E' una tornata elettorale che con tutte le incognite del caso, sulla governabilità, sulla presunzione del PD di governare in condizioni addirittura peggiori di quelle di Prodi nel 2006, regala piccole soddisfazione che però scaldano il cuore...
Quanto vale Fini fuori dal Parlamento, con tutta la sua corte dei miracoli : Bocchino, Briguglio, Perina, Granata ? Gente spocchiosa e arrogante nel 2010, quando erano fieri di aver azzoppato la maggioranza di governo ? Tutti trombati ! E l'azzeramento dell'UDC di Casini, col suo esasperato tatticismo, il suo "dopo Monti c'è solo Monti "?? e la scoppola di Rivoluzione Civile, la scialuppa che avrebbe dovuto traghettare con Ingroia dentro al Parlamento gente alla deriva come Di Pietro o i fantasmi del comunismo irriducibile (Ferrero, di Rifondazione, Diliberto, del Partito comunista d'Italia) ? Ma sono tanti a sparire finalmente : De Mita, Buttiglione, Cesa...Altri si erano tirati indietro già da sé, con le primarie del PD, parlo di Veltroni e D'Alema, in primis.
Comunque, nel 2008 ci fu il regalo della sparizione delle sigle richiamanti il comunismo, nel 2013 l'abbiamo fatta finita con il campione di Mani Pulite, il prode Di Pietro...
So belle cose....
Ecco l'articolo sul Corriere On Line con l'elenco dei nomi più noti fatti fuori
IL RESPONSO
Le urne bocciano senza appello Fini
Fuori dal Parlamento Di Pietro e Ingroia
Tra gli esclusi eccellenti anche l'ex grillino Favia. I ripescaggi salvano Meloni e La Russa oltre a Tabacci e Donadi
(Ansa/Peri)
È lunghissima la fila degli esclusi dal Parlamento. Innanzitutto il presidente della Camera uscente, Gianfranco Fini, che si era presentato con il Fli che è molto lontano dalla soglia minima del 2%, necessaria ad ottenere dei seggi per i partiti facenti parte di una coalizione: a spoglio praticamente concluso ha ottenuto lo 0,46%, con circa 160.000 voti. Non sarà possibile il recupero come miglior perdente sotto alla soglia di sbarramento perché nello stesso raggruppamento l'Udc ha ottenuto per la Camera solo l'1,78% . A far compagnia a Fini anche Italo Bocchino e Giulia Bongiorno. Fuori anche Francesco Storace (La Destra) e soprattutto Raffaele Lombardo (Movimento per le Autonomie)
I «RIPESCAGGI» - In attesa della conferma del repêchage, però, rimangono lontani dal Parlamento, tra gli altri, i capolista Paola Binetti, Lorenzo Cesa , Rocco Buttiglione e l'ex ministro dell'agricoltura Mario Catania, oltre a Giuseppe De Mita , Ferdinando Adornato e Marco Calgaro. Usufruiscono della clausola del «miglior perdente» anche i Fratelli d'Italia (1,95%, terzo partito della coalizione), quindi Giorgia Meloni e Ignazio La Russa rientrano: in Lazio il partito è al 2,59, oltre la soglia. Idem, nel centrosinistra, per il Centro Democratico, in termini numerici l'ago della bilancia con lo 0,49% (oltre 167 mila voti, più del divario con il centrodestra): beneficiano degli ultimi sei seggi Bruno Tabacci e Massimo Donadi.
ESCLUSI - Fuori, invece, La Destra, il Mir di Gianpiero Samorì e Gianfranco Miccichè del Grande Sud (che però trova l'exploit al Senato di Gianni Bilardi, eletto in Calabria). Fuori dai giochi anche Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, che presentandosi da sola doveva alla Camera doveva raggiunge il 4% ma si è fermata al 2,24%: esclusi, quindi, oltre allo stesso Ingroia, Antonio Di Pietro, l'ex grillino Giovanni Favia e Ilaria Cucchi. Non entra in Parlamento nemmeno la Lista amnistia, giustizia e libertà: restano fuori Marco Pannella ed Emma Bonino.
IL SENATO SALVA CASINI E TREMONTI - Passando al Senato, si salva nell'Udc Pierferdinando Casini, capolista in ben 5 regioni con Scelta Civica: il gruppo montiano infatti raccoglie 18 seggi. In ben 5 regioni il raggruppamento che fa capo al presidente del Consiglio uscente non supera lo sbarramento dell'8%: in Lazio, in Abruzzo, in Calabria, in Sicilia e in Sardegna (dove il «trombato» eccellente è il giornalista Mario Sechi). Si salva anche Giulio Tremonti, capolista quasi ovunque con la Lega (che passa solo in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto). Sel entra in Senato soltanto in due regioni superando il 4% necessario ai partiti facenti parte di coalizioni, Puglia in casa di Vendola e in Basilicata, ma fa parte della coalizione vincitrice solo nella seconda di queste regioni. Tra i candidati esclusi, in Toscana fuori l'ex allenatore Renzo Ulivieri.
CONCIA E RAZZI - Non entra in Senato la candidata del Pd Anna Paola Concia: la coalizione di centrosinistra riesce a far eleggere soltanto Stefania Pezzopane. Concia, su Twitter, si è sfogata con due messaggi amari: «Entra Razzi non io... Mi dispiace per gli abruzzesi», e «Gli abruzzesi hanno preferito Razzi a me... Questa è la democrazia e la volontà del popolo», riferendosi ad Antonio Razzi, quarto in lista per il Pdl, l'ex Idvc he raccontava di meritarsi il voto avendo organizzato tornei di tennis (guarda il video).
IL CASO GIANNINO - Fuori da entrambe le Camere, dopo il clamoroso autogol di Oscar Giannino, i candidati di Fare per fermare il Declino. In cinque giorni le liste del nuovo presidente Silvia Enrico hanno perso ogni possibilità. Fare, al Senato, si è fermato allo 0,9% e all'1,12 alla Camera.
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