Be', non c'è che dire. Gliele hanno cantate chiare a Ingroia gli ex Colleghi. Il discorso è stato mantenuto sul generale, con il solito e inascoltato biasimo per l'esposizione mediatica (a cui sono in tanti a non sottrarsi, mica solo il neo leader arancione, che certamente era il campione ) , per l'immagine del magistrato che non deve "solo" essere imparziale, ma anche sembrarlo. Cose note, vecchie direi, che si ripetono spesso e sempre all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Mai però che venga fatta qualche legge che modifichi questo corso di cose...
Però, la reprimenda del Presidente Santacroce contro quel tipo di magistrati giustizieri che si vedono come sorta di novelli Sangiorgio contro il drago dell'ingiustizia, vale un momento di contentezza : ogni tanto qualcuno di loro lo ricorda ! A loro si chiede di fare bene il loro (importante) lavoro, NON di redimere il mondo !
Ecco l'articolo sul Corsera On Line
Buona Lettura
INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO
Magistrati in politica agitano (anche) l'anno giudiziario, controcanto Roma-Palermo
Santacroce: «Candidarsi è diritto». Oliveri: «Unica missione sia la legge». Ma tutti contro la giustizia-show: evitare sovraesposizioni
Giorgio Santacroce (Eidon)
I magistrati in politica agitano (anche) l'inaugurazione dell'anno giudiziario, con un botta e risposta a distanza tra i presidenti delle Corti d'Appello di Roma e Palermo. «Nel pieno di una campagna elettorale che si preannuncia molto combattuta non trovo nulla da eccepire sui magistrati che abbandonano la toga per candidarsi alle elezioni politiche» ha affermato Giorgio Santacroce. «La sola, alta missione da assolvere è quella di applicare e fare rispettare le leggi» è stato il controcanto del collega di Palermo Vincenzo Oliveri.
LE REGOLE - Il tema delle regole per i giudici che entrano in politica è stato sollevato da più parti, dopo i casi dell'ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, in aspettativa da magistrato e candidato premier per Rivoluzione civile e di Pietro Grasso, fino allo scorso dicembre procuratore nazionale antimafia e ora candidato per il Pd. Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti ha presentato un decalogo di proposte , indica tra queste la «riforma del sistema delle incompatibilità per i magistrati che si candidano, per garantire l'imparzialità dell'istituzione».
CALAMANDREI - I magistrati sono comunque tutti d'accordo sulla necessità di contenere i protagonisti della giustizia-spettacolo e la sovraesposizione mediatica. Ha affermato Santacroce: «Candidandosi esercitano un diritto costituzionalmente garantito a tutti i cittadini. Piero Calamandrei (uno dei padri del diritto italiano, ndr) diceva però che quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra. Come dire che i giudici, oltre che essere imparziali, devono anche apparire imparziali». Quindi la stoccata ad alcuni colleghi: «Non mi piacciono i magistrati che non si accontentano di far bene il loro lavoro, ma si propongono di redimere il mondo. Quei magistrati, pochissimi per fortuna, che sono convinti che la spada della giustizia sia sempre senza fodero, pronta a colpire o a raddrizzare le schiene. Dicono di essere impegnati ad applicare solo la legge senza guardare in faccia nessuno, ma intanto parlano molto di sè e del loro operato anche fuori dalle aule giudiziarie, esponendosi mediaticamente, senza rendersi conto che per dimostrare quell' imparzialità che è la sola nostra divisa, non bastano frasi ad effetto, intrise di una retorica all'acqua di rose. Certe debolezze non rendono affatto il magistrato più umano».
STOP ESPOSIZIONE - «Noi magistrati dobbiamo capire che è arrivato il momento di modificare molti dei nostri atteggiamenti. La comunità nazionale e internazionale ci scruta, stigmatizzando l'enfasi mediatica che viene data a certi provvedimenti, la sovraesposizione e i protagonismi di alcuni costantemente presenti in talk show televisivi dove disquisiscono di processi in corso» è stato il monito di Oliveri.
OLIVERI: MAFIA PUO' ESSERE SCONFITTA - «La definitiva sconfitta della mafia comincia ad apparire un risultato possibile anche se non a breve scadenza» ha affermato poi Oliveri. « I dati dimostrano che i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso sono in progressiva diminuzione (-19%), tra luglio 2011 e giugno 2012: 87 i casi registrati in questo ultimo periodo, a fronte di 107 in quello precedente e 145 tra il 2009 e il 2010». Tuttavia il potere di Cosa nostra, saldamente radicato nel territorio anche attraverso «lo sfruttamento del tessuto economico mediante pizzo e messe a posto» non deve essere sottovalutato.
26 gennaio 2013 | 10:42
i "SOPRAMMANICI" DELLA GIUSTIZIA SI CRITICAANO A VICENDA ... A NOI CITTADINI CHE SUBIAMO IL "SOTTOMANICO" (STRUMENTO) COSA DOBBIAMO DIRE DELLA APPLICAZIONE DELLA GIUSTIZIA FATTA DAI LETICANTI... ???
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