti nel loro alveo istituzionale. Lo faceva per proteggersi certo, ma proteggendo se stesso promuoveva una idea sacrosanta : la divisione dei poteri, la pari dignità tra gli stessi e la riforma della Giustizia.
I Giudici furono più abili, e grazie alla spaccatura italiana, si fecero scudo di ogni tentativo di riforma accusando Berlusconi di attentare alla loro autonomia e indipendenza. In realtà CHIUNQUE abbia provato a limitare e riformare la magistratura, ci ha lasciato le penne (Mastella, che voleva disciplinare le intercettazioni, ha visto chiusa la sua carriera politica ). Oggi che quello scudo non c'è più, sono in tanti ad aprire gli occhi e a denunciare che i giudici hanno costituito una casta altamente politicizzata e sindacalizzata. E non solo  nei suoi vertici.
Guardate il conflitto con il Presidente della Repubblica, con il quale per fortuna si stanno rompendo un po' i dentini.
La mia battaglia, che legge il Camerlengo lo sa, non è dunque pro Berlusconi, ma contro certi giudici , quelli di Milano in primis, per il ritorno anche in quel campo ad una sobrietà, rispetto della legge, dei ruoli, che non è andata smarrita solo nei palazzi della politica.
Detto questo , sulla vicenda Berlusconi - Giustizia, io non ho memoria di un accanimento giudiziario di questo genere.
33 Procedimenti giudiziari in 18 anni. Stiamo parlando di un uomo che ne ha 76, che è imprenditore da quando ne aveva meno di 30. Ebbene per altrettanti, mettendo su un discreto impero economico prima grazie agli immobili, poi alle televisioni e al mercato pubblicitario, Berlusconi viene assolutamente e totalmente ignorato dalla Giustizia e dalla Finanza. A 58 anni , diventato Presidente del Consiglio, diventa un pericoloso criminale che manco Al Capone o Riina.....
E con lui si sperimentano strade inusitate, come l'avviso di garanzia recapitato in pieno summit internazionale a Napoli (Clinton se ne lamentò col proprio ambasciatore ) nel 1994.
Questa che fa godere tanta gente non è la prima condanna di primo grado, ma, leggo, la quarta. Nessuna è mai diventata definitiva. In altri casi è intervenuta la prescrizione (leggo sei ) e in tutti gli altri è stato assolto.
Quindi, se la matematica non è un'opinione, i due terzi dei procedimenti promossi contro Berlusconi si sono conclusi con un'assoluzione se non con l'archiviazione del procedimento senza nemmeno il rinvio a giudizio.
Tanti no ?
Per molti questa condanna è solo una vittoria di calcio. Berlusconi è la squadra detestata perché vince spesso, ricca, arrogante (o percepita come tale) e sospettata di comprarsi il favore degli arbitri.
Una sconfitta, meglio ancora se con un rigore inventato, li fa godere .
E non importa se si tratta di una sconfitta ormai irrilevante C'è qualcuno che pensa che questa condanna sopravvivrà ? che quelle multe saranno pagate ? scommettiamo 100 euro ?  (perdonerete la cifra modesta ma Berlusconi non mi finanzia...). Berlusconi, a 76 anni, per i reati di cui è accusato (tra un po' c'è quella buffonata del Ruby Gate, lo condanneranno anche lì, per essersi approfittato di una povera minorenne...) , non sconterebbe un giorno di prigione nemmeno se queste condanne diventassero mai definitive.
Il problema è sempre e solo stato POLITICO.
Ma ora che lui dalla politica si sta ritirando, avvertiteli sti giudici !!
E' ora di riposarsi !
Ecco la cronaca sul Corriere On Line


 Processo Mediaset, 4 anni a Berlusconi
Replica in tv : «Giudici da paese incivile»

  
MILANO - Berlusconi condannato reagisce duramente: «Questa non è una democrazia». La prima sezione penale del tribunale di Milano ha erogato la pena a 4 anni per frode fiscale. Che con l'indulto calano a uno. Disposta inoltre l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. E il ristoro dei danni in via provvisionale all'Agenzia delle Entrate di 10 milioni di euro. Si chiude così il processo sulle irregolarità nella compravendita dei diritti tv Mediaset. Con una sentenza che segue solo di un giorno la rinuncia alla candidatura da parte del Cavaliere.
LA REPLICA DELL'EX PREMIER - Berlusconi parla di sentenza «incredibile» motivata da «un uso della giustizia a fini di lotta politica». L'ex premier ribadisce inoltre che «non c'è nessuna connessione, assolutamente» della sentenza di oggi con la sua decisione dei giorni scorsi di non candidarsi più alla guida del governo. «Ero certo di essere assolto da una accusa fuori dalla realtà». Intervistato in diretta su Studio Aperto, della rete Mediaset Italia Uno, il Cavaliere attacca la magistratura: «Con certi giudici questo diventa un paese incivile e barbaro. Non è democrazia». Infine il riferimento a «un uso della giustizia a fini di lotta politica».

