Davide Giacalone non è un berlusconiano. Mai stato. Del suo glorioso passato nelle file del Partito Repubblicano ho parlato. Recentemente aveva messo a disposizione la sua passione civica presentandosi candidato alle elezioni siciliane con un proprio manifesto "LeAli alla Sicilia" che non ha avuto fortuna, ma comunque non appoggiando alcuna formazione del vecchio centro destra, quindi né Musumeci nè Micchichè.
Non è di sinistra, ha una concezione liberale dello Stato, preferendo quello di Diritto a quello Etico, un'economia di mercato, una giustizia garantista, un giusto equilibrio tra interesse pubblico e libertà individuale. Immagino che siano queste caratteristiche, e non già il fascino del Silvio nazionale (oggi tramontato) , a spingere con regolarità Giacalone a rilevare l'ipocrisia, la faziosità, la falsità di certi commenti sia dei politici che degli osservatori, specie quando di mezzo c'è Berlusconi.
Ultimo esempio, la legge di stabilità. Quando il Consiglio dei Ministri l'ha partorita , Bersani fu il primo a dire "così non la votiamo". Semplicemente. Senza se e senza ma. Anche Casini e Alfano hanno mosso critiche . Il primo partorendo una delle sue solite freddure "il Montismo non è Mutismo".
Eppure nessuno si è scandalizzato. E neppure i mercati si sono agitati all'idea che l'intera maggioranza che appoggia Monti si metteva di traverso rispetto alla Legge principale del governo.
Nemmeno la prospettiva di una vittoria della sinistra, con un Bersani nelle mani dell'ala rossa del suo partito neo socialista (quella sindacale e anti mercato) e di Vendola (assolto nel primo processo dei vari che ha per abuso in atti d'ufficio. Congratulazioni. Anche se al posto suo non mi sarei dato molta pena...), inquieta il Dio Spread e gli investitori professionali. Solo BERLUSCONI, non più Premier, non più leader indiscusso di un partito oltretutto in crisi irreversibile, ha questo potere. Se lui parla, allora i mercati si agitano e lo spread cresce....
Ma si può ??? Non è bastata la figuraccia di Enrico Letta ai tempi ( e di tantissimi come lui, che però non la fecero in televisione) ?
Buona Lettura
Il dio Spread avrà anche il suo da fare, nel creato e nel
contrattato, ma in cima ai suoi pensieri si vuole che ci sia la voglia di
mettere becco nelle faccende italiche. Pur misere e cieche, suscitano in quella
divinità una passione morbosa, ma selettiva. Già, perché il segretario del
Partito democratico, Pier Luigi Bersani, si sbracciò per dire: la legge di
stabilità, così com’è, non la voteremo mai. Il che avvenne all’indomani
dell’avere espunto ogni riferimento al governo Monti dal futuro della sinistra.
La corsa in loden volgeva al termine. Eppure non è successo nulla. Il dio ha
taciuto, i liberi pensatori non hanno ritenuto fosse in corso un attacco alla
civiltà, e neanche un bottone s’è allentato, nel cappotto verde scuro. Poi ha
parlato Silvio Berlusconi e il mondo ha tremato fin nel suo nocciolo. Lo spread
s’è alzato (e poi è sceso, perché dio capriccioso che dovrebbe indurre i fedeli
al dubbio). Per la verità è cresciuto anche quello spagnolo, con gli iberici
rivolti al cielo: ma noi, che c’entriamo?
Giorni addietro un giudice monocratico, in quel dell’Aquila,
ha condannato i membri della commissione grandi rischi, responsabili di non
avere avvertito, nel dovuto modo, dell’imminente terremoto. Non c’è uno che si
sia trattenuto dal dileggiare o disprezzare quella sentenza. Un ministro ha
pubblicamente sostenuto la necessità che sia riformata. L’Associazione
Nazionale Magistrati e le altre vestali del fuoco giustizialista se ne stettero
zitte. Pochi giorni dopo Berlusconi ha inveito contro una sentenza, che lo
condannava. Diritto che si riconobbe anche a Piero Pacciani. Non sapremo mai se
è veramente colpevole, perché quello è un procedimento suicida, destinato alla
prescrizione, ma sappiamo che le sue parole sono state denunciate quale
proditorio attacco contro la saldezza del diritto e la salute dello Stato.
Lo rilevo perché siamo ai sussulti agonici della seconda
Repubblica: quel genere di scontro è sepolto alle nostre spalle, e se non si
vuol far la parte degli scemi (che Pdl e Pd stanno recitando alla grande, circa
il voto siciliano), si potrebbe anche smetterla di prenderci in giro. Lo spread
è risalito perché non s’è mai risolta la crisi greca e i dubbi di sempre
tornano a galla, nel mentre la politica espansiva della Banca centrale europea
non ha un futuro infinito. La giustizia italiana è una schifezza, che ci espone
a condanne internazionali, nel mentre l’esibizionismo politico di certi
magistrati è sotto gli occhi di tutti. Il governo Monti è alla fine perché
l’eccezione del solo governo europeo non eletto non può reggere.
Il centro destra ha colpe consistenti. Non si critica il
governo Monti dopo avere votato tutte le sue proposte, anche quelle
macroscopicamente sbagliate (come qui avvertito). Non si denuncia con undici
mesi di ritardo lo squilibrio dei poteri e delle influenze, dentro l’Unione
europea. Non si tiene aperta la trincea dello scontro con il giustizialismo,
senza essere capaci di riforme serie. Una sola cosa ancora impedisce che quel
gruppo dirigente del centro destra paghi per tanti e così gravi errori, ed è la
pretesa demenziale di far credere che tutte le colpe ricadano non su quanto non
sono riusciti a fare, ma su quel che Berlusconi riesce a dire. Anche quando è
ovvio. E’ un film già visto. Triste, inutile, stupido. E terribilmente autolesionista.
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