Detto ciò, l'immagine di due bambini che escono dalla stessa classe e si dirigono in due mense diverse, è veramente agghiacciante e stento a crederla.
DI seguito l'articolo di Giacalone
Pasteggiare a spesa pubblica
Mangiare e mettere in conto alla spesa pubblica è facile, se
sei adulto, ben pasciuto ed eletto da qualche parte, risulta, invece,
complicato se sei bimbo e vai a scuola. Essere trasportati a spese della
collettività è un gioco da ragazzi, se solo accedi alla cassa di regioni che
hanno rappresentanze diplomatiche in giro per il mondo (perché il nuovo titolo
quinto della Costituzione, esempio preclaro di follia, assegna loro anche i
rapporti internazionali), ma è molto difficile se si è dei ragazzi e la mattina
si vuole andare a scuola. Nei giorni scorsi ho letto, con raccapriccio, due
notizie: a. nelle scuole restano a digiuno, o hanno un menù più povero, i bimbi
i cui genitori non pagano la retta; b. invocando il patto di stabilità alcune
regioni, fra le quali la Sicilia, dicono di non potere pagare gli autobus per
gli studenti. Sono due infamie, due truffe, due scandali, due vergogne.
Sono alieno da ogni forma di egualitarismo ideologico,
interessandomi solo che a ciascuno sia offerta la corretta possibilità di
dimostrarsi più bravo e meritevole di altri. Ma l’idea che due bambini,
compagni di banco, si separino al momento di mangiare, andando verso piatti
diversi, in ragione del fatto che la loro famiglia abbia pagato o meno la
retta, mi da il voltastomaco. Anche perché ciò denota, oltre ad un selvatico
decadere della decenza, un fraintendimento di fondo: non è che pago le tasse e
poi, se mi serve qualche cosa, pago il servizio, è che, pagando le tasse, ho
diritto a dei servizi. La mensa di quei bambini l’abbiamo già pagata tutti: i
loro genitori, quelli che hanno figli a scuola e anche quelli che non hanno
figli. Se poi altri si sono mangiati quei soldi, talché non ce ne sono per
riempire la scodella dei pargoli, che li sputino fuori. Se l’appalto alle mense
è dato in modo diseconomico (come fa a costare 30 euro a Catanzaro e 116 a Torino?) si vada a
impedire il pasto di chi ha ordito la gara, non di chi va a scuola.
Il patto di stabilità europeo, vale a dire il vincolo alla
spesa pubblica, comprende tutte le voci (e dovrebbero essere esclusi gli
investimenti). Se qualcuno dice che non si possono pagare i trasporti,
altrimenti si sfora, imbroglia: si sfora perché l’amministrazione non è capace,
o non vuole, comprimere la spesa pubblica corrente. La scusa è sempre la
stessa: tagliamo servizi perché la scuola è povera. Falso: per la scuola si
spende tantissimo, sommando la spesa pubblica a quella privata, ma si spende
male. Nei libri di testo si buttano fiumi di quattrini, laddove costerebbe la
metà digitalizzare la didattica (a Roma si deve andare in libreria con il
codice Iban, perché lo stesso testo scolastico ha diverse edizioni e versioni,
utili solo a frammentare il mercato e impedire il riuso, il tutto a beneficio
di quattro stampatori che ci vuole fantasia a chiamare “editori”). Le scuole
senza mensa hanno spesso o bar interni o macchinette con bibite e merendine, ma
mentre ai bar della Camera e del Senato i prezzi sono più bassi di quelli
esterni, nelle scuole va di lusso se sono uguali (pur essendo i clienti
obbligati a quel fornitore).
E mentre il Fondo Monetario Internazionale ci fa sapere che
da noi si pagano troppe tasse (grazie, eravamo al corrente), da noi non si fa
altro che colpevolizzare il contribuente, reo di non svenarsi con gioia per
pagare una marea di roba inutilissima, quando non direttamente dannosa. Oltre a
colpevolizzare il pagatore di tasse ora si colpevolizza anche il genitore che
non paga la mensa del figlio, non mettendo in conto che se si tratta di un
“furbo” (da noi si chiamano così gli stronzi) non è quello il modo per
colpirlo, e se si tratta di una persona in difficoltà, ci si stupisce solo del
fatto che, umiliato e offeso innanzi alla prole, non colpisca a casaccio chi
gli capita a tiro.
Mense e trasporti, da noi già pagati e che ci chiedono di
ripagare, nel mentre chi legifera e amministra si strafoga e viaggia nel lusso,
sono la materiale dimostrazione di quanto quel mondo viva fuori dalla realtà. E
nei giornali legga solo delle proprie feste, forse considerando indegno d’attenzione
chi s’è ridotto a elemosinare i propri diritti.
Nessun commento:
Posta un commento