LE MOTIVAZIONI - Nel leggere il dispositivo, il presidente Edoardo D'Avossa dà anche lettura delle motivazioni redatte contestualmente: «I diritti erano oggetto di passaggi di mano e di maggiorazioni ingiustificate. Passaggi privi di qualsiasi funzione commerciale. Servivano solo a far lievitare il prezzo». Per i magistrati il sistema dei costi gonfiati ha consentito così «un'evasione notevolissima». Per Silvio Berlusconi si tratta della quarta condanna in primo grado su un totale di 33 processi. Non ha mai ricevuto condanne definitive, ma in sei casi la sua posizione è stata prescritta.
  
I FONDI NERI - Berlusconi viene indicato come il responsabile di un sistema illegale: «Vi è la pacifica e diretta responsabilità», spiegano i magistrati, nello «sviluppo del sistema» che ha permesso di «mantenere disponibilità estere» in diverse società, in «un contesto più generale di ricorso a società offshore». Un sistema guidato anche dopo l'ingresso in politica: «Perché non c'era un altro soggetto» a gestire la frode. Inoltre D'Avossa sottolinea «una naturale capacità a delinquere mostrata nel perseguire il disegno criminoso».

«RUBAVA ALLA SUA SOCIETA'»- I fondi facevano un lungo giro, poi, secondo i giudici, finivano nelle disponibilità di Berlusconi. Che riceveva grosse cifre senza informarne i vertici societari di Mediaset. Le motivazioni citano anche la testimonianza dell'ex presidente di Mondadori, Franco Tatò, secondo cui il manager che si occupava dei diritti televisivi, Carlo Bernasconi, «riferiva a Berlusconi senza passare per il consiglio di amministrazione. Non è credibile che qualche dirigente di Mediaset abbia organizzato un sistema come quello accertato e che la società abbia subito per vent'anni truffe da milioni di euro senza accorgersene».

IL PROCESSO - È stato un processo lungo quasi sei anni. Per fatti accaduti dieci anni fa. Oltre a Berlusconi, è stato condannato il produttore statunitense Frank Agrama (3 anni, pena condonata per indulto). Prosciolto Fedele Confalonieri, presidente Mediaset. Condannati anche Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto, ex manager, a loro volta beneficeranno dell'indulto. Assolti invece Marco Colombo e Giorgio Dal Negro. Per quanto riguarda le prescrizioni, riguardano gli imputati per riciclaggio, che è stato derubricato, e sono Paolo Del Bue, Erminio Giraudi, Carlo Scribani Rossi e Manuela De Socio. Si chiude così il primo grado di giudizio. Nel corso del processo gemello quello sul caso Mediatrade, l'ex premier e Confalonieri sono usciti con un proscioglimento in udienza preliminare. Il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto 3 anni e 8 mesi di reclusione. I giudici hanno invece optato per un diverso calcolo delle aggravanti. Il processo, iniziato nel 2006, aveva per oggetto la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società Usa per 470 milioni di euro. Acquisti perfezionati da Fininvest, società  di proprietà  della famiglia dell'ex-premier. Per la procura, le major americane avrebbero venduto i diritti a due società off-shore, le quali a loro volta li avrebbero poi rivenduti con una forte maggiorazione al Biscione. In questo modo aggiravano il fisco italiano e creavano fondi neri a disposizione di Berlusconi. Tutti gli imputati hanno sempre negato ogni addebito.

LE TAPPE - Il processo di primo grado sui diritti Mediaset è durato ben sei anni. L'udienza preliminare è terminata, dopo continui rinvii, nel 2006. Poi richieste di ricusazione avanzate dai legali e l'istanza di astensione presentata dal giudice hanno ulteriormente rallentato il dibattimento. E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti di Silvio Berlusconi, cambi di capi d'imputazione. Un percorso a ostacoli.

LA DIFESA DEI LEGALI - Gli avvocati dell'ex premier Piero Longo e l'avvocato Niccolò Ghedini parlano di «una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali». Per i legali, «non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del Giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi. Straordinaria è poi la circostanza che non si sia attesa la decisione della Corte Costituzionale in ordine al conflitto sollevato, il che potrà comportare l'annullamento del processo»


1 commento:

  1. SI CANDIDA ??? O NON SI CANNDIDA.???
    QUI C'è DEL MARCIO. FI/TO AMLETO.-

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