Finalmente posso parlare male della giustizia sportiva senza che mi si accusi di farlo perché tengo per la Juventus. La squalifica comminata al Napoli e a Cannavaro sono uno scempio. E la penalizzazione subita dagli azzurri una ingiustizia che può falsare un campionato e penalizza l'economia di una società .
Pare che anche la mummia di Abete, che si ripropone alla carica di Presidente della Federazione, e magari lo eleggono pure, si sia accorto che questa regola della responsabilità oggettiva non regge più ! E nemmeno , gli suggerirei, questa cosa dell'omessa denuncia.
Dunque noi abbiamo un ex giocatore del Napoli, assolutamente comprimario, che per fare qualche soldo in più cerca di convincere due suoi compagni di squadra, che a differenza di lui GIOCANO, di favorire la vittoria di un'altra compagine (la Sampdoria ). I due, Cannavaro e Grava, rifiutano categoricamente, ma NON denunciano il reprobo. Nel codice penale questo non è reato, in quello sportivo sì. Perché ? La ratio ?
Alla gente si chiede di comportarsi bene, onestamente, e Cannavaro e Grava lo hanno fatto, rifiutando la corruzione. Dopodiché si pretende il comportamento super etico : la denuncia del male, pensando di stroncarlo. Secondo un codice che è LORO, non di tutti, che è quello della DELAZIONE continua. Senza pensare che magari, secondo la propria morale, denunciare un amico, ancorché uno che sbaglia, non ci sta. Oppure semplicemente non si vogliono problemi ulteriori, per cui non si accetta ma si preferisce non denunciare il corruttore, nel timore di rappresaglie, a sé e ai propri familiari. Atteggiamento pauroso ? Può darsi. Il coraggio obbligatorio per legge non c'è. Ed è giusto che sia così.
Se questo vale per l'omessa denuncia, figuriamoci per le società, penalizzate perché un loro tesserato si comporta male. E questo a prescindere dal danno procurato (nel caso di specie la corruzione non riuscì , anche se poi la Sampdoria vinse lo stesso, che fa parte delle cose dello sport, mica per vincere bisogna per forza comprarsele le partite ). Troppo moralismo d'accatto dietro a queste norme, desuete, fuori tempo (ammesso che un tempo "giusto" per esse ci sia mai stato. Per me no ).
Nello Sport dovrebbe sempre contare il risultato del campo, e finché non si ha la prova certa dell'alterazione dello stesso, non si deve farlo con l'applicazione delle norme. Mettiamo conto che questa pena assurda sia confermata, e il Napoli alla fine , a causa di questi due punti, perda il campionato, o la qualificazione in Champions. Danno economico enorme. Nessuno nota qualche sproporzione tra fatto e sanzione ? Senza contare che già adesso gli azzurri saranno costretti a fare a meno del loro migliore difensore e dovranno spendere soldi per acquistare un sostituto.
Però magari i concorrenti saranno contenti. E' facile riempirsi la bocca con la parola sport, ma come ci piace vincere in 11 contro 10, con rigori fasulli, con gli avversari penalizzati in classifica.
Tutto, perché vincere E' TUTTO.
Ecco la notizia di cronaca riportata dal Corriere on line
TOLTI DUE PUNTI AI PARTENOPEI PER SAMPDORIA-NAPOLI DEL 2010
Calcioscommesse, Napoli penalizzato
Sei mesi a Cannavaro e Grava, tre anni e tre mesi al portiere dello scandalo Gianello
Il difensore del Napoli Paolo Cannavaro in immagini di Sky nel match contro il Bologna
Due punti di penalizzazione al Napoli, sei mesi di squalifica a Cannavaro e sei a Grava; 3 anni e 3 mesi a Gianello. Sono queste le decisioni della Commissione disciplinare della Figc, nel processo calcioscommesse per Sampdoria-Napoli. La disciplinare ha anche inflitto 2 punti di penalità al Portogruaro.
LA RAGIONE - La società di De Laurentiis è stata punita per l'illecito sportivo commesso dall'ex portiere Matteo Gianello, reo di aver tentato alterare il risultato dell'ultima giornata del campionato di serie A 2009-10, la partita poi persa per 1-0 (gol di Pazzini al 51') dal club partenopeo sul campo della Sampdoria. L'ex riserva Gianello aveva raccontato a un poliziotto di esser stato avvicinato da «gente del Nord» per favorire la vittoria della Sampdoria e che, per farlo, si era rivolto ai compagni di difesa Paolo Cannavaro e Gianluca Grava ricevendo un netto rifiuto. Gianello, che non ha giocato nella partita in questione, è poi rimasto in squadra per un'altra stagione, fino alla scadenza di contratto, senza collezionare presenze.
RISARCIMENTO DANNI - Il Napoli molto probabilmente sfrutterà l'opportunità del ricorso. La sentenza è stata accolta con «grande disappunto, disagio e protesta - ha spiegato il legale degli azzurri Mattia Grassani a Radio24 - è una sentenza ingiusta e assolutamente inadeguata ai tempi rispetto all'istituto della responsabilità oggettiva». La società, quindi, sta valutando l'ipotesi di una richiesta danni: «E' un'ipotesi che non va assolutamente esclusa, e, anzi, credo che verrà proprio presa in considerazione - ha ribadito l'avvocato - Il Napoli ha subito danni patrimoniali, d'immagine e anche tecnico-sportivi e sono tutte ragioni di risarcimento che potranno essere prese in considerazione una volta esauriti i gradi di giustizia. La società che paga il comportamento di un ex-tesserato come Matteo Gianello, in scadenza di contratto, che nella stagione 2009-2010 non giocò nemmeno un minuto
mi permetto questo commento fazioso.ho difeso conte tutta l'estate ed ora dico che i vantaggi ieri come oggi saranno solo per milano e la lotta per la champions.
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