martedì 26 febbraio 2013

BERSANI DOPO LA BATOSTA : "NON ABBIAMO VINTO..."



Beh, se non altro, al posto di quel pallone gonfiato (forse anche di sostanze chimiche) che aveva mandato ieri da Vespa, tale Miguel Gotor, Bersani la verità la dice.
NON ABBIAMO VINTO, anche se siamo arrivati primi.
Dice, non poteva dire altro, con quei numeri....Ma non è detto...a parte il demente della sera in tv citato, ma l'avete sentito Monti in tv ieri sera ??? Sembrava veramente un marziano...risultato soddisfacente, eravamo da pochissimo in campo...Ma dai !!! E' vero che per lui in un agone politico era la prima volta, e si è visto ! (magari ci ripensa e lascia perdere...), ma è anche vero che dietro di lui si erano messi in tanti : l'UDC di Casini, che infatti è sparita a favore della lista civica, Fini (vabbé lui era un morto che camminava ormai) , poi Italia Futura di Montezemolo, che erano due anni che si preparava a queste elezioni, i cattolici con Bonanni, Olivieri e le Acli....L'UDC nel 2008 aveva preso quasi il 6% da sola !
Quindi il 10%, con un pugno di senatori, 18, che non serve per nessuna maggioranza, è un Flop gigantesco.
eppure Monti ieri era soddisfatto...Per non parlare del già citato Miguel Gotor, che sembrava veramente un bambino capriccioso che a tutti i costi voleva l'ultima parola...
Bersani sa benissimo di essere andato MALE, e molto. CI sono i suoi , a luci spente, lontano dai microfoni, a ricordaglielo nel caso avesse un'amnesia :
1) oltre 3 milioni e mezzo di voti in meno rispetto al 2008  ( 8.400.000 contro 12.000.000)
2) 8 punti percentuali in meno (il 25% contro il 33%). Difficile trovare un risultato così negativo per la sinistra.
3) ancora una volta, una vittoria in pugno evaporata : come nel 1994, e peggio che nel 2006, quando, sia pure con soli due senatori, Prodi la maggioranza a Palazzo Madama ce l'aveva....
4) i renziani sono lì con le facce mezze scure e mezze saccenti di chi può dire : noi avremmo vinto,e sul serio. Non c'è controprova, ma intanto sono in molti a pensarlo.
Confidava  che avrebbe avuto i numeri da solo e comunque con Monti, che sarebbe stato abile cerniera tra il Professore e Vendola...
Nulla di tutto questo. Deve provare a fare i conti con Grillo, l'uomo definito "un populista miliardario" ( "io i soldi me li sono guadagnati lavorando, mica come lui, parassita " la risposta del Genovese ) , uno che "ci porta fuori dalla democrazia".
Ecco, con quest'uomo qui, con questo "pericolo democratico", secondo la SUA definizione, Bersani ora  vuole provare a fare i conti, perché col PDL non si può...
Cacciari è tutto il giorno che usa un francesismo verso il suo partito : "sono delle teste di caxx..." .
Questa è l'aria che tira caro Gotor, altro che ...
Ecco le dichiarazioni odierne di Bersani dopo la batosta, riportate dal Corriere on line



«NON ABBIAMO VINTO ANCHE SE SIAMO ARRIVATI PRIMI»

Bersani: noi per un governo di combattimento

«Il Movimento 5 Stelle è il primo partito, ora Grillo ci dica cosa vuole fare. Ciascuno si prenda le sue responsabilità»

Pier Luigi Bersani (Afp)Pier Luigi Bersani (Afp)
La faccia è scura. Preoccupata. Tirata. È il momento di Pier Luigi Bersani. Il primo commento del segretario del Pd dopo i risultati delle elezioni. Si parte con una ammissione: «È chiaro che chi non riesce a garantire governabilità non può dire di aver vinto. Non abbiamo vinto anche se siamo arrivati primi e questa è la nostra delusione». E sono «due elementi di fondo» che secondo Bersani hanno influito: «Il primo della crisi: la recessione più grave del dopoguerra a oggi.E la disoccupazione giovanile».Ma soprattutto «c'è stato un rifiuto della politica così come si è presentata in questi anni, di istituzioni inefficienti e di una politica apparsa moralmente non credibile».
I PUNTI DEL PD -Il pallino, per ora, è in mano al Pd. Ed elenca i tre punti da cui non vuole prescindere. «Perché non è l'ora della diplomazia». Dunque i temi da affrontare per la prossima legislatura sono riforme istituzionali, quella «della politica e dei suoi costi, poi la legge sui partiti e una moralità pubblica e privata». Un programma essenziale. Perché Bersani dice di no «a discorsi a tavolino su alleanze. Ognuno si deve prendere le responsabilità in Parlamento».
IN PARLAMENTO - Una certezza c'è: «Bisogna cambiare». Per questo lui vuole fare un «governo di cambiamento». Anzi, «di combattimento». E su una cosa chiarisce: «No a discorsi a tavolino sulle alleanze». Per questo «consegneremo al presidente della Repubblica le nostre impressioni. Le nostre valutazioni. E alla fine sarà lui a dire chi è in grado di poter fare il governo in questo passaggio difficile». In ogni caso «noi ci rivolgeremo al Parlamento». Quindi è escluso un «governissimo con il Pdl».
IL M5S - E Bersani guarda a Grillo che per stessa ammissione del segretario è il primo partito. Quindi, «ora è lui che ci deve dire che cosa vuole fare». E attende « l'insediamento del Parlamento. E lì ci saranno le possibilità istituzionali». Per le presidenze di Montecitorio e Palazzo Madama, Bersani si dice «favorevole alla co-responsabilità. Il Movimento 5 Stelle è primo alla Camera. Ciascuno si prenda le sue responsabilità». Ma su una cosa chiarisce: «Certamente un'Italia che si staccasse dall'Europa sarebbe un disastro, questa è matematica non è un'opinione». Certo, altro discorso è «se si dice che bisogna chiedere una rivisitazione della politica economica e ci sono proposte dei progressisti».
IL SINDACO DI FIRENZE - A chi gli chiede se non era meglio far correre Renzi, lui risponde «Non se avremmo vinto. Io ho fatto le primarie. Di più non potevo fare».


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