mercoledì 27 febbraio 2013

GRILLO NEGA LA FIDUCIA A BERSANI MA TRA I SUOI INIZIANO I MUGUGNI....



E la cosa si fa subito interessante....
Che Bersani e i suoi abbiano iniziato un corteggiante pressing sui Grillini, si è visto chiaramente da subito.
Qualche messaggio era già partito prima, quando i sondaggi segreti, quelli proprio imminenti al voto, avevano svelato tre cose BRUTTE  per il PD :
1) Monti Flop....un pugno di senatori, non sufficienti alla stampella in caso di insufficienza della snistra al senato.
2) Sinistra   sotto al 35% e rischio nelle regioni chiave (infatti perse, ma mica solo quelle...)
3) Grillo su, oltre il 15%.
Certo, nessuno pensava allo tsunami poi realizzatosi, ma insomma qualche messaggino ai nuovi parlamentari di Grillo si cominciava a sussurrare....
Ma lo scenario post elettorale richiede terapie ben diverse. Qui non si tratta di comprarsi una decina di senatori...cosa difficile ma non impossibile...qui servono i DUE TERZI dei grillini, e quindi lo "scouting" (e sì, se la campagna acquisti la fa Berlusconi, si chiama col suo nome, se la fa il PD è scouting...) non è sufficiente. Bisogna passare per GRILLO:
E la cosa è più complicata.
Ma mica solo per Bersani però, anche per il guru genovese.
E sì perché la strana natura del movimento fa sì che poi ognuno dice la sua, in ordine sparso. E quindi molti sono fedeli e fiduciosi nella GUIDA, altri sono più critici.
E quindi, alla reazione pesante di Grillo che di fronte alla corte evidente e ruffiana ai suoi, avanzata da Bersani, replica col suo linguaggio "diplomatico"...(morto che parla, stalker politico....cosucce così), c'è chi applaude MA ANCHE chi dissente....
Bersani, che è permaloso assai, ha replicato a sua volta, ma in tono minore ( non è più tempo di dire a Grillo "populista miliardario" o "pericolo per la democrazia" ), perché in fondo spera, come osservava Giolitti 100 anni fa, che il Parlamento compia il "miracolo" e "umanizzi" la rivoluzione dei grillini, sfilandoli al loro Capo...
Staremo a vedere.
Questa la cronaca sul Corriere on line





IL RETROSCENA

Grillo: «Non voteremo fiducia,
Bersani si dimetta è un morto che parla»

Le critiche sul blog. Il segretario: «Venga a dirlo in Parlamento». Presto un incontro di Casaleggio con i neoeletti

Un incontro con gli eletti alla Camera e al Senato, quei neofiti della politica su cui in queste ore tutti si interrogano. Nei prossimi giorni infatti Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio terranno una riunione con 162 Cinque Stelle che sbarcheranno a Roma.
I TEMI IMPRESCINDIBILI - Ci si guarderà in faccia, si deciderà come affrontare la presa della Bastiglia al meglio, senza tentennare e affinché "ci vediamo in Parlamento" sia davvero un piacere e non si trasformi un caos ingestibile. Ma non solo. In queste ore tra i Cinque Stelle serpeggia il dubbio che non sia Bersani l'uomo giusto per dare un senso ai prossimi mesi. Soprattutto nella rossa Emilia la sensazione è che il segretario del Pd non abbia la volontà e la forza di partire con i tagli agli sprechi della politica, di garantire che si riveda la posizione dell'Italia sulla Tav e che le famose cinque stelle del programma siano la priorità dell'agenda politica. Si pensa a qualcun altro, anche a un uomo esterno alla vecchia dirigenza del Pd, o addirittura qualcuno di esterno al partito. In un'intervista alla Bbc Grillo dichiara: «Mi aspetto nuove elezioni entro un anno».
LO STALKER POLITICO - La conferenza stampa dello «smacchiatore» come lo chiamano adesso i grillini non è piaciuta a molti. Perché quel «vedremo» del segretario non convince. Insomma, che i grillini facciano accordi con Bersani è molto difficile. Nonostante l'appello di Fo. E nonostante le istanze degli attivisti che in rete parlavano di un piano comune. Una delle neoelette - Serenella Fuksia - ha dichiarato alla Zanzara a Radio 24: «Se ci sono convergenze su singoli punti del programma, posso votare la fiducia al governo Bersani». Poi nel pomeriggio arriva un tweet di Grillo che scandisce: «Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle», ha spiegato. Poi il giudizio su Bersani: «è uno stalker politico. Da giorni sta importunando il M5S con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. È riuscito persino a perdere vincendo. Ha superato la buonanima di Waterloo Veltroni». Poi un elenco di dichiarazioni rilasciate da Bersani sul M5s, una su tutte: «Se vince Grillo il Paese sarà nei guai». Titolo del post è «Bersani, morto che parla», sotto l'immagine del segretario del Pd sulla locandina del famoso film di Totò. L'unico spiraglio? «Se Bersani vorrà proporre l'abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni lo voteremo di slancio».
LE REAZIONI SUL BLOG E LA PETIZIONE - È un attimo e sotto il post di Grillo sputano centinaia di commenti. Da un lato chi condivide la posizione del portavoce e invita a non «mollare, non facciamo intimidire e andiamo avanti per la nostra strada». E dall'altro i tanti che non si riconoscono e accusano Grillo di aver preso questa decisione in totale autonomia, senza aver consultato nessuno. Tanti i dubbi anche di chi teme di «riconsegnare il paese a Berlusconi e al Bunga Bunga». Anche a Corriere.it arrivano centinaia di repliche: «Grillo, stai sbagliando. Bersani hai fatto bene a reagire agli insulti, questi toni non ci porteranno da nessuna parte». E non solo. Anche tra i Cinque Stelle c'è chi tenta di mediare. Come il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che spiega: «Sui temi specifici abbiamo comunque sempre detto che siamo pronti al confronto e non cambiamo idea adesso. I temi sono patto di stabilità, riduzione del numero dei parlamentari e riforma della legge elettorale, ma per fare questo non è necessaria un'alleanza» Su Change.org è stata anche pubblicata una petizione firmata da una giovane elettrice che chiede a Grillo di dare la fiducia a Bersani e di dare così il via al processo di cambiamento dell'Italia.
LA REPLICA DEL SEGRETARIO - Ad allontanare per il momento la possibilità di un avvicinamento ci pensa d'altro canto Bersani, che risponde a muso duro: «Quel che Grillo ha da dirmi, insulti compresi, lo voglio sentire in Parlamento. E lì ciascuno si assumerà le proprie responsabilità». Come dire, insomma, che il braccio di ferro è iniziato.
LA POSIZIONE DI VENDOLA - E non mancano le reazioni, come quella di Nichi Vendola che, dopo aver riconosciuto il successo di Grillo, dice: «Mi auguro sinceramente che si riuscirà a dare una risposta forte al vento di cambiamento che soffia impetuoso nel Paese. Su questo convincimento ho registrato una condivisione totale con Bersani. Niente governissimo, spero che non sia questo l'auspicio di Grillo».

Nessun commento:

Posta un commento